“Assumevo tanta c****a in una sola sera”: la Serie A e una Champions | La droga lo ha bruciato
Torino 1992-1993 (Wikipedia) - tuttocalcioestero.it
Un’ex stella della Serie A, che in carriera ha vinto anche la Champions League, ha raccontato di aver avuto problemi devastanti con la droga.
Dalle luci della ribalta in Serie A ed in Europa, all’inferno della droga, passando per la Nazionale e la conquista di una Champions League. Il protagonista di questa storia d’eccessi è stato un centravanti dotato di una notevole forza fisica, abbinata anche ad una buona progressione ed una spiccata dote tecnica. Nato in Brasile nel 1963, dopo esser cresciuto nel Corinthias è arrivato in Europa a metà anni ’80.
Nella stagione 1986-87 viene tesserato dal Porto. Con la squadra lusitana non trovò molto spazio in campionato, appena sei le presenze con una rete, ma partecipò alla conquista della Coppa dei Campioni al termine della stagione. Dopo essersi laureato campione d’Europa arrivò la chiamata dal campionato italiano.
Ad aggiudicarsi il centravanti brasiliano nell’estate del 1987 fu l’Ascoli, guidato all’epoca dal presidente Rozzi. Il sudamericano giocherà tre stagioni in bianconero, collezionando 38 reti in 96 presenze tra Serie A e Serie B. Dopo aver vinto il titolo di capocannoniere del campionato cadetto il calciatore passò al Torino.
Erano gli anni in cui la squadra granata poteva ancora fare la voce grossa, non solo in Italia. Alla prima stagione il Toro arriverà terzo in classifica, eliminando il Real Madrid nella semifinale di Coppa Uefa, poi persa contro l’Ajax. Il centravanti siglò anche due reti nella finale d’andata contro gli olandesi. La stagione successiva invece i granata conquistarono la Coppa Italia, ultimo trofeo messo in bacheca fino ai giorni nostri.
La Champions, la Serie A e i demoni della droga
Questo attaccante, rimasto nella memoria di tanti tifosi italiani, risponde al nome di Walter Casagrande. Il brasiliano raccolse anche 18 presenze con la nazionale verde oro, siglando 8 reti.
Nel 1996 ha appeso gli scarpini al chiodo, chiudendo la carriera di una delle icone calcistiche più amate dai tifosi a cavallo tra gli anni ’80 ed i ’90. Molti anni dopo il ritiro ha aperto una pagina buia della propria vita.

Dai gol e trofei al baratro della droga
Nel 2013 l’ex attaccante pubblica un libro dal titolo esplicito: “Casagrande e i suoi demoni”. Nelle pagine il brasiliano racconta i problemi avuti con la droga: “In una sera ero capace di sniffarmi tre grammi di cocaina e poi iniettarmi una dose d’eroina.”
L’ex Serie A ha aggiunto: ” Ho avuto 4 overdose. Dopo un anno di ricovero sono rinato.” Una storia che ha toccato tutti i tifosi che hanno seguito le sue vicende in campo, dalla ribalta all’inferno, andata e ritorno.
