Il campionato rumeno va in letargo per la lunga sosta invernale, pausa ideale per tirare le somme di metà stagione. E i conti non tornano; la Liga rumena è ufficialmente un campionato dissanguato, povero sia finanziariamente che tecnicamente. La mancanza di investimenti e la conseguente impossibilità di progettare a medio termine ha provocato l’inevitabile diaspora dei migliori tecnici della Liga rumena (da Flavius Stoican della Dinamo a Miriuta del Cluj) e dello stesso commissario tecnico della nazionale Piturca, che ha preferito (come fece la scorsa stagione il tecnico dello Steaua campione Reghecampf) i petroldollari mediorientali. Come in un “domino” altra conseguenza è la poca competitività dei club rumeni fuori dai propri confini, tutti già oggi fuori dalle competizioni internazionali; dopo il Petrolul (già eliminato ai preliminari di Europa League in estate) esclusi anche l’Astra Giurgiu (impresa ai preliminari eliminando il Lione poi ultimo posto nel girone di Europa League vincendo solo un match) e la stessa Steaua che, perso clamorosamente dal playoff Champions’ (ai rigori contro i blugari del Ludogorets, ricorderete l’improvvisato portiere Moti) è riuscita ad essere eliminato anche dall’abbordabile girone di Europa League, iniziato con un perentorio 6-0 ai danesi dell’Aalborg e mestamente concluso con due inopinate sconfitte proprio in Danimarca e in casa contro la Dinamo Kyev già qualificato.
C’è bisogno di voltare pagina e potrebbe essere utile a tal fine la prossima riforma dei campionati professionistici voluta dal giovanissimo presidente della Federazione rumena (in carica dal marzo scorso Razvan Burleanu, appena 30 anni!) che come primo esito ridurrà giustamente il numero dei club professionistici (sei retrocessioni dalla massima serie); troppi i fallimenti nelle ultime stagioni con la scomparsa di club gloriosi, l’ultimo il Vaslui. Resta proprio la Steaua la “stella polare”, nonostante il precoce addio in Europa, l’alfiere del calcio rumeno e, di fatto, l’unico club “benestante” finanziariamente, sebbene sia legato a doppio filo alle vicende giudiziarie del suo presidente Becali.
LA STORIA – Quanto è strana questa liga rumena! In molte partite si vedono più calci che calcio come dimostra la vicenda delle due maxi-squalifiche (ben 16 turni di stop!) comminate a Seroni del Viitorul e Muresan del Mures autori di due falli violenti rispettivamente ai danni di Bancu del Craiova (caviglia rotta) e di Rusescu dello Steaua (zigomo fratturato e il rischio, scongiurato, di perdere un occhio). Nello stesso torneo troviamo però anche una storia edificante per tutto il calcio, una storia di (stra)ordinario razzismo. Protagonista la punta brasiliana del Concordia Chajina Wellington oggetto durante il match casalingo contro il Rapid Bucarest di pesanti insulti razzisti da parte dei tifosi ospiti e del lancio di una banana; la Federazione rumena ha però individuato (allora si può!) proprio l’autore del lancio del frutto e poi organizzato un incontro tra le due parti. Fa effetto ma la foto qui vicino dimostra la riconciliazione tra Wellington e il “tifoso” che lanciò la banana che, scusandosi, ha promesso di diventare il suo più grande fan ricevendo in regalo anche una maglietta autografata dal brasiliano. “Ammetto che mi sono sbagliato e mi dispiace. Mi scuso e lo aspetto per la partita di ritorno, sarò il suo più grande sostenitore” .
CLASSIFICA (dopo 17 giornate) – 43 punti Steaua; 34 Cluj; 33 Petrolul Ploiesti; 30 Astra, Targu Mures; 29 Craiova; 27 Botosani; 26 Dinamo Bucarest; 21 Viitorul; 19 Brasov; 18 Univ. Cluj, Pandurii, Gaz Metan; 17 Chiajna; 14 Ceahlaul; 12 Iasi, Otelul Galati; 11 Rapid Bucarest
LA SORPRESA – Il Craiova neopromosso (da ricordare, club nato nel 2013 dalle ceneri del glorioso Fc Craiova fallito e ripartito dalla seconda serie). Due punti nelle prime sei partite e già la depressione che avvolgeva l’ambiente. Poi il cambio di guida tecnica, passando da Ionel Gane a Emil Sandoi (ex ct dell’under21) e il cambio di passo. Un cammino strabiliante per “i Leoni di Banie” otto vittorie e tre pareggi in undici partite, un cammino da Europa; ancora più incredibile considerando una rosa rivoluzionata in estate (unici punti fermi il terzino mancino Vatajelu, il trequartista Felfelea e la punta Curelea).
LA DELUSIONE – La Dinamo Bucarest, quarta la scorsa stagione e attesa in questa al salto di qualità. Finora è invece una stagione di ridimensionamento non annunciato ma appurato da tutti, Flavius Stoican compreso. Il miglior tecnico emergente rumeno (38 anni) è stato costretto ad abbandonare la nave proprio per la mancanza di prospettive di competere per le prime posizioni. A metà campionato “i cani rossi” hanno già 17 punti dai rivali della Steaua.
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Come è andata a finire con il nome Steaua? La squadra può chiamarsi ancora così?
Situazione surreale, il club ha perso una causa col Ministero della Difesa che lo accusava di essersi appropriato indebitamente del marchio "Steaua". Si è raggiunta una tregua fino a fine anno (anche se nel match contro lo Iasi hanno giocato con maglia gialla e una "toppa" sul simbolo della squadra e i telecronisti che non pronunciavano quel nome ma usavano perifrasi come "i campioni" o "la squadra di casa"). Non so come finirà, per il calcio rumeno sarebbe un'altra mazzata dopo lo scandalo delle false fatturazioni per operazioni di calciomercato che ha portato in carcere diversi dirigenti tra cui la leggenda Giga Popescu; spero ci sia un accordo, magari una concessione da parte dello Stato del nome.