Premier League, i dieci temi della 22esima giornata

Ventiduesima giornata appena conclusa, United e City passano indenni uno snodo cruciale della stagione, mentre in coda la lotta comincia a farsi serratissima. Ecco i temi del #day22

1) Alex Ferguson ha sempre rimpianto di non avere un centrocampista come Steven Gerrard, più per le attitudini che per valore assoluto, nella propria rosa. Vero, ma il Michael Carrick ammirato contro il Liverpool è quanto di meglio un manager possa aspettarsi da un calciatore in mezzo al campo. Ha spadroneggiato in campo per 60 minuti, preciso e rapido di gamba e di mente nello smistare il gioco; è riuscito a tenere botta anche quando la pressione del Liverpool si è fatta più consistente. Non ruba l’occhio per il suo linguaggio del corpo all’apparenza remissivo, ma a tratti è dominante.

2) Wenger, al solito, trova giustificazioni per le sconfitte che – alla fine – si ritorcono contro. L’espulsione dopo nemmeno dieci minuti di Koscielny contro il Manchester City poteva bastare davanti ai microfoni, lui è andato oltre: “Siamo stati timidi, senza carattere. Il City ha imposto il gioco e noi non abbiamo fatto nulla per impedirlo“. Il manager alsaziano, d’altronde, ha già stroncato le speranze dei tifosi gunners riposte sul mercato invernale: “Non credo riusciremo a fare acquisti in grado di farci fare un salto di qualità a gennaio. Uno come Arteta nel mercato invernale…ci vuole fortuna”. A due settimane dalla chiusura del mercato forse sarebbe il caso di cercare più concretamente quanto di meglio possa offrire il mercato.

3) Per proseguire su Wenger, l’alsaziano – con enorme eleganza – aveva invitato i tifosi che si lamentavano dei prezzi dei biglietti troppo alti a rinunciare allo stadio e ad andare a teatro. Uno che ha un nome meno altisonante, invece, gli ha dato una vera lezione. McDermott ha ringraziato i tifosi che hanno spinto il suo Reading alla strepitosa rimonta contro il West Bromwich: “I fischi a fine primo tempo li abbiamo meritati, ma i nostri tifosi ci hanno letteralmente poi spinto alla vittoria. Abbiamo giocato con un uomo in più”.

4) Kevin Mirallas sta facendo notizia forse ancora di più del periodo pre-infortunio. Moyes ha lamentato l’assenza dell’attaccante belga sabato sera, quando gli si chiedeva un’analisi sullo 0-0 anonimo contro lo Swansea. Mirallas è la vera arma in più dell’Everton, può cambiare il volto di una partita bloccata con la sua velocità e imprevedibilità. Sei settimane senza cominciano a farsi sentire, è tempo di buttarsi alle spalle l’infortunio muscolare.

5) Torres ha sostituito Demba Ba nei minuti finali, quando il Chelsea aveva già archiviato la pratica Stoke. Il dualismo rischia di diventare rovente, nemmeno i tentativi del bonaccione Benitez spengono i primi malumori: “Possono giocare insieme, è un’opzione che sto valutando”. Balle, nessuno dei due ha bisogno di una spalla, tanto quanto i vari Mata, Hazard, Oscar hanno bisogno di spazi per i loro inserimenti.

6) Adebayor è partito per la Coppa d’Africa ma, anche quando ritornerà disponibile, il Tottenham ha bisogno di un attaccante. Defoe non può accollarsi tutto il peso dell’attacco, Dempsey – per ovvi motivi – non può avere le stesse funzioni del togolese, nonostante stia facendo miracoli. Adebayor da inizio stagione è l’ombra del formidabile attaccante ammirato all’Arsenal, Villas Boas farebbe bene a prendere in seria considerazione l’ipotesi di cessione.

7) Lasciamo da parte Norwich-Newcastle, uno 0-0 tra i più brutti e noiosi della storia recente della Premier League. Nel contesto di questo strazio, una volta di più si è capito perchè Pardew debba fare di tutto per convincere Coloccini a restare e a cercare di risolvere i problemi familiari, che l’hanno spinto a chiedere la cessione immediata in Argentina, a distanza. Sarebbe il vero colpo del mercato di ggennaio dei magpies, il centrale difensivo è ormai dato per perso.

8) Jay Rodriguez ha simulato contro l’Aston Villa, poche storia. Il suo imbarazzo la diceva lunga, i tentativi di gustificarlo da parte di Nigel Adkins sono apparsi piuttosto patetici a fine partita. Meglio prendere e portare a casa, il Southampton ha colto tre punti fondamentali al Villa Park nella lotta per la salvezza.

9) L’ossessione per la ricerca del nuovo acquisto rende ciechi i manager. Le rose attuali sono larghissime, spesso ci sono ai margini della prima squadra fior di giocatori. E’ il caso di Vaughan, alla prima da titolare col Sunderland e protagonista assoluto della vittoria dei black-cats contro il West Ham. O’Neill cercava un centrocampista centrale di qualità nella finestra di mercato, speriamo che l’ex Blackpool gli abbia fatto cambiare idea.

10) Karagounis, a 35 anni suonati, sta diventando l’anima del Fulham, altro che Berbatov. L’undici di Jol non riesce più a vincere in casa, ma lo spirito guerriero del centrocampista greco sta tenendo su la baracca. Prima la rete col Blackpool in Fa Cup, poi quella in campionato contro il Wigan, entrambe decisive per cogliere almeno l’1-1. Corsa e cuore, con sufficiente qualità: tutto quello che un manager sogna da un mediano.

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Sono Alfonso Alfano, 32 anni, della provincia di Salerno ma da anni vivo in Spagna, a Madrid. Appassionato di sport (calcio, tennis, basket e motori in particolare), di tecnologia, divoratore di libri, adoro scrivere e cimentarmi in nuove avventure. Conto su svariate e importanti esperienze sul Web.

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