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SPECIALE 50 ANNI UNION: 2005, 40 anni di soprusi della Dynamo spazzati via con un 8-0

Oggi, 20 gennaio, l’Union Berlin festeggia i suoi primi 50 anni di storia. Riviviamo assieme alcuni aneddoti particolari legati alla squadra dissidente dell’ex Germania Est.

Nessuna la chiamerà mai vendetta, ma a denti stretti, il 21 agosto del 2005, in molti quella parola l’hanno bisbigliata. Dal 1966, anno di ri-fondazione, l’Union Berlin ha giocato una lunga, tremenda, spossante e sfibrante partita che è durata quasi 40 anni. L’acerrimo nemico, il vicino di casa, era un’entità intoccabile, controllata dai potenti e che sotto la loro protezione riuscì a vincere loscamente anche 10 campionati di fila dal 1978 e il 1988 (record assoluto per la DDR-Oberliga). Il loro tifoso numero uno era Erich Mielke, capo della Stasi, la polizia segreta, e la Dynamo Berlin, solo per riempire la pancia di consensi dei politici, vinse partite tra soprusi e sconfitte umilianti inferte agli avversari. Una, pesantissima, vide come vittima proprio l’Union Berlin: era il 13 settembre 1968 e la Dynamo distrusse i rivali per 8-1. Un messaggio chiaro alla neonata formazione di Köpenick, che ancora oggi deve convivere con la più pesante e cocente sconfitta della sua storia.

Finché resse il potere della DDR, la Dynamo era inarrivabile, ma dopo la riunificazione della Germania, pian piano precipitò: l’ombra del suo passato non svaniva, negli anni ’90 affrontò crisi societarie e negli anni 2000 si è ritrovata addirittura in NOFV-Oberliga, la quinta serie tedesca. L’incantesimo infame ormai si era spezzato, la Dynamo era vulnerabile. Il 21 agosto 2005, per la prima volta dopo cinque anni, i due rivali di sempre si ritrovarono l’un dinanzi all’altro. Terza giornata di NOFV-Oberliga, all’Alte Försterei c’erano 14.020, ma dal settore ospite, ben presto, non si udì nemmeno un colpo di tosse. Le due squadre erano sprofondate negli abissi del calcio tedesco, ma un derby, anzi QUEL derby, non ci prendiamo in giro, lo si gioca solo per vincere.

Biglietto del match

Immaginate una clessidra: un bulbo era l’Union e l’altro la Dynamo. In quel momento storico, ogni granello di sabbia, ogni sconfitta umiliante, ogni partita truccata, avevano riempito la boccia dell’ex squadra della Stasi, lasciando a secco la porzione dell’Union. Ma d’un tratto, qualcuno decise che era arrivato il momento di rovesciarla: in quel pomeriggio di agosto, l’Union riacciuffò il suo passato e lo scaraventò nella porta della squadra avversaria. Otto gol a zero: doppietta di Torsten Mattuschka, due reti anche per Jack Grubert, addirittura tripletta per Karim Benyamina, in mezzo il 6-0 messo a segno da Jörg Heinrich, famoso in Italia per aver giocato anni prima con la maglia della Fiorentina. La Dynamo e i suoi tifosi furono sportivamente distrutti. Fu un tardivo “colpo di Stato”, sul tabellone, che all’epoca veniva aggiornato ancora manualmente, c’era scritto “8-Union e 0-Gast (ospiti)”.  Ci vollero esattamente otto gol per rispondere agli stessi subiti miseramente 40 anni prima, ma valse la pena aspettare: ancora oggi questo 8-0 rappresenta la vittoria più larga tra le mura amiche per l’Union e la sconfitta più pesante in trasferta per la Dynamo.

Il tabellone che segna il risultato 8-0

Quel match fu anche l’epifania di Torsten Mattuschka: i suoi primi due gol con la maglia dell’Union Berlin, lui che, già da allora con la maglia numero 17, trascinerà la squadra dalla quinta serie fino alla Zweiteliga, diventando, in nove anni, capitano, condottiero e leggenda. Con 281 presenze, 61 gol e 62 assist. Roba da supereroe dei fumetti.

(Oggigiorno, anche se lo stadio Alte Försterei è stato ammodernato ed è dotato di un tabellone elettronico, ha ancora il vecchio tabellone manuale che segna “Union – Gast 8 – 0”)

Giovanni Sgobba

Giornalista, nato a Bari in un ambiente dove gli si diceva di tifare per i bianco-rossi, ha seguito il suggerimento alla lettera appassionandosi all'Union Berlin. Fidanzato ufficialmente con il club dal 12 agosto del 2012 quando ha assistito ad una partita per la prima volta nello stadio An der Alten Försterei. Ama i cappelli: i suoi, quello di De Gregori, di Charlie Brown, di Alan Grant e di Nereo Rocco.

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Giovanni Sgobba

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