Dall’Heysel a Parigi: tra i ricordi vecchi e quelli nuovi

Ieri sera il calcio europeo ha proposto un menù di amichevoli interessanti, al quale si va a sommare Bosnia-Irlanda, match d’andata per gli spareggi a Euro 2016. Kosovo-Albania nel pomeriggio, una match che vent’anni fa non sarebbe stato neppure immaginabile, il miglior modo per festeggiare la qualificazione alla kermesse europea degli uomini di De Biase. L’Italia è andata a far visita al Belgio, pretendente al prossimo titolo continentale. Uno scontro interessante, che ha visto la squadra di Conte disputare un buon primo tempo prima di subire la rimonta di de Bruyne e soci. E’ stata l’occasione per ricordare i morti dello Stadio Heysel, al minuto 39 i giocatori in campo si sono fermati e gli applausi del pubblico gli hanno tolto la scena. Una giornata che non ha niente di normale, nata sotto il segno della memoria e terminata con nuovi morti da ricordare.

Le ore che hanno preceduto Francia-Germania sono state tese, allarme bomba nell’albergo dove alloggiava Die Mannschaft, poi la partita. La Francia vince ma allo Stade de France a fare notizia non è il calcio, i gol di Giroud e Gignac fanno meno rumore dei boati che si sono uditi allo stadio. Una serie di attentati nella capitale francese, prima il fiume di sangue e poi quello della retorica. Parigi, già colpita dai fatti legati a Charlie Hedbo, si ritrova ancora davanti a domande che non si esauriscono nei novanta minuti di una partita. Più di 120 i deceduti, numerosi i feriti allo stadio e presso il locale Bataclan, dove si stavano esibendo gli Eagles of Death Metal. Calcio e musica, cose che ci piacciono tanto, potevano essere occasioni per nuovi ricordi felici e invece sono diventati l’ennesimo evento luttuoso. Non abbiamo la pretesa di analisi politiche, siamo solo tristi.

In queste ore è tutto un rimbalzare di hashtag, la paura di molti, il gioco al massacro perpetrato da pochi. Che però fanno tanto rumore, proprio come gli ordigni di St. Denis. Momenti come questi possono toglierci la vita, ma uccidono anche i nostri ricordi. St. Denis era, nella memoria di chi scrive, l’impianto del famoso Torneo di Francia, quello della punizione magica di Roberto Carlos contro la Francia. C’era anche l’Italia, anno 1997, al Museo di Coverciano c’è un manifesto che ci riporta a quei giorni. Alcuni momenti cambiano per sempre la percezione che abbiamo di fatti, spazi e luoghi, ciò che avvenuto ieri sera è uno di quelli. Al susseguirsi di eventi drammatici, sempre meno forte diventa l’hashtag, il sentimento corre sui social e si esaurisce in una bolla.

I ricordi però, come ci insegna il minuto 39 dello Stadio Re Baldovino, possono servire. Non so quale sarà il nostro futuro, però ho idea circa il passato che (non) ho visto e non intendo rivivere. Siamo stati Charlie, ora verosimilmente saremo tutti chiamati a essere parigini, il povero El Kaddouri ha dovuto disconoscere gli attentati: “Ieri sera l’umanità è stata attaccata da assassini fanatici, nulla hanno a che fare con l’Islam e con noi musulmani!”. Il giocatore del Napoli ha dovuto difendere le proprie radici dai pochi che si fanno rappresentanti di tanti. E stanotte la vita di tanti è cambiata. Abbiamo nuovi ricordi, progettare il futuro in questo momento sembra un lusso, ma non scordiamoci il passato quando il fiume social sarà seccato.

 

Paolo Bardelli

Nato ad Arezzo nei meravigliosi anni '80, si innamora prestissimo del calcio e non avendo piedi fini decide di scriverlo. Ha lavorato nella redazione del Guerin Sportivo e per tre anni cura la rubrica "Dalla A alla Z". Numerose collaborazioni nel corso degli anni con testate tra le quali tuttomercatoweb.com, ilsussidiario.net e il mensile Calcio 2000. Nel 2012 insieme ad Alfonso Alfano crea tuttocalcioestero.it. E ne è molto orgoglioso.

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