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Everton-Dinamo Kiev 2-1: Toffees in rimonta, caramella amara per gli ucraini

Al Goodison Park di Liverpool va in scena Everton-Dinamo Kiev, andata degli ottavi di finale dell’Europa League 2014/15. Gli inglesi partono da favoriti, gli ucraini sono tra le outsider più insidiose della competizione.

La sfida è delicata, sbagliare novanta minuti su centottanta può pregiudicare il cammino nella competizione. Ecco, quindi, che i due tecnici puntano sulle formazioni tipo. 4-2-3-1 speculari: Mirallas, Barkley e Naismith supportano Lukaku nei padroni di casa; Yarmolenko (partita mediocre la sua), Veloso e Gusev agiscono dietro a Mbokani negli ospiti.

Gli ucraini partono bene, spingendo sull’acceleratore e mettendo in difficoltà i britannici. Al 14′ arriva il meritato vantaggio, con Gusev (già decisivo ai sedicesimi con il Guingamp) che ammutolisce tutto Goodison Park e fa sognare i suoi tifosi. L’Everton non ci sta, inizia a carburare, e trova il goal del pareggio a cinque dalla fine della prima frazione di gioco, con Naismith che elude la trappola del fuorigioco e fulmina Shovkovskiy per l’1-1.

Nella ripresa i padroni di casa continuano a spingere, con il portiere ucraino – laureato in giornalismo – decisivo su Alcaraz e Garbutt nei primi minuti. Poi, improvvisamente, i ritmi si abbassano, e per far cambiare la faccia al match serve un episodio. Esattamente come quello che capita all’81’: tocco di mano in area ucraina e rigore per i toffesdal dischetto va Lukaku: Shovkovskiy sfiora, ma non può impedire la rete.

L’Everton vince e si potrà così presentare in Ucraina con due risultati su tre a disposizione per raggiungere gli ottavi. Ma la Dinamo, in casa, ha già ribaltato un 2-1. Quello dei sedicesimi.

Matteo Mongelli

Classe '94, piemontese di nascita, tra un esame universitario e l'altro segue il calcio alle temperature più improbabili, dalla Scandinavia alla vecchia terra degli Zar. Russofilo e (a breve) russofono, sogna di diventare direttore sportivo e di vivere a San Pietroburgo. Guai a disturbarlo quando gioca il Krasnodar: potrebbe uccidere.

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