Bundesliga, Borussia-Werder 1-0 – Borussia troppo sprecone e sfortunato, il Werder esce sconfitto di misura

BUNDESLIGA, BORUSSIA DORTMUND-WERDER BREMA 1-0-  Dici Borussia e Werder, e pensi subito a due fra le squadre di maggior blasone del calcio tedesco, spesso in lotta fra loro per la lotta alla conquista del Meister. La situazione, però, è oggi radicalmente cambiata: il Borussia, passando da un periodo di grande crisi tecnica ed economica, è risorto ed è diventata a tutti gli effetti una compagine di respiro internazionale, mentre il Werder è  la copia sbiadita della squadra che ottenne una storica doppietta “campionato-coppa” e – in epoca ancora più recente – una finale di Europa League. I biancoverdi, oltretutto, non vincono al Westfalen dalla stagione 06/07, quando grazie alle reti di Klose e Diego s’imposero 2-0. Altri tempi. Altro Werder.

Borussia aggressivo sin dalla prime battute, con il Werder costretto sulla difensiva: nei primi venti minuti ci sono solo gli uomini di Klopp,  ma la sfortuna ed un ottimo Mielitz negano loro la gioia del gol. Passata la “buriana” iniziale, il Werder riesce a chiudere meglio gli spazi ed il Borussia, nonostante la continua pressione esercitata,  non riesce a rendersi pericoloso.  I padroni di casa si risvegliano improvvisamente e danno vita ad un finale di frazione travolgente: al trentaduesimo, Reus fallisce una buona occasione regalando – ai tifosi presenti sugli spalti – l’illusione ottica del gol; quattro minuti più tardi Kuba s’inserisce nell’area di rigore avversaria, lascia partire una sassata di destro e colpisce la traversa a portiere avversario battuto. L’assedio si fa ancora più intenso negli ultimi cinque minuti, periodo nel quale i gialloneri creano ben quattro occasioni da gol, ma la porta biancoverde sembra stregata. Nel finale di frazione, al termine di un ficcante contropiede, il Werder rischia di passare sorprendentemente in vantaggio con Arnautovic, autore di un destro ad incrociare sul secondo palo che termina di poco a lato alla destra di Weidenfeller.

In avvio di ripresa la musica non cambia: Borussia all’arrembaggio, Werder rintanato nella propria metà campo. Il dominio della “banda dell’oro” viene premiato al cinquantacinquesimo: Reus raccoglie palla sulla fascia e la spedisce nel mezzo per Lewandowski, che insacca a tre metri dalla linea di porta grazie (anche) alla complicità di un Prodl mal posizionato e puntuale in estirada quanto un espresso di una nota compagnia ferroviaria del Belpaese. Passano pochi minuti e Mkhitaryan, ben imbeccato da Reus, spreca una buona opportunità. Inizia la girandola dei cambi: Dutt toglie Ekici e Arnautovic, ed inserisce Kroos e Di Santo; Klopp sostituisce l’ottimo Kuba e mette in campo Aubameyang. Il Borussia domina, ma non crea grossi grattacapi  alla porta di Mielitz. A cinque dal termine, Lewandowski si vede negata la gioia del gol da un salvataggio di Junozovic sulla linea di porta. Il Werder, dopo ottantacinque minuti trascorsi nella propria metà campo, si risveglia nel finale ed offre un generoso assalto alla ricerca del pareggio. L’occasione più ghiotta occorre a Di Santo, che calcia un potente destro nello specchio della porta e costringe Weidenfeller ad una difficile deviazione in angolo.

Vittoria assolutamente meritata per gli uomini di Klopp, che devono comunque dimostrarsi più precisi in fase realizzativa. Ancora imballato Mkhitaryan, alla seconda da titolare dopo l’infortunio patito quest’estate ed ancora alla ricerca della migliore intesa con i compagni di squadra. Werder sconfitto con onore, ma la sensazione destata è sempre la stessa: squadra molto debole, poco incisiva davanti e, macchia più evidente, incapace di creare gioco in mezzo al campo. Ci sono ancora dieci di mercato:  i dirigenti biancoverdi, se non vogliono soffrire fino all’ultima di campionato, devono assolutamente acquistare un regista, due difensori centrali e –  perché no – un altro attaccante.  Troppo? Forse sì, ma questo Werder è di una consistenza infima. E non sempre si subisce un solo gol quando la squadra avversaria effettua quasi trenta tiri in porta.

 

 

 

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