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Zenit San Pietroburgo-Cska Mosca 2-1 – Hulk è sempre incredibile: lo Zenit vede il titolo

ZENIT SAN PIETROBURGO-CSKA MOSCA 2-1 – Zenit a quota 48, CSKA a quota 43. Prima contro seconda, nel giorno di Pasqua. In Russia questo ha deciso il calendario. I pietroburghesi possono chiudere il discorso in chiave titolo, i moscoviti riaprirlo. Formazioni tipo da una parte e dall’altra: Villas Boas punta sul classico 4-3-3: davanti a Lodygin agiscono Criscito, Garay, Neto e Smolnikov. In mediana, Javi Garcia fa da schermo, Witsel e Ryazantsev mezzali. Davanti Hulk nel ruolo di falso nueve, Shatov e Danny esterni. Solo panchina per Kerzhakov e Rondon. Risponde col tradizionale 4-2-3-1 il tecnico del CSKA Leonid Slutskiy: non c’è Dzagoev, infortunatosi nella sfida europea tra Russia e Montenegro, mentre si è ripreso il portiere Akinfeev. Linea difensiva composta da Nababkin, Ignashevich, Vasily Berezutskiy e Mario Fernandes; Wernbloom e Natcho in mediana; Tosic, Eremenko e Milanov dietro all’unico terminale offensivo, cioè Ahmed Musa.

Quasi tutto esaurito al Petrovskiy, la partita è delicatissima. Lo sanno anche i giocatori in campo, che scelgono ritmi bassi ed un atteggiamento prudente: i padroni di casa provano a far girare la sfera, i soldati attendono e provano a sfruttare qualche sortita in contropiede, per la verità con scarso successo. Per vedere qualcosa degno di nota bisogna attendere il quarto d’ora di gioco: traversone dalla corsia destra di Smolnikov, stacco aereo di Witsel, ma Akinfeev blocca senza difficoltà. La gara non decolla. La circolazione di palla dello Zenit è sterile, lenta, ma efficace per via del pressochè inesistente pressing ospite. Per sbloccare la gara servirebbe una giocata. Prova a trovarla Witsel al 43′: entra in area, poi, a tu per tu con Akinfeev, frana a terra, appena sfiorato da Vasily Berezutskiy. L’arbitro, giustamente, lascia correre.

Qualcosa in più ci si aspetta nella ripresa, ed invece la gara continua a viaggiare lenta lenta. Villas Boas, allora, sceglie di cambiare: fuori Ryazantsev, dentro Anyukov, che va a fare il laterale basso con Smolnikov esterno di centrocampo. E’ un classico 4-4-2, con Danny a supporto di Hulk. Un cambio illegale. Esattamente quanto il sinistro di Hulk: un minuto dopo la nuova disposizione tattica, lo Zenit recupera palla sulla trequarti, serve Hulk che esplode un sinistro dalla distanza che si insacca alle spalle di Akinfeev. Pietroburghesi in vantaggio, meritato visto il nulla creato dal CSKA, ma un po’ casuale. E’ la scintilla che serviva per accendere la gara. I rossoblu alzano il baricentro, i padroni di casa hanno campo per pungere. Minuto 70′: punizione di Hulk, Akinfeev in qualche modo si oppone.

Poco dopo Slutskiy sceglie di copiare il 4-4-2 degli avversari: fuori Tosic, entra Strandberg. Il risultato però è ben diverso da quello ottenuto da Villas Boas, perchè lo Zenit raddoppia: contropiede gestito in maniera magistrale dai padroni di casa, Shatov crossa basso per Danny che calcia a botta sicura. Akinfeev è monumentale nell’intervento con la mano di richiamo, ma sulla sfera si avventa Hulk che da due passi appoggia in rete. 2-0, partita chiusa. Shatov potrebbe metterla sotto ghiaccio due minuti dopo, ma solo contro il portiere avversario si divora il tris con un pallonetto che termina alto sopra la traversa. E così, dà il via alla legge non scritta del calcio che recita “goal sbagliato, goal subito”. Minuto 81′: lancio dalle retrovie moscovite per Strandberg che, tutto solo in area di rigore, prima trova uno splendido aggancio, poi incrocia, evitando la scivolata disperata di Lombaerts (entrato ad inizio ripresa per Garay) e insacca il goal della speranza. Il CSKA si riversa in avanti, assedia l’area dello Zenit ma non crea alcun pericolo. Finisce 2-1: la doppietta di Hulk ipoteca il titolo per lo Zenit: un regalo più dolce dell’uovo di Pasqua.

 

TABELLINO:
Reti: 
62′ Hulk, 73′ Hulk, 81′ C.Strandberg
Ammoniti: 45′ Criscito, 70′ Wernbloom

Zenit San Pietroburgo (4-3-3): Y.Lodygin 6; I.Smolnikov 6,5, Neto 6, E.Garay 6,5 (dal 46′ N.Lombaerts 6), D.Criscito 6; A.Ryazantsev 5 (dal 60′ A.Anyukov 5,5), Javi Garcia 6, A.Witsel 6; O.Shatov 5,5, Hulk 7, Danny 6 (dall’86’ A.Tymoschuk sv). A disposizione: V.Malafeev, E.Baburin, M.Rodic, P.Mogilevets, A.Arshavin, A.Kerzhakov, J.S.Rondon, R.Sheydaev. Allenatore: Andrè Villas Boas 6

CSKA Mosca (4-2-3-1): I.Akinfeev 6; Mario Fernandes 5,5, V.Berezutskiy 5 (dall’80 A.Berezutskiy 6), S.Ignashevich 5,5, K.Nababkin 5,5; P.Wernbloom 5,5, B.Natcho 5; Z.Tosic 5 (dal 71′ C.Strandberg 6,5), R.Eremenko 5,5, G.Milanov 5; A.Musa 5. A disposizione: S.Chepchugov, G.Schennikov, A.Golovin, D.Efremov, K.Panchenko. Allenatore: Leonid Slutskiy 5

Matteo Mongelli

Classe '94, piemontese di nascita, tra un esame universitario e l'altro segue il calcio alle temperature più improbabili, dalla Scandinavia alla vecchia terra degli Zar. Russofilo e (a breve) russofono, sogna di diventare direttore sportivo e di vivere a San Pietroburgo. Guai a disturbarlo quando gioca il Krasnodar: potrebbe uccidere.

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Matteo Mongelli

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