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Barcellona-Getafe 6-0: Barça straripante, titolo sempre più vicino

BARCELLONA-GETAFE 6-0 – E’ tutto esageratamente facile per il Barcellona, che nella sfida odierna delle ore 20.00 ha liquidato con un perentorio 6-0 il malcapitato Getafe, di cui cinque nella prima frazione di gioco. Troppa la differenza, già preventivabile sulla carta, tra i catalani primi in classifica ed il club madrileno, a quota 36 punti, un rassicurante +8 a cinque (ora quattro) giornate dal termine.

La sfida del Camp Nou si sblocca già al 9′: calcio di rigore per i blaugrana, dal dischetto Messi con un delizioso cucchiaio fa 1-0. Il Getafe abbozza una reazione e riesce anche a sfiorare il goal del pareggio poco dopo (un bel pallonetto di Hinestroza salvato dal portiere cileno Bravo sulla linea di porta), prima però di squagliarsi come un gelato al sole sotto i colpi degli assi di Luis Enrique. Al 25′ arriva il raddoppio, con une bella girata di Suarez, tre minuti dopo Neymar cala il tris, con un perfetto destro sul primo palo dopo aver messo a sedere un avversario. Nemmeno due giri di lancette dopo arriva il poker: a segnare questa volta è Xavi, con un meraviglioso destro dal limite che si insacca all’incrocio dei pali. La manita trova ancora Suarez come protagonista: splendido tacco smarcante di Xavi per l’ex centravanti di Ajax e Liverpool, che di destro batte l’impotente Vicente Guaita.

La ripresa si apre con lo stesso copione del primo tempo: al 47′ Messi fa tutto da solo, entra in area, e con il suo solito mancino piazza la palla là dove il portiere avversario non può arrivare. Il resto della gara è pura accademia. Suarez e Messi sfiorano il settebello, dall’altra parte il Getafe recrimina anche con la sfortuna, con Hinestroza (l’unico dei suoi a provarci) che vede il palo negargli il gol della bandiera. Il tempo scorre via, il triplice fischio dell’arbitro arriva dopo un (inutile) minuto di recupero. Barça a quota 84: domani il Real deve vincere con l’Almeria per rimanere in scia.

Matteo Mongelli

Classe '94, piemontese di nascita, tra un esame universitario e l'altro segue il calcio alle temperature più improbabili, dalla Scandinavia alla vecchia terra degli Zar. Russofilo e (a breve) russofono, sogna di diventare direttore sportivo e di vivere a San Pietroburgo. Guai a disturbarlo quando gioca il Krasnodar: potrebbe uccidere.

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