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Racing-River Plate, il Clásico più antico di sempre torna ad essere decisivo

Quando si affrontano il Racing di Avellaneda e il River Plate la memoria torna a quel primo Clásico della storia del calcio argentino quando queste due storiche formazioni giocavano in Segunda. Stooop! Ma come Clásico? E poi il River in Segunda? Ebbene sì, per i meno pratici con il fútbol sudamericano potrebbe suonare un po’ strano ma le cose stavano proprio così. Innanzitutto da queste parti vengono chiamati clásicos tutti gli incontri tra le cinque grandi, vale a dire Boca Juniors, River, Independiente, Racing e San Lorenzo, e l’incrocio più antico risale al 13 dicembre 1908 proprio tra le due nostre. All’epoca il professionismo era una realtà ancora lontana, sarebbe arrivato più di due decenni più tardi, proprio per questo è un’epoca che spesso non viene “conteggiata”, tanto che difficilmente sentirete uscire dalla bocca di un Millonarios un River Plate in terza serie. Ma nel 1908 il River Plate giocava la sua terza stagione tra i cadetti dopo aver iniziato a giocare proprio nel terzo piolo della piramide argentina, e finalmente l’accesso alla massima serie era a un passo: ci si gioca contro il Racing la finale dei play-off per accedere al gradino più alto del calcio argentino. E la squadra non delude le attese vincendo due a uno nei minuti supplementari e festeggiando un trionfo storico, ma la faccenda non è ancora chiusa.

Nei giorni successivi si accendono polemiche riguardo a irregolarità del match, in occasione di ogni rete le tifoserie erano entrate sul terreno di gioco per esultare assieme ai propri calciatori. In sede giudiziaria arriva il pareggio, la Federcalcio argentina stabilisce che la partita va rigiocata, stesso campo e stesso arbitro, ma stavolta alla prima invasione la gara verrà annullata con vittoria a tavolino. Così si torna in campo il 27 dicembre e come nel peggiore degli incubi nella ripetizione le cose vanno ancora peggio per l’Academia che perde nuovamente, ma stavolta con un passivo imbarazzante: i Millonarios s’impongono sette a zero e godono ancora di più. Secondo le cronache dell’epoca Lamour, il portiere racinguista, non torna in campo nella ripresa lasciando i compagni in inferiorità numerica e senza un portiere di ruolo fra i pali (all’epoca non esistevano le sostituzioni), e il tre a zero del primo tempo diventa così una goleada, a cui partecipa tra l’altro tale Chiappe, autore di una doppietta.

Da allora ne è passato di tempo, Racing e River Plate si sono affrontate ai massimi livelli del calcio sudamericano per più di un secolo e oggi sono due tra le più grandi realtà del continente, nonché le uniche compagini argentine ad aver vinto tre titoli consecutivi. Oggi sono entrambe in lizza per aggiudicarsi il titolo del Transición e lo scontro diretto è una sorta di finale anticipata. Il River, capolista e dominatore della rassegna, è la chiara favorita ma in fase calante, viene da due pareggi e una sconfitta che gli hanno bruciato il grande vantaggio accumulato durante il torneo e la doppia sfida contro il Boca Juniors in coppa ne sta consumando le energie fisiche e mentali. Il Racing è invece in striscia positiva avendo vinto le ultime tre gare di campionato e insegue a un punto di distacco, mentre Lanús ed Independiente rincorrono con un leggere distacco (la squadra di Barros Schelotto ha raggiunto il River avendo vinto l’anticipo di oggi). Sarà la sfida tra il Principe Milito e il Torito Cavenaghi, tra le due grandi favorite, tra il Racing Avellaneda e il River Plate, al Cilindro è già tutto esaurito ma la classifica dice che probabilmente si deciderà tutto all’ultima giornata. I Millonarios potrebbero accontentarsi di un pareggio mantenendo la vetta e giocandosela alle ultime due gare, e senza la pressione del Superclásico di Copa Sudamericana, mentre per l’Academia è l’ultima chiamata: non vincere potrebbe essere fatale.

Mihai Vidroiu

Mi chiamo Mihai Vidroiu, ma per tutti sono semplicemente Michele, sono cresciuto a Roma, sponda giallorossa. Ho inoltre una passione smodata per il Villarreal, di cui credo di poter definirmi il maggior esperto in Italia, e più in generale per il calcio, oltre ad altri mille interessi.

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