I conti del calcio francese. CAPITOLO 1. Un calcio in perdita. Il rilancio passerà dagli stadi?

Viaggio a puntate alla scoperta dell’aspetto finanziario del calcio d’Oltralpe.

(…segue)

Nonostante nel massimo campionato siano undici le società che hanno chiuso in attivo (contro le nove in passivo), le perdite complessive del calcio professionistico francese ammontano a 108 milioni di euro netti, di cui ben 61 limitati alla sola Ligue 1. Il dato non deve comunque stupire particolarmente poiché da diversi anni si viaggia su queste cifre, causate da una crescita del monte-stipendi complessivo e da una relativa stagnazione degli introiti. Spesso le perdite sono coperte da ingenti somme di denaro iniettate nelle casse societarie da imprenditori facoltosi, una pratica molto criticata sia dall’UEFA che dalla stessa DNCG.

Bisogna, però, ricordare che il calcio, in Francia come in altri paesi, è una vera e propria industria e nell’Esagono genera un giro d’affari di ben 5 miliardi di euro, dando lavoro a circa 26000 persone. Nuovi investimenti stranieri nel mondo del pallone francese significherebbero anche nuovi posti di lavoro e di questo la DNCG ne è ben cosciente, benchè auspichi che il nuovo slancio a tutto il movimento calcistico possa venire dall’Europeo 2016 e dall’inaugurazione dei nuovi impianti di gioco. Proprio verso i nuovi stadi è riposta grande fiducia da parte delle istituzioni: stadi accoglienti, aperti alle famiglie, inseriti nel contesto cittadino, in grado, soprattutto, di generare grandi ricavi costituirebbero un impulso per un calcio francese ancora arretrato in questo settore rispetto ad altri paesi.

L’obiettivo massimo sarebbe avvicinarsi al modello tedesco, con tribune mediamente piene al 90%, ma la strada da fare sarà lunga. Si dovrà innanzitutto partire dalla garanzia di uno spettacolo degno di tale nome. Un tema di forte attualità come la condizione dei manti erbosi dovrà forzatamente essere risolto poiché alcuni terreni da gioco sono impresentabili sia per gli spettatori presenti negli stadi, sia per chi guarda la partita da casa. All’estero, soprattutto, le televisioni devono proporre un prodotto attrattivo e in questo ambito la Ligue 1 deve progredire molto. I dati pubblicati dalla rivista Sportbusiness di ottobre 2012 (no.183 10.12) indicano come il campionato francese sia il meno seguito, tra i principali cinque tornei europei, dagli appassionati degli altri continenti.

Negli Stati Uniti, la partita di Ligue 1 più seguita nel 2011/2012 è stata PSG-Marsiglia, con 86300 telespettatori, pari ad uno share dello 0,1%. Numeri esigui se paragonati all’ 1,7 milioni di telespettatori (share dello 1,7%) di Chelsea-Liverpool. E gli stessi numeri, all’incirca, si ripetono in Sudafrica (Lione-Lorient, share dello 1,1%) e in Australia (Lille-Montpellier, share dello 0,2%). Con l’arrivo di nuovi investitori, arabi o russi che siano, il livello tecnico non potrà che migliorare, tuttavia sarà, contemporaneamente, necessario far progredire anche tutto ciò che fa parte dello spettacolo, ma che non riguarda l’aspetto tecnico, come appunto impianti e manto erboso.

(continua…)

 

N.B. I dati pubblicati nell’articolo fanno riferimento ai documenti pubblicati da LFP e DNCG, “Situation du Football Professionnel. Saison 2011/2012” , “Rapport d’Activité de la Ligue de Football Professionnel. Saison 2011/2012” e “Comptes Individuels des Clubs. Saison 2011/2012

About Mattia Rossi 767 Articoli
Ligure, classe 1985, da diverso tempo seguo il calcio francese. Per questioni geografiche e culturali, non potevo far altro che appassionami all'AS Monaco, benchè mi piaccia seguire anche le altre competizioni nazionali (sia professionistiche che amatoriali), in particolar modo la magica Coppa di Francia.

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