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Liverpool-Siviglia, le pagelle dei Reds: primo tempo da favola, secondo da incubo

E’ veramente difficile valutare la prestazione dei Reds stasera: che cosa bisogna considerare? Il primo tempo da favola o il secondo da incubo? Esprimere un’impressione univoca è veramente difficile, bisogna mediare, molti giocatori hanno disputato veramente una grande partita, ma a metà e poi si sono letteralmente dissolti nel nulla dopo il pareggio subito a freddo ad inizio ripresa.

Partiamo dalla retroguardia: il migliore è nettamente Clyne. Nel primo tempo è devastante con le sue percussioni sulla fascia, nella ripresa cala, ma sembra l’unico ad opporre resistenza. 6,5 per lui. L’altro terzino, Moreno, non convince più di tanto nel primo tempo, ma si propone spesso in avanti, mentre nel secondo tempo è il responsabile numero 1 della rete subita a freddo che cambia definitivamente la partita. Prima sbaglia il rinvio aereo, poi si fa saltare con un tunnel. Pessimo, voto 4. Il pacchetto centrale della difesa non ha minimamente retto, ma soprattutto non ha mai dato sicurezza alla squadra. Kolo Touré è rimasto sempre troppo basso, temendo il mismatch in velocità con Gameiro. Lovren ha distribuito spallate e calcioni, ma non ha quasi mai offerto una reale copertura. Perfino Mignolet non ha fatto molto, al di là di un buon intervento su Gameiro quando il risultato era ancora di 1-1. Per lui, però, un 5,5 ci può stare, peggio gli altri due: 4,5 Lovren, 5 Touré.

James Milner, il capitano, è stato un autentico trascinatore nel primo tempo, sempre presente, sempre in pressing, il primo a ripartire. Nella ripresa si è trasformato in una zavorra. Troppo molle persino in occasione dell’1-2, quando aveva la possibilità di intervenire sul pallone, ma ha temporeggiato eccessivamente, permettendo a Coke di ricevere e tirare. Facendo una media tra un primo tempo da 7 ed un secondo da 5, merita un 6. Va peggio ad Emre Can, mai in partita, mediocre nel primo tempo, al limite del disastroso nel secondo. Non si va oltre il 4,5. I trequartisti dei Reds, vera arma in più in molte occasioni, oggi hanno stentato. Firmino si salva con qualche buona giocata nel primo tempo, prima di essere sostituito intorno al 70′. L’ex Hoffenheim al 6 ci arriva, ma i suoi compagni di reparto no: Lallana fa veramente poco, ma ogni tanto ci prova e questo gli vale il 5,5, Coutinho tira una volta in porta, del resto della sua gara non si hanno notizie, 4,5Sturridge fa un gran bel gol e sembrava che finalmente potesse rivelarsi decisivo in un match importante. Non è solo colpa sua se tutto ciò non si è avverato: 6,5. I subentrati Origi, Allen e Benteké hanno inciso veramente poco. Origi si è anche beccato un’ammonizione subito dopo l’ingresso in campo, 5 per lui, troppo nervoso, 5,5 per gli altri due.

Infine Jürgen Klopp, emblema umano del “vorrei, ma non posso“. Sembrava aver trovato la giusta quadratura nel primo tempo, con una squadra capace di pressare alto e tenere in scacco il Siviglia nella sua metà campo difensiva. Un solo rischio su rovesciata di Gameiro, ma partita in pieno controllo e 1-0 fin troppo stretto. Poi il disastro. Che non abbia caricato a dovere i suoi per l’inizio del secondo tempo? Non ci crediamo, ma poi la partita non l’ha più ripresa e non è riuscito ad instillare neanche un briciolo di fiducia in una squadra che si stava sciogliendo sotto i riflessi della luna svizzera di Basilea. Per lui un 5,5 d’incoraggiamento, con una retroguardia più sicura forse ce l’avrebbe fatta. Certo, oramai non gli resta che riprovarci in terra britannica, dato che l’anno prossimo i suoi saranno fuori sia dalla Champions, avendo perso stasera, sia dall’Europa League, essendo arrivati ottavi in Premier.

Luca Petrelli

Cresciuto a pane e telecronache delle proprie partite con le figurine Panini sul campo di Subbuteo, sviluppa una passione viscerale per il calcio, che si trasforma presto in autentica dipendenza. Da sempre dalla parte degli underdog, non scambierebbe mai 1000 vittorie da cowboy con un unico grande successo indiano sul Little Bighorn. Tra una partita e l'altra, trova il tempo per laurearsi in economia, Tuttocalcioestero gli offre l'occasione per trarre finalmente qualcosa di buono dalla sua "malattia" per il pallone, strizzando l'occhio al sogno nel cassetto del giornalismo di professione.

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