Francia: la triste fine dell’Arles-Avignon

FRANCIA . In un freddo venerdì di metà ottobre è stata scritta la parola fine alla breve ma movimentata storia dell’AC Arles Avignon, società francese nata solo sei anni orsono. Sei anni in cui i gialloblù hanno conosciuto tutto, dal paradiso della Ligue 1 all’inferno delle categorie amatoriali, prima di inabissarsi completamente (è storia di oggi) nei campionati regionali, chiudendo così un’avventurosa epoca.

Era il giugno del 2009 quando l’Arles, neopromosso in Ligue 2, dovette cambiare denominazione ed associarsi alla vicina Avignone dove era presente un terreno di gioco omologato per giocare tra i professionisti. Un terreno di gioco, già, non un campo da calcio, poiché i primi sopralluoghi evidenziarono come lo stadio della Città dei Papi fosse completamente inadatto, con l’erba alta e secca.

I lavori iniziarono repentinamente e altrettanto fece la società, sul mercato, per allestire una squadra competitiva. Il giudizio degli addetti ai lavori fu però impietoso al punto che, in un articolo dedicato alle papabili alla retrocessione, uno dei più autorevoli giornali sportivi francesi titolò “Qui avec Arles-Avignon?”(Chi retrocederà insieme all’Arles-Avignon?)

La prima uscita stagionale (sconfitta 5-0 a Laval in Coppa di Lga) confermò le perplessità, ma l’avvio di campionato ribaltò ogni pronostico e l’Arles-Avignon comnciò a stabilirsi saldamente nella parte sinistra della classifica, una posizione che conservò per tutto l’arco del campionato.

Il rush finale iniziò con i gialloblù in ottima posizione e la trasferta contro la diretta concorrente, Metz, assunse i contorni dello spareggio. I locali passarono in vantaggio ed il sogno degli ospiti sembrava sul punto di finire, prima che una doppietta (rete decisiva al 90′) capovolgesse tutto e spingesse l’Arles-Avignon in pole-position verso la Ligue 1.

La promozione venne certificata all’ultima giornata grazie al successo sul Clermont ma l’estate successiva, invece di venir affrontata sulle ali dell’entusiasmo, venne vissuta tra mille vicissitudini societarie, con l’azionario di maggioranza, il vulcanico Marcel Salerno che divenne presidente pochi mesi dopo il suo ingresso in società, portando una ventata di… instabilità.

Nonostante un immediato vantaggio in occasione della prima giornata a Sochaux, i gialloblù guidati da Estevan (tecnico della promozione, poi sostituito, a inizio ottobre, da Hadzibegic) inanellarono otto sconfitte consecutive. La rosa della squadra, già rivoltata in estate, venne nuovamente trasformata in inverno e durante la stagione 2010/2011, nelle file gialloblù, militarono, tra gli altri, gli ex galacticos Pavon e Mejia, gli ex campioni di Europa Charisteas e Basinas, nonché giocatori rinomati (per il loro passato o, in seguito, per il loro futuro) come Meriem o Cabella.

Per gli appassionati di calcio francesi quell’Arles-Avignon fu l’omologo di quello che l’Ancona 2003/2004 fu per i tifosi italiani, ma la simpatia del pubblico non bastò ed il campionato finì con 24 sconfitte in 38 partite e 20 punti conquistati, sinonomo, chiaramente, di ultimo posto.

Si ripartì dunque dalla Ligue 2, dove il club restò tre anni chiudendo due volte al tredicesimi posto e una all’undicesimo posto. L’entusiasmo dei tempi d’oro, però, finì e i gialloblù provarono a rilanciarsi con un partnerariato con il Monaco. Gli effetti furono disastrosi: l’esperimento del doppio allenatore Dumas-Irles non diede alcun risultato di rilievo e l’accoppiata si disse presto addio. Sul campo, i risultati non discostarono molto da quelli di inizio stagione e a fine anno arrivò una nuova retrocessione che portò l’Arles-Avignon in National, sei anni dopo l’ultima apparizione.

I gialloblù, però non vedranno mai il National, poiché retrocessi per ragioni amministrative in CFA. La squadra, è storia “presente”, è allo sfascio (il club è posto sotto lo status di “liquidazione giudiziaria) ed i primi risultati nel campionato di quarta divisione lo dimostrano. La discesa, però, non è ancora finita e a certificarlo arriva la stangata odierna della Federazione Francese che esclude la squadra dal campionato, costringendola a ripartire dalla Division d’Honneur Régionale (DHR), il settimo gradino della piramide del calcio francese. Una piramide che l’Arles-Avignon ha voluto, forse, scalare troppo in fretta.

Mattia Rossi

Ligure, classe 1985, da diverso tempo seguo il calcio francese. Per questioni geografiche e culturali, non potevo far altro che appassionami all'AS Monaco, benchè mi piaccia seguire anche le altre competizioni nazionali (sia professionistiche che amatoriali), in particolar modo la magica Coppa di Francia.

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