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Bayern Monaco-Porto 6-1 – Porto ubriacato, il Bayern chiude il set e va in semifinale

BAYERN MONACO-PORTO 6-1 – Doveva ribaltare due goal di scarto. Impresa impossibile? Forse per dei comuni mortali; non per il Bayern di Pep Guardiola, dato in settimana finito da decine di quotidiani e che ha risposto alla grandissima, un secco pokerissimo al Porto maturato in meno di un tempo, una prova di forza stratosferica. Chapeau.

LE FORMAZIONI – Pep Guardiola davanti al suo pubblico (come sempre c’è il tutto esaurito all’Allianz Arena) deve fare a meno di Benatia, Javi Martinez, Alaba, Robben e Ribery. Formazione, quindi, presto fatta: 4-2-3-1 con Neuer tra i pali; Rafinha, Boateng, Badstuber e Bernat in difesa; Alonso e Lahm da schermo; Gotze, Thiago Alcantara e Muller dietro a Lewandowski. Lopetegui deve rinunciare invece ai terzini titolari Danilo ed Alex Sandro, entrambi squalificati. Davanti a Fabiano, larghi, giocano allora Reyes e Martins Indi, centrali Ivan Marcano e Maicon. In mediana Casemiro è il vertice basso, Herrera e Oliver Torres ai lati; tridente d’attacco con Quaresma, Jackson Martinez e Brahimi.

BAYERN SCHIACCIASASSI – Che per il Porto sarà una serata molto lunga si capisce sin dalle prime battute di gioco, quando i tedeschi cingono subito d’assedio l’area di rigore lusitana. I lusitani subiscono soprattutto sulle corsie laterali, dove Reyes e Martins Indi (entrambi centrali difensivi adattati) vengono travolti dagli avversari. Eppure, la prima occasione viene costruita centralmente: Lewandowski verticalizza su Muller che impegna Fabiano; sulla ribattuta arriva velocissimo il polacco che però centra il palo. Siamo al 10′ e il Porto vacilla già. Quattro minuti dopo il Bayern la sblocca: cross di Bernat, perfetto stacco di Thiago Alcantara che anticipa un distratto Maicon e fulmina Fabiano. I ragazzi di Guardiola vanno ai cento all’ora, quelli di Lopetegui nemmeno sono scesi in campo. Al 22′ il parziale dell’andata è già ribaltato: corner tedesco, torre di Badstuber, incornata di Boateng che si insacca alle spalle del tutt’altro che reattivo Fabiano. E’ pura accademia tedesca: minuto 27: azione capolavoro dei padroni di casa: Lahm per Muller, di prima per Lewandowski, colpo di testa e rete (Fabiano nuovamente non irreprensibile). Il Bayern è un ciclone che si abbatte su un avversario completamente inerme ed impotente: al 35′ conclusione dalla distanza di Muller, deviata da Maicon, che batte nuovamente un Fabiano appisolato. Passano cinque minuti, è c’è il pokerissimo: Lewandowski fa tutto da solo e calcia in diagonale. Palla all’angolino.

SET E MATCH – L’incubo del Porto termina nella ripresa, quando il nuovo assetto tattico disegnato da Lopetegui (un più accorto 5-3-2), ma soprattutto il calo di intensità di ritmo imposto alla sfida dal Bayern, permette ai lusitani di rifiatare e provare a farsi vedere dalle parti di Neuer. Non succede nulla per venticinque minuti, poi Jackson Martinez (73′) incorna in rete un bel cross di Ricardo Pereira (entrato alla mezz’ora per un imbarazzante Reyes) e trova il goal della bandiera. Una rete che dà anche un minimo di coraggio agli ospiti, che sognano in un’impresa che avrebbe del clamoroso. Al 77′ Martinez ci prova dal limite: la palla sibila pochi centimetri accanto al palo di Neuer. La rete che avrebbe riaperto clamorosamente il discorso qualificazione non arriva. Il Bayern capisce che forse è il momento di tornare a fare sul serio: Lewandowski sfiora la propria tripletta, Ivan Marcano si fa cacciare (doppio giallo), Xabi Alonso chiude il set su calcio di punizione. Ma contro questo Bayern, non sarebbero bastati neanche ventidue giocatori per strappare la qualificazione.

 

 

Matteo Mongelli

Classe '94, piemontese di nascita, tra un esame universitario e l'altro segue il calcio alle temperature più improbabili, dalla Scandinavia alla vecchia terra degli Zar. Russofilo e (a breve) russofono, sogna di diventare direttore sportivo e di vivere a San Pietroburgo. Guai a disturbarlo quando gioca il Krasnodar: potrebbe uccidere.

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Matteo Mongelli

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