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Russia – Krasnodar, colpo a San Pietroburgo. CSKA, sono cinque su cinque.

Un brutto Zenit, sottotono per tutta la gara, cade dopo quattro successi consecutivi. Al Petrovskiy, la formazione di San Pietroburgo viene infatti sconfitta da un Krasnodar più brillante rispetto alle precedenti uscite, e che può così sorridere in vista della sfida di Europa League di giovedì contro i finnici dell’HJK Helsinki.

LE FORMAZIONI – Zenit che dopo quattro successi consecutivi vuole proseguire il proprio filotto. Per l’occasione, Villas Boas sceglie il 4-2-3-1. Lodygin in porta. Anyukov (Criscito in panchina per via della foreign rule) e Smolnikov terzini, Garay e Neto al centro. Witsel e Javi Garcia in mediana. Dzyuba unica punta, supportato da Danny, Hulk e Shatov.

La risposta del Krasnodar di Kononov è il solito 4-1-4-1: davanti a Dykan, difesa con Kaleshin, capitan Granqvist, Sigurdsson e Petrov. Strandberg va in mediana, ad agire tra i reparti e pronto a scalare tra i difensori centrali in fase di non possesso. Bystrov, Mamaev, Gazinskiy e Laborde dietro a Smolov.

SIGURDSSON … IN OFFSIDE – La gara inizia su ritmi blandi. Lo Zenit prova a far girare la sfera e a cercare spazi nella difesa ospite, attenta e compatta però a chiudere sempre ogni varco per qualsiasi verticalizzazione. Diciotto minuti, e finalmente si vede un’occasione: ce l’ha Smolov, che da dieci metri mette clamorosamente a lato. Krasnodar ad un passo dal goal. Che arriva però al 28′, quando Ragnar Sigurdsson sblocca la gara. Punizione dalla trequarti di Laborde che pesca l’islandese (partito però in posizione irregolare), bravo a battere Lodygin di testa. Lo Zenit reagisce allo svantaggio, sfiorando il pareggio con un paio di conclusioni di Witsel (una deviata da Dykan, l’altra murata da Gazinskiy). Nel finale, però, il Krasnodar si divora per due volte il raddoppio. Prima Laborde, partito sul filo del fuorigioco (incomprensibile Javi Garcia, più basso di tutti i compagni a tenere in gioco il colombiano) che però si allarga troppo per saltare Lodygin e finisce per sciupare tutto (buon recupero di Anyukov), poi con Smolov, che spara addosso al portiere avversario sugli sviluppi di un corner.

PAPERA DI LODYGIN, POI IL NULLA – Nella ripresa ci si aspetta uno Zenit arrembante, pronto a cingere l’assedio all’area ospite. E sembra poter andare così: al terzo minuto Hulk scalda i guanti del bravo Dykan. A rovinare tutti i buoni propositi dei ragazzi di AVB ci pensa il portiere Lodigyn, in occasione del raddoppio del Krasnodar al quinto della ripresa con una fucilata di Laborde dai venticinque metri. Tiro che era però centrale, e che trova così nel portiere ex Skoda Xanthi un clamoroso colpevole, con una valutazione sbagliata sulla traiettoria della sfera. Il 2-0 taglia le gambe ai piteriani, e di fatto i successivi quaranta minuti non regalano più nulla.

CSKA IN VETTA – Zenit che dunque cade, e saluta la vetta della classifica, ora occupata soltanto dal CSKA. I soldati ottengono il quinto successo consecutivo, superando lo Spartak nel derby giocato venerdì: reti di Ignashevich e Musa, a cui ha provato a rispondere Dmitri Kombarov su rigore (rete utile solo per le statistiche). Primo punto per l’Anzhi, che pareggia 1-1 a Perm. Tutto in due minuti nella sfida degli Urali: vantaggio daghestano con Boli, pareggio rossonero con il polacco Gol. Infine, lascia quota zero anche il Rubin, vittorioso 1-0 in casa del Kuban grazie ad un sigillo di Karadeniz.

Matteo Mongelli

Classe '94, piemontese di nascita, tra un esame universitario e l'altro segue il calcio alle temperature più improbabili, dalla Scandinavia alla vecchia terra degli Zar. Russofilo e (a breve) russofono, sogna di diventare direttore sportivo e di vivere a San Pietroburgo. Guai a disturbarlo quando gioca il Krasnodar: potrebbe uccidere.

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Matteo Mongelli

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