ATHLETIC BILBAO-BARCELLONA 4-0. Una notte così può costruire dal nulla il mito di uno stadio. Se il nuovo San Mames è ancora lontano dal profumo di leggenda che aleggiava nel predecessore, il 4-0 con cui stasera l’Athletic Bilbao ha umiliato il Barcellona è la prima vera pietra miliare del moderno stadio basco. Cadono, umiliati, i campioni d’Europa, i campioni di tutto, pochi giorni dopo la vittoria in Supercoppa Europea contro il Siviglia. E’ la finale d’andata di Supercoppa di Spagna: vuol dire che ci sono da giocare ancora 90 minuti, per giunta al Camp Nou, per alzare il trofeo ma qualunque sarà l’esito finale quello che si è visto stasera potrà essere raccontato tra decenni. Un gol da metà campo, una tripletta dell’eroe di casa, Aduriz, una lezione di calcio ai più forti, alla squadra simbolo di quest’era. Valverde ha stravinto la sfida in panchina su un nervosissimo Luis Enrique.
L’asturiano ha presentato, quasi obbligato, una formazione diversa per 5/11 rispetto a quella scesa in campo martedì sera a Tbilisi. Facile parlare dopo, ma è soprattutto in difesa che il Barcellona è affondato. L’andazzo appariva chiarissimo già dopo pochi minuti, con l’occasione fallita da Eraso. Poco male, al 13′ la giocata dell’anno: ter Stegen esce di testa fuori dalla propria area, il pallone è raccolto a centrocampo da Mikel San José che non ci pensa due volte e beffa il tedesco con una conclusione da 50 metri. E’ il delirio.
Bene, benissimo, l’Athletic che sente l’odore del sangue ma non riesce ad azzannare prima dell’intervallo. I “leones” rischiano solo a inizio ripresa: doppia occasione che capita a Pedro (traversa) e Messi (su assist di Suarez, bravissimo Iraizoz). Iniesta e Rakitic le mosse, inutili, di Luis Enrique. L’ultima mezz’ora è riassunta da un solo nome: Aritz Aduriz. A 34 anni, l’ex Maiorca continua a segnare e zampettare per il campo come un 20enne: bellissimo il colpo di testa con cui sigla il 2-0, peraltro su cross perfetto del giovane Sabin Merino (dopo essersi bevuto Dani Alves). Il brasiliano va di male in peggio: prima rinvia male il cross di Susaeta, favorendo la conclusione del solito Aduriz per il 3-0, poi provoca in modo grossolano un calcio di rigore, trasformato dal centravanti di casa, per un fallo su Etxeita. L’eccezionalità della serata innervosisce i blaugrana, manda su di giri i baschi. Nel finale sono diversi gli sconti al limite della regolarità, alla fine a uscire con le ossa rotte è la difesa di Luis Enrique, capace di subire otto gol in quattro giorni. Fantascienza. Il “sextete” è ora lontano, Mascherano a fine partita ha subito provato a confortare l’ambiente “Non dateci per morti, al Camp Nou può succedere di tutto“. Sarà, ma per stasera è il Barcellona, per una volta, ad essere stato umiliato.
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