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Manchester United-Tottenham 3-0: diretto, gancio, montante e Spurs al tappeto

MANCHESTER UNITED-TOTTENHAM 3-0 – E’ stata sicuramente una settimana rovente in casa Manchester United. Dopo l’eliminazione di lunedì dalla FA Cup per mano dell’ex Danny Welbeck e del suo Arsenal, ad alimentare le fiamme attorno alla squadra di Van Gaal ci ha pensato l’affaire Radamel Falcao, spedito in settimana a giocare con gli undici della primavera. La speranza del manager olandese è dunque quella di dare una svolta alla stagione del suo United, già a partire dalla sfida odierna con il Tottenham, regalando ai tifosi dei Reds tre punti che sancirebbero la fuga verso il quarto posto in classifica, l’ultimo utile per qualificarsi alla prossima Champions League.

Sull’altra sponda la situazione è sicuramente più tranquilla. Pochettino ha la possibilità, vincendo oggi, di agguantare proprio i diavoli rossi a quota 53 punti, rilanciando le quotazioni degli Spurs in ottica qualificazione. Contrariamente, soprattutto visto il recente stato di forma del Liverpool, potrebbe dover dire addio ai propri sogni di Champions. Per continuare la rincorsa all’Europa che conta, il tecnico argentino si affida al solito Harry Kane là davanti, a segno due volte nell’ultima di campionato contro il QPR, supportato dal terzetto Chadli-Eriksen-Townsend.

IL MATCH – Che l’Old Trafford fosse campo storicamente ostico per i londinesi si sapeva, ma nessuno avrebbe potuto prevedere il vero e proprio massacro tecnico, tattico e fisico andato in scena nei primi 45′ della gara ad opera del miglior Manchester United della stagione.

La banda di Van Gaal è apparsa sin dalle prime battute ben sistemata in campo, reattiva e aggressiva su ogni pallone sfiorato dai giocatori avversari. Il pressing alto ha annebbiato le idee dei portatori di palla di Pochettino, schiacciati nella propria metà campo e mai in grado di alimentare la velocità del quartetto offensivo. Merito sicuramente del duo messo a scudo della difesa da parte del tecnico olandese, formato da Herrera Carrick.Proprio dall’estro del centrocampista inglese è nata l’azione del vantaggio dei Reds. Geniale l’imbucata tra le linee per Fellaini, che lanciato in corsa non poteva sbagliare il diagonale mancino insaccando alle spalle di un incolpevole Lloris dopo appena 8′.

A questo punto, tutti si sarebbero aspettati una pronta reazione degli Spurs, vista la posta in palio. E invece gli uomini in maglia bianca sono rimasti sostanzialmente a guardare, surclassati sia fisicamente che tatticamente. Passano così altri 10′ di assedio United, che ancora Carrick, sugli sviluppi di una mischia in area, fa 2-0. Colpo di testa chirurgico sul palo lontano e Tottenham ancora bucato.

E’ stata soprattutto la fascia sinistra a creare i maggiori problemi agli Spurs. La catena formata da Blind, Young Fellaini – chiamato ad agire da trequartista centrale ma praticamente schierato sul centrosinistra – ha fatto girare la testa a Dier, Walker Townsend, l’ultimo dei quali ha lasciato il campo dopo mezz’ora di gioco, richiamato dall’allenatore per far spazio a Dembélé. Scelta tattica per provare ad arginare le avanzate avversarie su quel lato del campo, spostando sulla destra Chadli e facendo agire il centrocampista belga da filtro primario per le folate di Kane. Proprio l’Uragano è stato la delusione più grande di questo primo tempo e di tutta la gara degli Spurs, apparso a più riprese completamente spaesato in mezzo ai centrali dello United.

A coronamento di una prima frazione da incubo, al 34′ il Tottenham subisce anche il 3-0. Dopo aver recuperato un pallone sanguinoso sulla trequarti avversaria, Wayne Rooney ha tenuto botta tra i due centrali difensivi, superando con un tunnel Dier e piazzando all’angolino il colpo del K.O., festeggiato in pieno stile pugilistico dal nazionale inglese.

Diretto, gancio e montante che hanno cancellato ogni velleità degli ospiti, incapaci di abbozzare una reazione anche nella seconda metà di partita. Ripresa avara di emozioni  per gli oltre settantacinque mila dell’Old Trafford, in standing ovation quando Mata prima e Fellaini Carrick qualche minuto più tardi hanno lasciato il terreno di gioco per far spazio, tra gli altri, ad Andreas Pereira, 19enne nato l’1 gennaio 1996 e prospetto interessantissimo dell’Academy dello United.

Una vittoria dal peso specifico incalcolabile per Van Gaal e il suo Manchester United, lanciati adesso più che mai verso un traguardo, quello della qualificazione alla Champions che verrà, ritenuto minimo ad inizio stagione ma che la discontinuità mostrata nell’arco del campionato aveva allontanato drasticamente. In attesa del Liverpool, in campo domani contro lo Swansea, i Red Devils hanno adesso 5 lunghezze di vantaggio sui diretti inseguitori e ben 6 sulla coppia Tottenham-Southampton, bravo a fermare il Chelsea sull’1-1 nel pomeriggio.

Emiliano Testini

Appassionato di basket americano e di calcio, soprattutto quello inglese da qualche tempo, dottore in Scienze Politiche e studente di Marketing presso la LUISS di Roma. Gioca agonisticamente a basket. Conta diverse collaborazioni sul web come redattore sportivo, specializzato in basket NBA e Premier League. E' regolarmente iscritto all'ODG del Lazio come pubblicista.

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