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Real Madrid-Valencia 2-2: non basta il cuore, la Liga è quasi blaugrana

Al termine dei novanta (e passa) minuti più entusiasmanti ed emozionanti del campionato, il Real Madrid dice addio alla Liga. I campioni d’Europa riescono a rimontare due reti di svantaggio col Valencia ma il 2-2 finale, unito alla vittoria del Barcellona nel pomeriggio contro la Real Sociedad, è una sentenza per gli uomini di Ancelotti: -4 dai catalani a due giornate dalla fine, solo un suicidio priverebbe il Barça del titolo. Viene da dire peccato, perché la Liga avrebbe goduto di un grandissimo epilogo sabato prossimo, con un Atletico Madrid-Barcellona da infarto; e che invece ora sarà poco più di una gita nella capitale per i ragazzi di Luis Enrique.

Ancelotti, intanto, si prepara a subire una superdose di critiche: la rinuncia contemporanea a Carvajal e Marcelo a favore di Arbeloa e Coentrao, due che hanno le valigie pronte, farà discutere. La sfortuna ha fatto il resto, i primi 45 minuti sono stati quasi paradossali: più attaccava e sprecava il Real Madrid, più segnava il Valencia. Senza contare l’infortunio di Kroos (con ingresso in campo di Calimero Illarramendi), le cui condizioni andranno valutate nelle prossime ore in ottica Juve.

Traversa di Bale con una magica punizione, traversa di Ronaldo di testa, zampata vincente di Alcacer su cross al bacio di Gayà, futuro “blanco”: 0-1. Palo di Chicharito, miracolo di Diego Alves su Bale, colpo di testa vincente di Javi Fuego, lasciato completamente solo da Pepe: 0-2. E’ davvero incredibile l’andamento del primo tempo, col Real completamente spaccato in due, capace di generare pericoli ad ogni attacco ma anche di subire oltremodo i fulminei contropiedi degli ospiti. Proprio nel minuto di recupero, poi, il colmo: Ronaldo fallisce un penalty – generoso (spinta su Bale, ma poco prima ce n’era uno più chiaro proprio sul portoghese) – e Diego Alves si conferma come il para-rigori più efficace nella storia della Liga.

Ancelotti si gioca nell’intervallo gli altri due cambi: fuori entrambi i terzini (chissà se è mai successo da queste parti), dentro i titolari Carvajal e Marcelo. Quasi un’ammissione di colpa di Carletto che, comunque, ha il merito di dare un’ulteriore spinta ai suoi. Il gol di Pepe al 55′, con un imperioso colpo di testa su azione d’angolo, sembra il preludio a un’epica rimonta. Chicharito, attivissimo, ci prova con un diagonale, poi Ramos è solissimo – all’altezza dell’area piccola – e può colpire di testa: in entrambi i casi è ancora provvidenziale Alves, una barriera insormontabile. I minuti scorrono, Ronaldo cala e il Real Madrid perde intensità.

Nel mezzo una marea di occasioni potenziali sprecate dal Valencia, con Negredo che sì gestisce bene tempi ma sbaglia troppi appoggi. Ci pensa una magia di Isco all’85’ (destro all’incrocio dai 20 metri) a regalare un finale palpitante. Il 2-2 rende il Bernabeu una bolgia, si respira aria di leggenda. I cinque minuti di recupero sembrano non finire mai, angoli e punizioni si susseguono dalle parti di Alves. Ma finisce così: per il secondo anno di fila è il Valencia, con un 2-2 e sempre a Madrid, a tarpare le ali del Real nella Liga. Una vera e propria bestia nera per i blancos che, mercoledì, sono ora chiamati a salvare la stagione contro la Juventus.

Alfonso Alfano

Sono Alfonso Alfano, 32 anni, della provincia di Salerno ma da anni vivo in Spagna, a Madrid. Appassionato di sport (calcio, tennis, basket e motori in particolare), di tecnologia, divoratore di libri, adoro scrivere e cimentarmi in nuove avventure. Conto su svariate e importanti esperienze sul Web.

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