Il match regala un’emozione già in avvio, proteste milaniste per l’atterramento in area di Pazzini, il rigore sembra netto ma l’arbitro lascia correre. Gran ritmo, attacco del Milan molto mobile e propositivo mentre lo Zenit cerca la ripartenza veloce per innescare Hulk e Danny. I rossoneri sono molto aggressivi in mezzo al campo: Ambrosini, tra i più tonici, rivendica un posto da titolare. Al 20′ Hulk prova la percussione, contiene la retroguardia rossonera, un minuto più tardi Lombaerts riesce ad anticipare Pazzini in extremis. La gara rimane piacevole, Flamini ci prova da fuori ma non trova lo specchio. I russi si abbassano, Spalletti si lamenta per la lentezza del contropiede e ha ragione. Al 34′ i suoi si fanno concreti e, dopo una combinazione veloce in area con Semak, Danny trova la porta con un bel diagonale. Zenit in vantaggio, risultato sorprendente vista l’inerzia dell’incontro, il Milan accusa il colpo. Al minuto 37 Bojan prova ad emulare Mexes, ma la sua rovesciata si perde abbondantemente a lato, Malafeev si salva con i pugni tre minuti più tardi sulla legnata di Flamini. I rossoneri vanno al riposo sotto.
Allegri non ricorre a cambi nell’intervallo, i russi sono ben disposti in campo e rendono la vita difficile ai rossoneri, soprattutto a Boateng e Bojan che non riescono a trovare varchi utili. Hulk si rende ancora pericoloso in contropiede, difesa rossonera in affanno, ma è proprio dalla retroguardia che al minuto 52 parte una bella azione del Milan. Acerbi esce a testa alta e poi apre per Boateng, palla in mezzo per Pazzini che trova sulla sua strada un ottimo Malafeev, bravo a deviare in angolo con il piede. Gli spazi per il Milan sono pochi, Allegri tenta di forzare la cassaforte russa con l’astuzia di Robinho, entrato al 64′ al posto di Mesbah. Boateng all 66 ci prova da fuori, tentativo velleitario, palla che passa abbondantemente sopra la traversa. Il Milan ci sta provando, correndo anche rischi, ma la retroguardia russa tiene benissimo e Danny – ottima la sua prestazione stasera – alleggerisce la pressione ripartendo a tutta velocità. Al 73′ Bojan non sfrutta un buon pallone in area, temporeggia troppo, e la difesa può chiudere. A dieci minuti Milan tenta il tutto per tutto, dentro El Shaarawi al posto di Flamini, ne esce un 4-2-3-1 ultra offensivo. Lo Zenit, di contro, toglie Hulk per dare sostanza al centrocampo e Danny resta unico punto di riferimento in avanti. Curioso siparietto all’uscita del brasiliano, che ne dice di tutti i colori all’indirizzo di Spalletti, il tecnico cerca di tenerlo buono. Minuto 83, Robinho dall’angolo dell’area ci prova con un gran destro a rientrare ma la sfera esce di poco. Passano due minuti, altra grande palla gol, El Shaarawi lavora un bel pallone in area, il suo diagonale esce di poco. Entra il giovane Petagna, classe 1995, il Milan continua a provarci e si espone al contropiede. Il risultato non cambia più, finisce 0-1, punizione ingiusta per i rossoneri, che per l’impegno profuso avrebbero meritato di più ma il biglietto per gli ottavi è comunque in tasca. Soddisfazione anche per i russi, che ottengono la terza posizione nel girone, utile per l’Europa League.
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