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Russia – Zenit a forza cinque. L’Ufa blocca il CSKA. Rostov a fondo: scontro salvezza all’Amkar

RUSSIA – In attesa dei due posticipi che chiuderanno la giornata (Krasnodar-Terek e Dinamo-Rubin), è stato un week-end interessante – come sempre, del resto – in Russian Premier League, sia nelle parti nobili che in quelle più povere della classifica.

L’undicesima giornata di RPL si è aperta venerdì, con l’anticipo che ha visto opporsi ad Ekaterinburg l’Ural e l’Arsenal Tula. Sul campo coperto in erba sintetica – dove già lo scorso anno gli arancioneri giocarono le gare invernali – i padroni di casa hanno vinto 1-0 contro i modesti avversari (sempre più ultimi a quota 2 punti), grazie ad un colpo di testa del trequartista Erokhin. Partita tutt’altro che indimenticabile, che ha ulteriormente rimarcato l’inadeguatezza dell’Arsenal nella categoria: difesa tragicomica, centrocampo mediocre, attacco inesistente. Il record (in negativo) di punti in RPL rischia fortemente di essere battuto.

Zona bassa della classifica che era chiamata in causa anche al sabato. Amkar-Rostov era un vero e proprio scontro delicatissimo, che vincono i rossoneri, mettendo a segno una rete per tempo. Dopo un quarto d’ora circa il nigeriano Ogude sblocca la gara, mentre a cinque dalla fine ci pensa Kolomeytsev a chiuderla. Il club di Perm sale a quota dieci, mentre per i selmashi non sembra conoscere fine la crisi di risultati stagionali: penultimo posto con appena cinque punti, una difesa colabrodo ed un attacco sterile. La squadra è a pezzi psicologicamente parlando, e la stagione rischia di prendere una piega negativa.

Appena un punto sopra al Rostov c’è la Torpedo Mosca, che impatta 0-0 nella seconda sfida del sabato contro il Kuban. Si tratta tutto sommato di un buon punto per i bianconeri, ottenuto contro una squadra autrice di un ottimo avvio stagionale; e considerato l’andamento nelle zone basse, anche un punticino colto in più o in meno può significare salvezza o retrocessione (in foto una scena della gara).

Decisamente più interessante è stata la domenica: oltre al derby moscovita che ha messo di fronte Spartak e Lokomotiv (INSERIRE LINK ARTICOLO), andavano viste anche Ufa-CSKA e Zenit-Mordovia, due sfide sulla carta già scritte.

Ebbene, nel calcio si sa i pronostici non sempre vengono rispettati, e così il CSKA secondo in classifica – capace in settimana di bloccare sul 2-2 il Manchester City in Champions League – ha pareggiato per 3-3 – e non senza polemiche – sul campo della neopromossa, recuperando per ben tre volte lo svantaggio. Padroni di casa in vantaggio con il difensore dal doppio passaporto tedesco/costaricano Brown Forbes dopo circa un quarto d’ora, ma nel finale del primo tempo risponde Vasili Berezutskiy con un preciso colpo di testa. La ripresa è folle: Semakin (50′) e Safronidi (89′) fanno per due volte sognare il colpaccio ai padroni di casa, ma per due volte l’israeliano Natcho (59′ e 94′) – trasforma due rigori più che generosi (esattamente come successo contro i citizens) e permette ai moscoviti di uscire indenni dalla Baschiria, seppur buttando due punti importantissimi.

Pokerissimo invece dello Zenit San Pietroburgo, che al Petrovskiy piega il Mordovia. Gli ospiti resistono un tempo abbondante, prima di crollare clamorosamente nella ripresa e di subire ben cinque reti nell’arco di venti minuti (dal 50′ al 70′). Hulk sblocca la gara con un sinistro di rara violenza, Kerzhakov raddoppia con una rovesciata di pregevole fattura e la collaborazione del portiere Kochenkov, che poco dopo respinge addosso ad un compagno un cross piteriano firmando un’autorete tragicomica. Successivamente Danny e Witsel arrotondano ulteriormente il punteggio, permettendo alla banda di Villas Boas di allungare sul CSKA inseguitore.

Matteo Mongelli

Classe '94, piemontese di nascita, tra un esame universitario e l'altro segue il calcio alle temperature più improbabili, dalla Scandinavia alla vecchia terra degli Zar. Russofilo e (a breve) russofono, sogna di diventare direttore sportivo e di vivere a San Pietroburgo. Guai a disturbarlo quando gioca il Krasnodar: potrebbe uccidere.

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Matteo Mongelli

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