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UEFA, l’ennesima buffonata. Russia stangata: Dinamo fuori dalla EL. Quando il calcio incontra la politica …

La UEFA e la Russia. Siamo di fronte ad una nuova, l’ennesima, buffonata. Non che ci sia da stupirsi: quest’anno se ne sono viste di tutti i colori, tanto che una squadra di Europa League, che nemmeno avrebbe dovuto passare la fase a gironi, si è ritrovata – grazie a spintarelle ed aiutini – in finale.

Dicevamo? Ah sì, una nuova comica scelta da parte di Platini&co. Dopo aver minacciato di escludere i club russi dalle competizioni europee se la Federazione non avesse estromesso i club crimeani (russi per scelta) dalla terza divisione. La UE e la NATO li considerano ucraini. Dopo non aver preso alcun provvedimento verso la Federazione Ucraina, che ha boicottato il trasferimento in Russia, rifiutandosi di inviare il transfert di un giocatore (vi rimandiamo come sempre al nostro speciale di marzo). Dopo aver spinto la Nazionale a proseguire la sfida col Montenegro, anche dopo che Akinfeev era stato colpito da un fumogeno lanciato dai sostenitori locali (vedi qui per maggiori informazioni)

L’ultima trovata di quei quattro signori che confondono calcio e politica si chiama Financial Fair Play. Che sia un modo per evitare l’ascesa di nuovi club al panorama europeo, differenti dai soliti Real Madrid, Juventus, Bayern Monaco, Barcellona, PSG e i club inglesi che tanto stanno a cuore in Svizzera, si era capito già al momento della sua introduzione. Che avrebbero tagliato completamente le gambe alle squadre provenienti da paesi meno allettanti forse calcisticamente, ma pur sempre degni di poter crescere nel panorama calcistico europeo, non ce lo si aspettava. O almeno, non in queste dimensioni.

Ad essere puniti, ovviamente, sono sempre i club di un’Europa minore. Ieri Serbia e Turchia, oggi la Russia. Scelta politicizzata? Speriamo di no, ma alla luce dei continui avvenimenti degli ultimi mesi temiamo di sì.

Non l’ha presa bene Sergey Galitskiy, presidente del Krasnodar. Fondato nel 2008, il secondo club della città ha ben presto iniziato la scalata verso il calcio che conta ed è uno dei più virtuosi di tutta la Russian Premier League. Vanta un’academy di tutto rispetto, frutto della progettazione voluta dallo stesso presidente, e uno stadio di proprietà in costruzione che dovrebbe essere concluso per il 2016. “La UEFA si comporta da tiranno verso i club dell’Europa Orientale. Le sanzioni del FFP non ci permettono di rinforzarci e diventare competitivi a livello europeo.” Il suo Krasnodar ha un passivo, derivante dalle campagne acquisti, inferiore ai 25 milioni di euro. Circa la metà di quanto è costato al PSG David Luiz in estate, ed inferiore anche ai passivi generati sempre dalle campagne acquisti dell’ultimo anno da club di minore profilo quali Crystal Palace, West Ham e West Bromwich Albion, che vanteranno sicuramente maggiori profitti dal merchandising e dai diritti televisivi, ma non hanno partecipato a nessuna competizione europea, a differenza dei neroverdi, sui quali, tuttavia, si è abbattuta (incomprensibilmente) la mannaia del FFP. “Ci è stato detto che, nelle prossime due campagne europee, non potremo inserire nelle liste UEFA giocatori che acquisteremo, ma soltanto quelli che prenderemo in prestito gratuito o che si trasferiranno da noi da svincolati. E’ una cosa assurda, ma questa purtroppo è la realtà dei fatti.” A questo vanno aggiunto le solite multe che servono a pagare non si sa bene chi o cosa a Nyon. Una follia. Che ha colpito anche Rostov e Lokomotiv: mercato controllato, multe da spedire in Svizzera, e altre idiozie che ti colpiscono solo se non rientri nella cerchia di monsieur Michel.

Se la passa peggio la Dinamo Mosca. La posizione del club del presidente Rotenberg e sponsorizzato dalla VTB (una delle più importanti banche russe) è stata a lungo sotto osservazione. Ai biancoblu è contestata una situazione economica eccessivamente in rosso (derivante anche da un passivo di quasi 70 milioni nato dalle ultime due stagioni di mercato). Una cifra che a Nyon non è piaciuta ed ha portato ad una sentenza sentenza shock: Dinamo esclusa dalla prossima Europa League. Si tratta dell’unico club europeo a subire questa pena in questa stagione, il primo in assoluto per il cosiddetto break-even point. Una sentenza assurda, se si pensa alle situazioni debitorie di altri club, come l’Atletico Madrid o il Benfica.Nel 1054 le problematiche religiose tra Europa Occidentale ed Orientale si conclusero con il Grande Scisma. Per quello calcistico, mille anni dopo, si stanno gettando le basi: da una parte turchi e slavi, dall’altra tutto il resto.

Matteo Mongelli

Classe '94, piemontese di nascita, tra un esame universitario e l'altro segue il calcio alle temperature più improbabili, dalla Scandinavia alla vecchia terra degli Zar. Russofilo e (a breve) russofono, sogna di diventare direttore sportivo e di vivere a San Pietroburgo. Guai a disturbarlo quando gioca il Krasnodar: potrebbe uccidere.

View Comments

  • Abolissero sto maledetto fair play finanziario farebbero una cosa buona,non fa che sfavorire le squadre più piccole o in crescita

    • Purtroppo l'obiettivo pare proprio quello. Mantenere uno status quo, dove le realtà emergenti (e non parlo solo di Russia, ma anche di Turchia, un altro paese danneggiato spesso negli ultimi anni) non possono emergere.

    • Mentre squadre come Manchester City e psg possono spendere quanto pare a loro e cavarsela con una multa. Che sistema orribile!

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