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Islanda – Stjarnan all’ultimo respiro, rimonta beffa per l’FH: il titolo è biancazzurro

Le favole, purtroppo, hanno spesso un lieto fine negato. Quella dello Stjarnan si era interrotta con l’Inter, prendendo nove reti tra Islanda e San Siro, e costringendo gli islandesi ad abbandonare il sogno chiamato Europa League proprio sul filo del traguardo.

Qualche volta però il cielo ci restituisce quello che prima ci ha tolto, e lo fa nella maniera più bella possibile, regalando il primo titolo della loro storia al club di Gardabaer, facendolo nello scontro diretto, donandoglielo all’ultimo secondo di una partita che in Italia nessuno ha seguito, ma che lassù, in Islanda, nessuno dimenticherà, almeno a breve.

Hafnarfordjur-Stjarnan è la sfida che non ti aspetti, i padroni di casa in vantaggio di due punti all’ultima giornata, cui basta non perdere per festeggiare la vittoria dell’Urvalsdeild, anzi, Pepsideild per ragioni di sponsor. Hafnarfjordur-Stjarnan è la sfida più assurda di questo mondo, perché gli ospiti passano in vantaggio con Finsen, rimangono in dieci perchè Veigar Pall Gunnarsson si fa cacciare assurdamente nella gara più importante dell’anno, perché lo scozzese Lennon a metà ripresa rimette in parità il parziale e spezza i sogni di gloria ospiti. Od almeno ne dà l’impressione, almeno fino a quando, al 75′, Atli Gudnason va ad un passo dal 2-1 che avrebbe significato “titolo bianconero”, ma la sua conclusione si infrange sul palo e fa capire che, almeno quel giorno, il Dio del calcio tifa Stjarnan. E allora che si capisce che il destino è già scritto, che lo Stjarnan (che significa stella, ndr) deve raggiungere le altre stelle ed essere quella più bella. E lo fa all’ultimo minuto, quando Doumbia – uno che ha giocato in massima serie belga – regala un rigore agli ospiti. Finsen lo calcia, Finsen lo segna, Finsen manda in visibilio una squadra ed una tifoseria, ma nello stesso tempo nello sconforto i 6.500 spettatori di casa (record ASSOLUTO nella storia della Pepsideild, segno di come il calcio sia sempre più seguito). Lo Stjarnan fa l’impresa: per una volta, a Gardabaer, il Sole non è la stella più brillante di tutte.

Matteo Mongelli

Classe '94, piemontese di nascita, tra un esame universitario e l'altro segue il calcio alle temperature più improbabili, dalla Scandinavia alla vecchia terra degli Zar. Russofilo e (a breve) russofono, sogna di diventare direttore sportivo e di vivere a San Pietroburgo. Guai a disturbarlo quando gioca il Krasnodar: potrebbe uccidere.

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