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Sprofondo rosso a Darmstatd: cinque schiaffi per l’Union

UNION BERLINO- L’espulsione del portiere Amsif a fine primo tempo non può giustificare una sconfitta così pesante e nemmeno la superstizione (giocare di venerdì 13) ha avuto grandi responsabilità. Per capire la batosta per 5-0 dell’Union Berlin contro il Darmstadt nell’anticipo della 25esima giornata di Zweite Liga, bisogna risalire a dicembre, nel periodo del mercato di riparazione. Le cessioni del centrocampista Özbek, del trequartista Dausch e dell’attaccante Nemec non sono state rimpiazzate da altrettanti acquisti e così, ora come ora, l’allenatore Norbert Düwel si ritrova con un organico scarno, senza possibilità di fare cambiamenti e privo di fantasia. Quella che sicuramente sarebbe servita contro la seconda in classifica, ma con la squalifica del capitano Kreilach, l’allenatore dei “Rot und Weiß” non ha potuto far altro che spostare il difensore centrale Leistener a centrocampo. Allo stadio Merck-Stadion am Böllenfalltor, poi, viene spazzata via l’unica nota positiva della gara di sette giorni fa contro il Kaiserslautern, ovvero il non aver subito gol con una buona prestazione del secondo portiere Amsif, anche oggi partito titolare.

I padroni di casa hanno senza dubbio proposto un gioco più organizzato, avevano ritmo e hanno messo gli ospiti in pressione sin da subito arrivando sempre primi nei contrasti. Dopo un paio di occasioni pericolose, il Darmstadt ha sbloccato il match al 34’: calcio di punizione dalla metà campo a sinistra, pallone buttato in area e Balogun, il più altro della rosa, ha colpito il pallone in prossimità del dischetto. Primo gol di testa della serata, ma non sarà l’unico. Passano appena dieci minuti e la difesa degli Eiserne combina un frittatone: il retropassaggio di Schönheim verso Amsif è talmente lento e breve che viene intercettato dal trequartista Sailer, il quale, entrato in area, guizza via superando nel frattempo l’estremo difensore dell’Union che goffamente lo stende a terra. Calcio di rigore, espulsione per il portiere marocchino e 2-0 trasformato dal francese Brégerie che trafigge il neo-entrato Haas.

La ripresa si apre con una illusione per gli ospiti. Sebastian Polter, sempre e solo lui, prova a trasformare in occasione, l’unico pallone gravitato nei pressi della porta avversaria, ma il suo tiro è strozzato e finisce poco lontano dal palo sinistro. E’ l’ultima volta che la squadra di Köpenick mette il naso in area del Darmstadt, ma anche in difesa sembra non esserci per niente. Il terzo gol, infatti, nel suo essere grottesco, è una perfetta sintesi della stagione disastrata dell’Union: al minuto 56, gittata lunghissima su rimessa laterale di Belogum, il pallone arriva in area, doppio colpo di testa dei giocatori di casa che smarcano l’esterno Ivana, completamente solo e libero per colpire al volo di sinistro. 3-0, seconda rete costruita di testa, e come se non bastasse, per rendere ancor più amaro l’epilogo, ecco la doppietta del capitano Sulu, che tra l’80’ e l’83’, supera Haas ancora di testa.

«Abbiamo subito cinque gol da calci piazzati. Se non siamo in grado di difendere in queste situazioni è difficile fare punti contro una squadra forte», ha ammesso sconsolato l’allenatore Düwel, il quale ha chiesto scusa ai tifosi per essere venuti in trasferta e aver visto la squadra giocare così male. L’Union Berlin è uscito con le ossa rotte da questo mini girone di ferro contro le prime della classifica (in mezzo la vittoria contro l’Heidenheim e il pareggio a reti bianche contro il Kaiserslautern). Adesso, inizia una nuova fase della stagione e sarà fondamentale vincere fra sette giorni in casa, contro il St. Pauli, 17essimo a dieci punti dall’Union. E’ l’occasione del riscatto e con il ritorno, dopo la squalifica, del capitano Kreilach servono immediatamente i tre punti.

Giovanni Sgobba

Giornalista, nato a Bari in un ambiente dove gli si diceva di tifare per i bianco-rossi, ha seguito il suggerimento alla lettera appassionandosi all'Union Berlin. Fidanzato ufficialmente con il club dal 12 agosto del 2012 quando ha assistito ad una partita per la prima volta nello stadio An der Alten Försterei. Ama i cappelli: i suoi, quello di De Gregori, di Charlie Brown, di Alan Grant e di Nereo Rocco.

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