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Russia – Ural, sprofondo rosso(nero): KO anche nel derby. Pari tra Terek e Kuban

 

Cucu, l’Ural non c’è più. Non che ai tifosi delle altre squadre della RPL – specie quelle che devono salvarsi – spiaccia molto, sia chiaro. Però, magari, chi per il club di Ekaterinburg tifa una vittoria – prima o poi – vorrebbe anche vederla. Un punto in sette gare, quinta sconfitta consecutiva, questa volta contro l’Amkar nel derby degli Urali. Un Amkar che prima di oggi aveva solo quattro punti, non che se la passasse molto meglio; eppure è un Amkar che sorprende, capace di vincere pur giocando per l’ennesima gara senza attaccanti. La sfida si sblocca subito: Dzhakov viene sostituito dal gemello forte (finalmente una partita decente del numero 17) e sblocca la gara dopo nemmeno cinque minuti con una bella conclusione dal limite. Gli arancioneri non ci stanno: al 12′ Smolov pareggia con una conclusione sul primo palo lasciato scoperto dall’indecente portiere di casa Gerus (ma perché Narubin sia in panchina non si sa). 1-1 che dura una ventina di minuti, quando Dzhakov trova con un lancio millimetrico Kireev in area di rigore: il russo prova il pallonetto e centra la traversa; sulla ribattuta arriva Peev che anticipa gli addormentati difensori ospiti e riporta avanti i suoi. Il punteggio non cambierà più: Muslin e i rossoneri sorridono, mentre Tarkhanov – che lo scorso anno salvò con un mezzo miracolo l’Ural – è ad un passo dall’esonero.

Poco da segnalare invece nell’altro posticipo, quello che ha messo di fronte Terek e Kuban, se non l’espulsione, negli ospiti, di Charles Kaborè al 65′ per somma di ammonizioni. Le due squadre si spartiscono un punto che lascia tutto sommato entrambe soddisfatte e nelle zone medioalte della graduatoria.

Matteo Mongelli

Classe '94, piemontese di nascita, tra un esame universitario e l'altro segue il calcio alle temperature più improbabili, dalla Scandinavia alla vecchia terra degli Zar. Russofilo e (a breve) russofono, sogna di diventare direttore sportivo e di vivere a San Pietroburgo. Guai a disturbarlo quando gioca il Krasnodar: potrebbe uccidere.

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Matteo Mongelli

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