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Russia – Zenit schiacciasassi: manita al Rostov. Il Rubin fa flop, lo Spartak quasi. Primo acuto dell’Ural

 

RUSSIA, RPL – Otto su otto. E’ uno Zenit senza rivali almeno in questo inizio di RPL. Questa volta la vittime del club di San Pietroburgo è il Rostov, che soccombe per ben cinque reti a zero tra le mura amiche. Assoluto protagonista del match è il venezuelano Josè Salomon Rondon, che spedisce per ben tre volte la sfera alle spalle di Pletikosa, bucato per due volte anche dal fuoco amico. I selmashi infatti hanno realizzato due autoreti, con il sudafricano Xulu (veramente comico il suo intervento a spazzare il pallone in porta) e con il russo Dyakov. Ventiquattro punti su ventiquattro per lo Zenit, assoluto schiacciasassi. Situazione più complicata invece per il Rostov. La squadra di Bozovic – che lo scorso anno aveva messo in mostra una buona fase difensiva – in questo avvio di stagione ha già preso la bellezza di 28 reti, cifra da capogiro e che è più di un semplice campanello d’allarme. La sola cessione di Logashov – che rimane comunque un terzino – non può giustificare un rendimento crollato a capofitto: Xulu e Bastos sono passati da essere giocatori discreti e vere e proprie calamità naturali; Milic ha dimenticato come si faccia la fase difensiva, e Djakov è l’ombra del centrale che arrivò a conquistarsi le attenzioni del CSKA Mosca. C’è molto da lavorare, anche perché la classifica, con i soli quattro punti raccolti, inizia a diventare buia.

Fa flop il Rubin, che a Krasnodar, contro il Kuban, perde 2-1. E pensare che i tatari allenati da Bilyaletdinov senior erano partiti bene, trovando il goal del vantaggio con Maksim Kanunnikov (sarà l’anno della sua esplosione definitiva?) bravo a sfruttare una bella palla del turco Karadeniz e a battere il portiere di casa Belenov. La reazione dei padroni di casa però non si fa attendere, e entro la fine del primo tempo il punteggio è già ribaltato grazie alle reti del brasiliano Danilo (primo centro in Russia per l’attaccante in prestito dallo Zorya Lugansk), con una bella conclusione a giro, e del liberiano Oliseh, bravo ad anticipare tutti con un poderoso colpo di testa sugli sviluppi di un corner. Il Rubin resta a quota 10, mentre il Kuban si issa al secondo posto in solitaria (aspettando CSKA e Dinamo nelle sfide di domani e lunedì).

Mezzo passo falso dello Spartak, che perde così contatto sia dallo Zenit che dal Kuban. I moscoviti di Yakin impattano sull’1-1 tra le mura amiche contro il Terek Grozny. I ceceni giocano la solita partita di ordine e buona qualità, sbloccando il risultato con una punizione che finisce in fondo al sacco del brasiliano Mauricio. Lo Spartak è confuso e confusionario, anche colpa di un 4-3-3 che diventa spesso un 5-4-1 troppo basso, e che, anziché reagire, rischia di affondare, ma il palo, intorno al 70′, nega il raddoppio ad Ailton. Ci pensa lo spagnolo Jurado con una perfetta punizione nei minuti di recupero a regalare il pareggio ai biancorossi di Yakin, ora a quota 15 punti (+1 sul Terek) in graduatoria.

Chiudiamo il riassunto di questa giornata di RPL con la sfida che la ha aperta, il delicato scontro salvezza tra Ufa e Ural. Ebbene, a vincerlo sono stati i secondi, grazie ad una rete in mischia dell’ex Sheriff Tiraspol Erokhin. Un goal in mischia importantissimo quello del giovane trequartista, che salva la panchina del tecnico Tarkhanov e regala il primo successo stagionale agli arancioneri, che lasciano l’ultimo posto (ora occupato soltanto dall’Arsenal Tula) e salgono a quota quattro, mettendo pressione alle altre candidate alla retrocessione. Resta invece a quota sette l’Ufa, che si mangia le mani per un match nel quale anche conquistare un singolo punto sarebbe stato importante.

RISULTATI– Ufa-Ural 0-1, Rostov-Zenit 0-5, Kuban K.-Rubin K. 2-1, Spartak M.-Trek G. 1-1

Matteo Mongelli

Classe '94, piemontese di nascita, tra un esame universitario e l'altro segue il calcio alle temperature più improbabili, dalla Scandinavia alla vecchia terra degli Zar. Russofilo e (a breve) russofono, sogna di diventare direttore sportivo e di vivere a San Pietroburgo. Guai a disturbarlo quando gioca il Krasnodar: potrebbe uccidere.

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