Prove schiaccianti: la Corte d’Appello sotterra il Napoli, stagione buttata | Peggio dell’eruzione del Vesuvio

Prove schiaccianti: la Corte d’Appello sotterra il Napoli, stagione buttata | Peggio dell’eruzione del Vesuvio

Il Napoli nel mirino dei magistrati - LaPresse - Tuttocalcioestero.it

Doccia gelata sul Napoli che rischia di finire nel mirino della magistratura ordinaria. Il presidente De Laurentiis non è affatto sereno

Il Napoli trema e le paure sono legittimate da alcune novità emerse dalle indagini condotte dalla magistratura ordinaria. Come riportato dal sito sportfanpage.it il club azzurro torna nel mirino della Procura di Roma, titolare dell’inchiesta sulle plusvalenze gonfiate.

È la stessa identica indagine che ha portato la Juventus a subire più di due anni fa pesanti sanzioni dagli organi della giustizia sportiva. Sanzioni che non hanno invece colpito il Napoli in relazione all’acquisto di Victor Osimhen dal Lille, avvenuto nell’estate del 2020.

Ebbene, proprio a tal proposito, la vicenda della trattativa con il club francese sta diventando sempre più oscura e opaca. A riaccendere le luci dei riflettori sui fatti risalenti all’estate del 2020 è il quotidiano La Repubblica.

I magistrati romani che hanno peraltro già chiesto il rinvio a giudizio del presidente De Laurentiis sono riusciti ad ottenere prove indiziarie molto pesanti come intercettazioni telefoniche e i messaggi scambiati tra l’allora direttore sportivo Cristiano Giuntoli e il suo vice Pompilio.

Napoli sotto assedio, prove inequivocabili

Cinque anni fa Victor Osimhen fu acquistato dagli azzurri per una valutazione complessiva di 70 milioni di euro, una cifra che secondo sarebbe stata gonfiata grazie all’inserimento di ben quattro contropartite tecniche altrettanto gonfiate. Fu evidente secondo la Procura della Capitale la volontà da parte del Napoli e dello stesso Lille di generare plusvalenze fittizie da mettere a bilancio. E il contenuto dei messaggi scambiati tra i dirigenti dell’epoca sembrano confermare in pieno quest’intenzione.

L’amministratore delegato Andrea Chiavelli non sembrava molto convinto dell’operazione prospettatagli dai responsabili dell’area tecnica tanto che il 17 luglio 2020, scambiando le bozze del contratto con il direttore sportivo Cristiano Giuntoli, inviava un messaggio piuttosto esplicito: “Speriamo rifiutino, sennò dovremo darci alle rapine“.

Giuntoli nei guai per il caso Osimhen
Cristiano Giuntoli coinvolto nell’inchiesta della Procura di Roma – LaPresse – Tuttocalcioestero.it

Intercettazioni inquietanti, De Laurentiis impallidisce

C’è poi una frase che viene poi riferita da Giuntoli al suo braccio destro e vice Giuseppe Pompilio (nessuno dei due è indagato a differenza del presidente De Laurentiis e dello stesso Chiavelli) che la dice lunga sull’opacità di questa vicenda.

Sto fermo, infatti mi ha detto di mandare la bozza sperando che non accettino. Devo parlare con Aurelio. Che terrorista. Il terrorista in questione sarebbe dunque Chiavelli, che pensa alle casse del club in un momento in cui le risorse sono limitate: “Questo è terrorismo psicologico”, risponde Pompilio secondo l’ordine dei messaggi riportato da ‘Repubblica’. Sebbene dunque per adesso non sembra che possano arrivare conseguenze per il Napoli, in futuro potrebbe non essere così. E a quel punto la stagione azzurra sarebbe fortemente compromessa.