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Grecia, un mese di Super League: Olympiakos solito cannibale, seguono Panathinaikos e Aek

Super League ellenica già chiusa dopo 6 partite? Forse è esagerato, ma socchiuso sì. L’Olympiakos, campione in carica da 5 stagioni di fila, ha centrato l’en plein con sei vittorie; è la migliore partenza dei biancorossi nelle ultime tre stagioni e, considerando gli “handicap” dei tanti cambiamenti tra campo e panchina, le avversarie (e gli osservatori neutrali) hanno di che preoccuparsi per la lunga vita di un torneo sempre più Atenecentrico. Le avversarie, per ora, sono solo due: il Panathinaikos e il neopromosso Aek, due club senza impegni internazionali e che, finora, hanno perso solo una volta ma che tra poco incontreranno l’undici del Pireo, prova del nove delle loro ambizioni.

CLASSIFICA (dopo 6 giornate): 18 punti Olympiakos; 15 Panathinaikos; 13 Aek; 10 Paok, Panionios; 9 Levadiakos; 8 Asteras, Veria, Giannina; 7 Panetolikos; 6 Skoda, Iraklis, Atromitos; 5 Kalloni; 2 Platanias, Panthrakikos

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Il segreto dell’ennesimo dominio “olimpico”? La bravura di mister Marco Silva e un bel po’ di… Fortounis: il tecnico portoghese (meno presuntuoso dei connazionali) sta gestendo al meglio una rosa rivoluzionata, ampia e variegata rilanciando elementi demotivati (su tutti Kasami e Durmaz, entrambi dati per partenti in estate, lo svedese addirittura escluso dalla lista Champions); il 22enne sta strabiliando (5 gol e 6 assist nei primi 8 match stagionali) riuscendo a coprire l’assenza del leader Dominguez per infortunio e attirando le attenzioni dei maggiori club europei (il Tottenham sta pressando il giovane, tornato nella scorsa estate al Pireo dove crebbe per poi emigrare per 3 stagioni al Kaiserslautern). Impressionanti le ultime due prestazioni dell’Olympiakos, due trasferte molto dure da cui è uscito vittorioso aumentando sensibilmente il livello di autostima: storica la vittoria all’“Emirates Stadium” (3-2 sull’Arsenal) nel girone di Champions, convincente anche il 2-0 sul Paok al “Toumba”, appena cinque giorni dopo la trasferta londinese. Unici nei appunto l’infortunio a Dominguez, al centrale Da Costa ma anche al giovane mediano Bouchalakis, tutti però assorbiti senza problemi.

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L’avversaria più credibile dei pluricampioni ellenici è solo una, il Panathinaikos. Digerita la bruciante eliminazione da entrambe le coppe (contro le abbordabili Brugge e Qabala) mister Anastasiou è riuscito a tenere unito un ambiente che rischiava di sfaldarsi buttando via due buone stagioni sotto la guida del 42enne che ha pure rifiutato la corte dello Standard Liegi scegliendo di rimanere in “verde”; scelta finora ripagante come dimostrano le cinque vittorie su sei (un solo ko contro il Panionios, di misura e a causa di una “papera” del portiere Steele) e i soli due gol subiti in campionato grazie ad una difesa di grande esperienza imperniata sul 35enne Tavlaridis. Quasi nullo però fin qui l’apporto dei neoacquisti, tra cui lo spagnolo Sanchez e l’ex milanista Essien (mai convocato) due ingaggi pesanti per ora solo in senso negativo. Terzo posto per il neopromosso Aek: Dellas ha intelligentemente mantenuto la spina dorsale della squadra che ha ottenuto la promozione azzeccando quasi tutti gli acquisti come dimostra la sicurezza del portiere venezuelano Baroja, il terzino brasiliano dal sapiente destro Rodrigo Galo, il regista Simoes e i fantasisti Vargas e Buonanotte capaci di colpi ad effetto in ogni momento; il punto debole è in avanti dove l’unico finalizzatore affidabile è Aravidis vista la scarsa vena del nigeriano Chrisantus e l’infortunio del bizzoso Djebbour.

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Atene presente anche al quarto posto dove insieme al solito inaffidabile Paok (Tudor sta ancora cercando la quadra di una rosa nuova di pacca che sta schierando con un originale 3-5-2 con alterni risultati vedi la sconfitta sul campo del Giannina e il recente pareggio col Borussia Dortmund in Europa League) troviamo infatti il sorprendente Panionios che dopo lo 0-3 all’esordio sul campo dell’Olympiakos ha macinato punti basandosi su una difesa attenta e veloci contrattacchi appoggiandosi sul giovane argentino Villalba e il camerunense Boumale (rimasto nonostante la corte estiva proprio del Paok), un club che dopo anni di austerità, è pronto a tornare (anche grazie ad una migliore situazione finanziaria) nelle zone alte della Super League nonostante sia quello con l’eta media più bassa in assoluto (22,8 anni). Sorprendente anche il rendimento del Levadiakos retrocesso, ripescato in extremis dopo l’esclusione del Kerkyra e trascinato (già tre vittorie) da capitan Mantzios autore di 5 reti; viceversa sotto le attese l’Asteras che, nonostante una preparazione finalmente senza preliminari, ha finora vinto solo due partite delle 8 giocate (6 in campionato e due nel girone di Europa League dove ha rimediato finora solo un punto) denotando problemi non tanto in attacco (il capocannoniere Barralese è stato ben rimpiazzato dal rampante Giannou, già 5 gol) quanto in difesa, bucata per ben 12 volte, e in generale nel rendimento opaco della folta colonia argentina, nelle scorse stagioni valore in più degli “Arcadi”.

Un undici del Panetolikos (www.gazzetta.gr)

Rivoluzione che non ha pagato al Panetolikos. Il sorprendente divorzio, a precampionato inoltrato e per cause essenzialmente economiche, da mister Chavos (2 anni e mezzo ad Agrinio: una promozione poi un nono e un settimo posto in Super League, migliore risultato nella storia del club) ha portato il presidente Kostoulis a scommettere sullo sconosciuto portoghese Lionel Ponte. Storico vice di Paulo Bento prima allo Sporting e poi nella nazionale portoghese, è arrivato sponsorizzato dall’ex ct della nazionale greca Fernando Santos ma è stato esonerato dopo solo cinque partite con un bottino di due vittorie, un pari e due ko, entrambi col risultato di 1-5 e non contro due corazzate come Panionios e Kalloni; unica nota lieta finora le buone prestazioni del fantasista egiziano Amr Warda, da tenere d’occhio, e l’arrivo in panchina ormai prossimo dell’esperto Matzourakis che bene ha fatto al Kalloni. Deludente anche il cammino dello Skoda Xanthi di Lucescu capace di vincere una sola volta a causa di un attacco asfittico (solo tre gol fatti) e dello scarso rendimento di tutti i neoacquisti, situazione che sta innervosendo tutto l’ambiente come dimostrano due episodi come l’espulsione dell’algerino Soltani nel match contro l’Iraklis (sospeso dal club dopo il rosso per reiterati insulti e tentata aggressione verso l’avversario Lazar) e una bottiglia volata in campo nel match contro l’Olympiakos. Male anche l’Atromitos che paga (stesso discorso dell’Asteras) la preparazione anticipata per partecipare ai preliminari di Europa League e un nuovo allenatore (Grigoriou) che non sta riuscendo a gestire una squadra oggettivamente rafforzata in estate ma dati alla mano i volti nuovi degli ateniesi (in primis Godoy, Usero e Le Tallec) non hanno ancora fornito un rendimento sostanzioso come dimostrano le 4 sconfitte di fila; preoccupano soprattutto l’unico gol fatto nell’ultimo mese, a dispetto di un tridente Umbides-Marcelinho-Napoleoni sulla carta più che discreto.

TOP 11 DEL MESE (4-1-3-2) Roberto (Olympiakos); Galo (Aek), Risvanis (Panionios), Siovas (Olympiakos), Nano (Panathinaikos); Tziolis (Paok); Boumale (Panionios), Fortounis (Olympiakos), Durmaz (Olympiakos); Karelis (Panathinaikos), Mantzios (Levadiakos)

GOL DEL MESE – Quinta giornata, Atromitos-Paok (1-2). Strepitoso il gol del momentaneo vantaggio dell’Atromitos: lancio lungo dalla difesa, spizzata di testa di Le Tallec, assist di destro al volo e all’indietro del “romano de Roma” Napoleoni e gran destro dal limite dell’argentino Umbides imparabile per il portiere ospite Olsen. Applausi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Edoardo Buganza

(Ar)redattore per Tce dal marzo 2014, seguo in particolare i campionati dell'Est europeo come Polonia, Turchia e Grecia. Genovese, esterofilo, aspirante osservatore, sospirante milanista.

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  • Mi preoccupa la caduta del Paok, che stava facendo molto bene in queste stagioni. Marco Silva è un grande, a Lisbona ancora è rimpianto. Un tecnico del genere vince la super league a mani basse.

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Edoardo Buganza

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