Un tabù, finalmente sfatato, Mourinho vince al Villa Park. Non ci era mai riuscito, ma dopo cinque tentativi finalmente arriva il successo. Vittoria non semplice, considerato che gli avversai hanno giocato meglio, ma questi tre punti – complice lo stop del Manchester City – assumono un’importanza vitale. L’Aston Villa gioca accorto, il Chelsea sente la mancanza di Fabregas, vero ispiratore della manovra, difficile far bel gioco senza lo spagnolo. Quando l’orchestra non riesce a far musica arriva il momento dei solisti. Otto giri di lancette e Oscar mette in movimento Willian, dai due verdeoro la palla arriva a chi non sarà brasiliano di nascita ma lo è di piede. Eden Hazard non si fa pregare e infila Guzan. Si potrebbe pensare a una pratica già da archiviare dopo neppure dieci minuti ma la partita inizia ora.
L’Aston Villa gioca bene, il Chelsea invece ripiega quasi intimorito. I Blues, in assenza di idee migliori, cercano il lancione per Drogba, l’ivoriano un tempo sarebbe stato in grado di caricarsi la squadra sulla spalle ma chiedere questo lavoro a un signore che tra un mese spegnerà 37 candeline è un’ingiustizia. L’ivoriano fa quel che po’ ma non è proprio giornata per lui. Nel secondo tempo Okore traduce in gol la palla messa in mezzo da Gil e pareggia i conti. Rete meritata per gli uomini di Lambert, che a livello tattico oggi le azzecca praticamente tutte. Bravo Aston Villa, ma il Chelsea è una squadra pensata per vince, che pensa per vincere e sa vincere. Sempre. Passano venti minuti e la fortuna premia la corazzata blu.
Mischione nell’area dell’Aston Villa, la difesa non riesce a liberare, dopo un flipper la palla capita sui piedi di Ivanovic che lascia partire la bomba che vale tre punti. Chiususa con il Chelsea ancora in versione “provinciale”, ma servono i punti e i punti arrivano. Un plauso ai Villans, che non meritavano di uscire dal campo senza neppure un punticino, ma il Chelsea ha la vittoria scritta nel dna. A ogni costo. Tra gli uomini di Mourinho spicca Willian, in mancanza di Cesc e lui ad accendere la luce quando serve. Fa tutto, pure il difensore, e lo fa benone.
Nota a margine: esordio per Cuadrado, arrivato fresco fresco dall’Italia. Il nome sul tabellino è l’unico segno tangibile della sua presenza.
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