Dopo quattro mesi e mezzo ci si può iniziare a fare un’idea di Fran Escribá e delle sue idee di calcio. Fin dal suo arrivo ci si era reso conto che la sua scelta era stata dettata da una serie di fattori per i quali la dirigenza avrebbe voluto cambiare il meno possibile per il dopo-Marcelino. Da questo punto di vista Escribá ribadì fin dalla conferenza stampa di presentazione di voler ricalcare il modulo di gioco del suo predecessore e di voler intervenire il meno possibile. E il suo Villarreal si è dimostrato molto simile a quello dell’ultimo Marcelino, quantomeno sotto il profilo dell’atteggiamento tattico. Lo dicono i numeri: se il Sottomarino giallo di Marcelino aveva battuto tutti i record difensivi societari, quello di Escribà li sta migliorando. Lo ha detto lui stesso: «Adoro non subire gol. Credo che il detto secondo il quale l’attacco fa vincere le partite e la difesa i campionati sia verissimo: noi non vogliamo vincere il campionato ma comunque raggiungere degli obiettivi ambiziosi». E lo hanno confermato i suoi giocatori. Lo stesso Jaume Costa qualche settimana fa spiegò come la fase difensiva del nuovo tecnico sia praticamente identica a quella impartita da Marcelino, cosicché le principali differenze siano rappresentate dai dettami offensivi.
La più lampante differenza tra i due allenatori può essere ricercata proprio nella fase offensiva. Sotto questo punto di vista Marcelino aveva attuato una radicale rivoluzione nell’estate 2015: dopo due anni e mezzo di calcio propositivo basato sulla circolazione della sfera, aveva deciso di impiegare uno stile di gioco più prudente esaltato dalle ripartenze verticali. Ma Escribà invece predilige la costruzione in fase d’attacco: i suoi calciatori devono potersi prendere il tempo necessario per ragionare ed esprimere al massimo le proprie potenzialità. E proprio grazie a queste indicazioni che è definitivamente esploso Manuel Trigueros, senza dubbio il miglior calciatore della squadra in questa prima parte di stagione. Un calciatore che Marcelino aveva sempre considerato, ma che preferiva lasciare in panchina contro formazioni più fisiche come Atlético Madrid o Athletic Bilbao, per poter giocarsi il controllo del centrocampo con un gladiatore come Tomás Pina. Ma il calcio di Escribá, per forza di cose molto più orizzontale, ha esaltato le qualità di tutti i centrocampisti, non solo Trigueros ma anche Roberto Soriano, Jonathan dos Santos e Castillejo. Soriano con i suoi quattro gol in Liga è il vice-capocannoniere della squadra dopo Sansone, Jonathan dos Santos è stato confermato sulla fascia, ruolo inventatogli ad hoc da Marcelino, mnetre Castillejo è completamente rinato sotto la sua gestione. «Escribá parla molto con noi giocatori e questo è buono, posso spendere solo buone parole per lui» ha detto a Catena SER in occasione del match a Málaga «Ha riposto in me molta fiducia sin da subito e spero di ripagarla, è quello di cui avevo bisogno. Ogni allenatore è un mondo a parte, lui e Marcelino sono differenti, però sono molto contento con Fran». E in campo l’ha dimostrato con prestazioni di livello altissimo.
