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Chelsea-Tottenham 2-0 – La League Cup è Blues: primo trofeo dell’era Mou-bis

LEAGUE CUP CHELSEA- TOTTENHAM 2-0 – Nella splendida cornice di Wembley, teatro delle finali di tutte le competizioni più importanti inglesi, va in scena l’ultimo atto della Football League Cup, la Coppa di Lega inglese. A contendersi l’ambito trofeo due squadre che, a Londra, sono di casa: Chelsea e Tottenham. La sfida fra Blues e Spurs, però, non è un inedito per l’atto finale della Coppa di Lega: nel 2008, dopo 120 minuti tiratissimi, il Tottenham portò a casa il trofeo grazie ad un goal di Woodgate realizzato nel primo tempo supplementare, dopo che i tempi regolamentari finirono col punteggio di 1-1 in virtù dei goals di Berbatov e Drogba. Oggi, come allora, il favorito è il Chelsea, che scende in campo con un 4-2-3-1 piuttosto atipico: Zouma fa il frangiflutti davanti alla difesa avvalendosi della collaborazione di Ramires, mentre Fabregas gioca leggermente più avanzato dei due pronto, se necessario, a rinculare per dare una mano. Modulo speculare per il Tottenham, che schiera la migliore formazione possibile: Kane torna titolare dopo il turno di riposo in Europa League, mentre il terzetto alle spalle della forte punta inglese prevede – da destra a sinistra- Townsend, Eriksen e Chadli.

PRIMO TEMPO – L’elettrizzante atmosfera di Wembley galvanizza i ventidue in campo, che non se la mandano certo a dire. La prima occasione, al sesto, la crea il Chelsea, il colpo di testa di Ivanovic termina di poco a lato. La risposta degli Spurs non si fa attendere e passa per i piedi di Eriksen, che, due minuti più tardi, centra la traversa su calcio di punizione, guadagnato in precedenza da Kane. Il Chelsea assume un atteggiamento assai prudente, lascia l’iniziativa principalmente agli avversari rendendosi pericoloso di rimessa. La partita, quindi, viaggi sui binari dell’equilibrio. E le occasioni da goal, latitano. La gara si accende nell’ultimo quarto d’ora. Al minuto trentaquattro, Rose si rende protagonista di un miracoloso intervento volante di testa ed evita che la sfera giunga a Febragas, pronto a ricevere l’assist con il contagiri di Willian e trovarsi a tu per tu con Lloris.

Si sveglia anche il Tottenham, con Chadli assoluto protagonista. Il belga prima reclama – invano – un calcio di punizione dal limite per un fallo di mano commesso da Cahill su un suo tiro, poi, sessanta secondi dopo, si rende protagonista di un ottimo spunto concluso, però, con un tiro che non inquadra lo specchio della porta avversaria. Nel momento migliore degli Spurs, i Blues passano in vantaggio: punizione dal lato destro di Willian che, in seguito alla “spizzata” involontaria di Rose, carambola sul petto di Zouma e si trasforma, in modo del tutto fortuito, in un assist per Terry, che fredda Lloris con una potente conclusione di destro dal limite dell’area piccola. Il goal galvanizza la squadra di Mou, vicinissima la raddoppio con Cahill, autore di un colpo di testa che costringe Lloris ad un difficile intervento.

SECONDO TEMPO – Il secondo tempo inizia così come si era chiuso il primo: Chelsea all’arrembaggio, Tottenham in netta difficoltà, evidentemente demoralizzato dal goal subito in chiusura di frazione. Dopo quattro giri di lancette, primo brivido per Hugo Lloris, costretto ad una difficile deviazione sulla splendida rovesciata di Fabregas. Gli Spurs provano ad alzare il proprio baricentro. E al decimo vengono puniti: Fabregas s’inventa un filtrante perfetto per Costa, che entra in area e, complice l’involontaria deviazione di Walker, mette a segno il secondo goal dei Blues. La squadra del Nord di Londra accusa il colpo, Pochettino, nel tentativo di rianimarla, prova un cambio: fuori l’impalpabile Townsend, dentro Dembelè. Ma lo sforzo del tecnico argentino risulta vano. Il Chelsea, infatti, mantiene costantemente in mano il pallino del match e al ventesimo, grazie ad un bel destro a giro di Hazard, sfiora il tris.

Altri tre giri di lancette ed è ancora il Chelsea a sfiorare il goal: Hazard mette una palla divina in direzione del secondo palo dove si avventa come un falco Fabregas, che colpisce di testa e non inquadra la porta per un non nulla. A Wembley piove a dirotto, clima che ben manifesta lo stato d’animo degli Spurs, protagonisti di un secondo tempo ampiamente insufficiente. A venti dal termine, entra in campo Lamela, protagonista, cinque minuti più tardi, di una potenziale palla-gol: Eriksen esegue un calcio d’angolo dalla destra, Ivanovic trattiene in mezzo all’area Kane e la palla sfila sul secondo palo in direzione dell’ex romanista, che, però, manca l’impatto di testa con la sfera. Ad un quarto d’ora dal fischio finale entra in campo anche Cuadrado, che prende il posto di un ottimo Willian. Il Tottenham staziona stabilmente nella metà campo avversaria, ma Cech non è mai impegnato.

E la partita, lemme lemme, fra i cori festanti dei tifosi del Chelsea, giunge al termine: Mourinho, otto anni dopo, vince il settimo trofeo con la squadra di Stamford Bridge, il primo della seconda era del tecnico portoghese a Londra. La vittoria, nel suo complesso, è stata meritata. La squadra di Mou, infatti, ha creato molto più pericoli alla porta avversaria rispetto alla compagine di Pochettino, vicina al goal solo in avvio di partita (traversa di Eriksen). L’impressione, netta, è che questo sia solo l’antipasto di una stagione che ai Blues, molto probabilmente, riserverà altri grandi gioie. Stay tuned!

Il Renzaccio

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