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Sir Alex Ferguson, alcune anticipazioni dalla sua attesissima autobiografia

FERGUSON LIBRIO – La vita dell’allenatore più vincente della storia del calcio è ufficialmente letteratura: Alex Ferguson, my autobiography è stato presentato ieri nel cuore di Londra ed è già candidato al titolo di libro sportivo dell’anno. L’allenatore scozzese, 71 anni, ritiratosi a maggio dopo 26 anni  di leggendaria carriera alla guida del Manchester United (38 trofei, tra i quali 13 Premier, 2 Champions, 1 Mondiale per club, 1 Coppa Intercontinentale e 5 Coppe d’Inghilterra) ha raccontato la sua parabola straordinaria affidandosi alla penna di Paul Hayward, firma prestigiosa del Daily Telegraph.
C’era molta attesa per questa anteprima mondiale: Arsene Wenger, 64 anni, che dopo l’addio di Ferguson è il nuovo patriarca della Premier, lo aveva ammesso nella conferenza stampa di vigilia di Champions. Le attese non sono deluse perché era molta la carne al fuoco: dal rapporto luci e ombre con David Beckham ai dissidi con Benitez, Wenger, Roy Keane e Ruud Van Nistelrooy. C’è pure molta Italia: Capello, Mancini, Ancelotti, Maldini, Zola.
Il primo aneddoto, forse quello che ha fatto più discutere la stampa e i tifosi dello United: Ferguson ricorda il famoso episodio dello scarpino lanciato involontariamente contro Beckham durante una discussione accesa nello spogliatoio: “David è un ragazzo meraviglioso che conosco da quando aveva 12 anni. Voleva diventare un grande calciatore e ci è riuscito. Un giorno ha però creduto di essere diventato più grande e più forte di Alex Ferguson. E’ stato in quel momento che ho deciso la sua cessione. Un allenatore non può mai permettere ad un calciatore di governare lo spogliatoio. L’incontro con Victoria lo ha sicuramente condizionato. Beckham è l’unico giocatore che ha scelto deliberatamente di diventare famoso. Ora è un’icona di tutti i bambini del mondo”.
Poi un altro argomento scottante: il rapporto con Keane: l’ex leader dello United è stato una delle teste più calde allenate da Ferguson: “La parte più difficile del suo corpo è la lingua. Può distruggere una persona sicura di sé in pochi secondi. Con lui ci sono stati momenti di grande attrito. Cercò di imporre la sua volontà sul resto dello spogliatoio”.
Non poteva mancare un accenno a Cristiano Ronaldo: “E’ il ragazzo più talentuoso tra tutti quelli che ho allenato. Quando Calderòn cercò di portarlo al Real, gli dissi che dovevano passare sul mio corpo per consentire una cosa del genere. Non mi piacque il comportamento di Calderòn”.
Da Ronaldo a Rooney: “Dopo la conquista del titolo, lo scorso maggio, venne nel mio ufficio per dirmi che voleva lasciare lo United. Si sentiva giù fisicamente, ma ora è tornato ai suoi livelli”.
Ferguson passa poi a parlare dell’ attuale allenatore Moyes: “Presentare il libro in questi giorni è scomodo per parlare dello United, ma vi assicuro che darò il mio sostegno a Moyes così come Matt Busby sostenne il sottoscritto quando arrivai a Manchester”.
Fergie poi comincia a parlare dei suoi colleghi/rivali, per primo Benitez: “Ha commesso un errore: ha messo la rivalità tra noi due sul piano personale. Io dovevo solo aspettare nuovi successi per ribadire chi è Alex Ferguson”.
Lo scozzese passa poi a parlare di Mancini: “Il titolo perso nella volata con il Manchester City è la delusione più cocente della mia carriera di allenatore. Mancini è un ottimo intenditore di vini, ma sbagliò a reintegrare Tevez dopo lo scontro di Monaco. Si rimangiò le parole dopo aver detto che Carlitos non avrebbe mai più indossato la maglia del City. Il suo fu un segnale di debolezza”.
Inaspettatamente ha una parola anche per il grande ex capitano del Milan, Paolo Maldini: “E’ il miglior calciatore italiano che ho incrociato nella mia carriera. Un talento fantastico. Avrei voluto portarlo allo United, ma non fu possibile”.
Poi parla anche del ex piccolo genio Gianfranco Zola: “Giocava con il sorriso. Faceva cose incredibili. E’ il miglior italiano che ha giocato in Inghilterra”.
Ferguson ricorda anche le grandi sfide con la Juventus di Lippi, negli anni ’90: “La Juve degli Anni 90 dominava in Europa; le due semifinali di Champions nel 1999 furono partite leggendarie. Un avversario straordinario”.
Insomma, l’ autobiografia più attesa dell’ anno è ora in edicola e in Italia arriverà a novembre: prepariamoci alle riposte dei diretti interessati e a qualche polemica per le parole sincere ma talvolta dure di Sir Alex Ferguson

Andrea Antoniacomi

Sono nato il 23 febbraio del 1990 a Pieve di Cadore, mi sono diplomato per l'istituto Leonardo da Vinci di Belluno con 80/100 e attualmente studio scienze della comunicazione politica e sociale all' università Cattolica del Sacro Cuore a Milano. Amo il calcio fin da bambino: per me questo sport è tutto: passsione,gioia,divertimento, dolore, esaltazione,amore,ecc.; seguo anche gli altri sport :) Vorrei diventare, un giorno, un giornalista professionista e coronare così il sogno di una vita.

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