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Bate Borisov-Athletic Bilbao 2-1: il Bate schianta i baschi, dov’è finito l’Athletic?

In quel di Barysaŭ va in scena una gara di Champions League tutta da vivere, tra il Bate Borisov di Yermakovich, campione di Bielorussia in carica nonché chiamato a riscattare la pessima prestazione offerta contro il Porto, e l’Athletic di Valverde, reduce da un pessimo momento di forma e dal pareggio interno contro lo Shakhtar nel turno precedente. I gialloblu si affidano al 4-5-1 con Chernik tra i pali, disastroso nella debacle contro i Dragões, Khagush, Filipenko, Mladenović e Polyakov nel quartetto difensivo, Yablonski, Karnitski, A.Volodko, Gordeychuk e M.Volodko sulla linea mediana, più l’ariete Signevich davanti. Gli ospiti, invece, si presentano al Barysaŭ Arena con il consueto 4-2-3-1 (che in fase offensiva si trasforma nel più classico dei 4-3-3), ma con alcuni cambi rispetto all’undici schierato contro l’Eibar: capitan Gurpegi finisce in panchina a scapito di San José mentre Beñat rileva Borja Viguera (neanche convocato) collocandosi sulla trequarti, dove, di fronte ai soliti noti Rico ed Iturraspe, imperversano Muniain ed Ibai Gomez, pronti ad assistere l’unica punta Aduriz.

Non è bastato ai baschi il gol di Aduriz

L’Athletic cerca di fare la partita, ma i bielorussi si dimostrano un avversario solido e compatto, più ostico del previsto soprattutto in virtù del clima casalingo, sempre pronto a spronare i ragazzi di Yermakovich e a spingerli all’attacco. Alla prima vera occasione da rete, infatti, il Bate passa in vantaggio: corner di Volotko, Signevich prolunga il pallone sul secondo palo, Polyakov anticipa Iturraspe e mette dentro a porta spalancata, approfittando di una dormita generale della retroguardia ospite (18′). I zurigorriak, incredibilmente in balia della squadra di casa ed incapaci di imporre un proprio gioco, provano a reagire con un destro strozzato di Beñat (27′), ma è sempre il Bate a rendersi pericoloso, questa volta con Signevich, che colpisce il palo da buona posizione (32′). I tiri in porta sono un’astrazione per la squadra di Valverde, il possesso palla non porta a nulla e il Bate raddoppia, questa volta con Karnitskiy, bravo a trafiggere Iraizoz con un sinistro da fuori area – complice anche una sfortunata deviazione di Iraola – a seguito di un’ottima iniziativa del solito Signevich (41′). All’ultimo respiro però, l’Athletic accorcia le distanze grazie a un bel gol del solito Aduriz, abile a sfruttare un lampo di Muniain e a fulminare Chernik (45′).

La ripresa si apre con due cambi tra le fila dell’Athletic: fuori gli impalpabili Ibai (più decisivo quando subentra dalla panchina) e Mikel Rico, dentro Susaeta e De Marcos, che va ad occupare la posizione di Beñat, arretrato sulla linea mediana per impostare il gioco. I Leones giocano meglio, l’ingresso dell’esterno cresciuto nel Baskonia offre più spinta sulla corsia di destra, ma è ancora il Bate a creare grattacapi alla retroguardia basca, sprecando una grande occasione con Signevich, il quale, da buona posizione, spedisce il pallone sopra la traversa (69′). Con l’intento di aggiungere forza fisica al reparto avanzato, Valverde manda in campo Toquero al posto di Iraola, arretrando De Marcos a terzino destro e Susaeta sulla trequarti, ma è tutto inutile perché, nonostante l’assedio finale, il Bate vince meritatamente e vede la luce. Per l’Athletic è notte fonda, la luce è un’astrazione, proprio come il gioco: dov’è finita la squadra che ha eliminato il Napoli? Dove sono finiti i colpi di Muniain, vero e proprio ossigeno del club? I baschi devono assolutamente rispondere a questi quesiti, altrimenti l’accesso agli ottavi è compromesso, così come la permanenza in Liga, divenuta più un obiettivo da raggiungere che una certezza.

Francesco Pietrella

Romano, studente di Scienze Politiche alla Luiss. Ho collaborato con Goal.com, Sportcafè24 e granatissimi.com, ora scrivo per Football-Please, dove curo la rubrica Firms and Rivalries, e per l'Intellettuale Dissidente, dove ricopro il ruolo di caporedattore sportivo.

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