Il Manchester United non riesce a superare un Arsenal decisamente intimorito e baciato dalla sorte: Old Trafford non riesce a sorridere ai propri beniamini anzi strizza l’occhio alla dea bendata che oggi era seduta al fianco di Arsene Wenger sulla panchina dei Gunners. Gli uomini di Mourinho conducono la gara e sono bravi a portarsi in vantaggio grazie al gol del migliore in campo, Juan Mata, ma si sciolgono negli ultimi minuti a causa della rete di Giroud che da subentrato è quanto mai clutch (nel gergo cestistico con clutch vengono individuati i giocatori che sono decisivi negli ultimi istanti di una partita).
L’inizio del match è abbastanza combattuto: il Manchester United fa la partita, l’Arsenal aspetta e si affida all’estro di Mesut Ozil che esordisce con uno stop&tunnel da far vedere a chiunque ami questo sport. L’inerzia della gara si rivela essere a favore degli uomini di JM che ha ben disposto la sua compagine nonostante un Pogba evanescente: l’alto pressing dell’armata rossa costringe Elneny e Coquelin al solito arduo lavoro nella prima linea della trincea scavata da Arsene Wenger che, come i più grande strateghi, sa che l’attesa ricompensa gli sforzi compiuti; la prova difensiva dei Gunners è solida ed efficace se non fosse per quell’incredibile variabile x che come di consueto scombussola i piani. Quest’ultima porta il nome di Antonio Valencia che, in dubbio fino a poche ore prima del fischio finale, dimostra che i problemi fisici sono più che superati e offre a Nacho Monreal un paio di sedute gratis dallo psicologo. Motivo: continua a sognare un fantasma ecuadoriano.
Nella ripresa non cambia il canovaccio tattico ma Mou sembra aver motivato oltre modo i suoi ragazzi che aumentano ancor di più il pressing e poco dopo un’ora di gioco riescono a minare la resistenza armata dei Gunners: l’asse puro sangue spagnolo Herrera-Mata parla un linguaggio calcistico troppo veloce per gli avversari che non riescono né a fermare il cross rasoterra dell’ex Athletic Club né l’incursione perfetta del giocatore che fu del Chelsea. 1-0, l’Old Trafford esalta i valorosi militari al servizio del generale portoghese che viene acclamato da cori goliardici. Il calcio però resta pur sempre un gioco strategico e quella vecchia volpe di Arsene Wenger ne ha viste di cotte e di crude nella sua infinita carriera: la scelta ricade su Giroud e Chamberlain ed è quanto mai azzeccata. Se durante il primo tempo Valencia aveva mandato ai pazzi Monreal, in occasione del gol dell’1-1 Ox spedisce direttamente in terapia intensiva Rashford che non vuole più vedere ciò che è successo: numero da capogiro del laterale inglese che pesca all’interno dell’area di rigore il centravanti francese il quale svetta con un salto decisamente elegante e trasforma la sua rabbia in potenza fisica, quella che gli permette di scaraventare in porta la sfera e la frustrazione per non essere partito nell’undici titolare. La dea bendata sembra aver definitivamente voltato le spalle a Mourinho che però aveva impostato la gara nel migliore dei modi. Mera soddisfazione.
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