Calcio d’inizio, boato dello stadio. Bellissimo. Messico subito in avanti, buona occasione su punizione per Márquez ma la palla si perde sul fondo. C’è ritmo, c’è voglia di vincere, al sesto minuto Banguera deve intervenire su Peralta. Nessuna occasione clamorosa, al minuto 18 Peña e Peralta combinano bene nell’area avversaria ma non ne esce niente, il Messico deve tenere gli occhi aperti soprattutto sulle corsie. Gara che resta sul filo dell’equilibrio fino al 33′ quando Luis Montes, servito da Peralta, lascia partire un grande sinistro da fuori area che non lascia scampo a Banguera. Bravo il centrocampista del León, 166 cm di statura ma tanta qualità. E altrettanta sfortuna perché appena tre minuti dopo l’entrata di Segundo Castillo gli piega la gamba. Non ci vuole un genio per comprendere la gravità dell’infortunio, i volti di Guardado e Dos Santos fugano gli ultimi dubbi: frattura, addio Mondiale.
Il povero Montes viene rimpiazzato da Fabián, mentre Rueda toglie dal campo il killer Castillo, anche lui malconcio, dentro il giovane Gruezo dello Stoccarda. Proprio il nuovo entrato va duro su Guardado, niente giallo per lui ma l’atteggiamento ecuadoregno lascia perplessi. Per non dire altro. Il primo tempo finisce 1-0, possesso palla di marca Tricolor.
Grande show nell’intervallo, cantanti, ballerini, dj, torna l’atmosfera di festa rovinata dal brutto infortunio di Montes, arrivano conferme circa la frattura della tibia, per Herrera non c’è tanto da ridere, sarà costretto a rimettere mano alla lista dei convocati. Brutte notizie anche per Segundo Castillo, subito all’ospedale per danni ai legamenti del ginocchio, piange anche l’Ecuador. Serata disgraziata. Altri 45 minuti da giocare, un cambio per parte, Valencia per Ayoví e Vázquez per Peña.
La seconda frazione di gioco parte a ritmi più alti di quelli che hanno chiuso il primo, Montero trova buoni spazi sulla sinistra, dall’altra parte è Dos Santos a rendersi pericoloso, salta due difensori ma non riesce a concretizzare. Ma non è il campo a tenere con il fiato sospeso i tifosi messicani, problemi pure per Rafael Márquez. L’ex Barcellona lascia il campo per Salcido, poi viene portato all’ospedale perché si sospetta la frattura di un dito del piede destro. Peralta prova a dare spettacolo con una rabona, all’ora di gioco l’Ecuador sfiora il gol del pari, Erazo salva sulla linea (forse mano), l’arbitro assegna una rimessa dal fondo inventata. Finalmente gioie per il pubblico messicano, entra in campo il Chicharito e Fabián raddoppia con una prodezza balistica. Nervi tesi, Enner Valencia viene ammonito dopo uno scambio d’idee con Herrera. La gara ormai è già decisa, a un quarto d’ora dal termine il portiere ecuadoriano Banguera ci mette il carico mandando in porta il tre a zero. Discorso chiuso, Giovani prende il palo e poi lascia il campo tra gli applausi, Enner Valencia accorcia le distanze ma siamo a dieci dallo scadere. Ecuador proteso in avanti per riaprire la gara, finisce però così. Vittoria amara per il Messico, che fa vedere buone cose ma perde pezzi importanti, certa le defezione di Montes, è molto probabile pure quella di Rafa Márquez, leader carismatico del gruppo.
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