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La strana esultanza di Kroos, il record di presenze di Parensen e l’esultanza di Wood contro gli ex

Sarà che non ci vogliamo emotivamente distaccare dalla bellissima prestazione con cui l’Union Berlin ha vinto 3-0 contro il Monaco 1860, ma ritorniamo sui nostri passi perché il match di domenica ha regalato non solo tre punti, ma anche tre storie differenti. Michael Parensen, che non è partito nell’11 titolare, ma è entrato al 57’ per sostituire Toni Leistner, ha raggiunto quota 161 presenze in Zweiteliga con la maglia dell’Union, condividendo questo primato con il mostro sacro Torsten Mattuschka. Nessun’altro ha fatto meglio di loro: il 29enne difensore, che tra l’altro ha dato avvio alla rete del 2-0 con uno splendido lancio di 50 metri per Wood, è nella squadra berlinese da gennaio 2009, quando la squadra, allora in Dritteliga, era pronta per approdare nella serie superiore. Insomma, considerando anche gli infortuni del già citato Leistner e anche di Schönheim, Parensen potrebbe stabilire il nuovo record già nella prossima sfida contro il RB Leipzig.

Parensen in scivolata. Foto: Groundhopping etc.

Nel galateo calcistico, da anni oramai, va di moda non esultare se si segna contro un ex-squadra, ma quando all’80’, Bobby Wood ha realizzato la rete del 2-0 dopo una galoppata spalla contro spalla contro il capitano avversario Schindler, non ha pensato minimamente a stare in silenzio e a capo chino. L’americano, alla prima stagione con la maglia dell’Union, ha puntato la mascotte della società, Ritter Keule, e saltando addosso, si è visto, poi, raggiunto da tutta la squadra. Un’esultanza energica per lui che calcisticamente si è formato in Germania proprio nelle file del Monaco 1860: trasferitosi dagli Stati Uniti a 14 anni, il talentino Wood è cresciuto nelle giovanili della squadra bavarese fino a metter piede in prima squadra, dove, però non ha trovato continuità e spazi. E soprattutto gol. Già nella sessione di mercato invernale della passata stagione, il Monaco 1860 aveva dato in prestito l’attaccante all’Erzgebirge Aue; poi, dopo la retrocessione di quest’ultima, Bobby è passato all’Union. Il riscatto è fissato a 800mila euro, ma prima di pensare alla prossima stagione, tutti in casa berlinese fanno tifo per Wood: ormai divenuto beniamino dei tifosi, il numero 15 ha segnato 9 reti stagionali, 4 solo girone di ritorno e punta il record di Polter e di Ristic con 14 gol in Zweiteliga.

L’esultanza di Wood. Foto: Groundhopping etc.

Felix Kroos, forse, è stato il regalo che la società ha voluto dare a tutto l’ambiente per festeggiare i 50 anni del club. Fratello del galáctico Toni, Felix, in prestito dal Werder Brema, ha subito dimostrato di appartenere ad una stretta élite di talenti già pronti per calarsi nei panni del leader. Il suo bel gol, il primo ufficiale con la maglia dell’Union e il primo dinanzi al pubblico delll’Alte Försterei, ha sbloccato la sfida contro il Monaco 1860, già al sesto minuto di gioco. Quello che, però, ha incuriosito è la particolare esultanza dopo la marcatura: il numero 23 ha alzato le braccia e ha stretto la mano destra al polso sinistro. Messaggio politico? Macché, è lui stesso a svelarlo nel dopopartita: «Volevo salutare il mio cane che mi manca tanto». Nascosto sotto al polsino, infatti, c’è un braccialetto dedicato a Barney, un Golden Retriever, che per la celerità del passaggio dal Werder a Berlino è rimasto ancora a Brema. Nessun messaggio diretto ai suoi genitori, a qualche amico o alla sua fidanzata, ma al suo amico a quattro zampe. E lo stesso Kroos ci ride su: «Avevo anche un braccialetto della mia ragazza, ma si è rotto».

Kroos in compagnia del suo cane Barney. Foto: Bild.de
Giovanni Sgobba

Giornalista, nato a Bari in un ambiente dove gli si diceva di tifare per i bianco-rossi, ha seguito il suggerimento alla lettera appassionandosi all'Union Berlin. Fidanzato ufficialmente con il club dal 12 agosto del 2012 quando ha assistito ad una partita per la prima volta nello stadio An der Alten Försterei. Ama i cappelli: i suoi, quello di De Gregori, di Charlie Brown, di Alan Grant e di Nereo Rocco.

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Giovanni Sgobba

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