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Tra le Linee: Brasile agli ottavi col solista

Brasile-Camerun è il congedo del girone A: verdeoro che devono conquistarsi il primo posto nel girone e Camerun che saluta la rassegna cercando di onorare la competizione. Scolari schiera il solito Brasile titolare che parte subito all’arrembaggio spinto dalla Torçida e sfiora il gol in un paio di occasioni, finché Neymar non la sblocca approfittando di una difesa ballerina. Subìto il gol cresce il Camerun e approfitta del calo di pressione dei brasiliani per provare a lasciare un segno; Matip prima sfiora il gol e poi realizza su una dormita colossale della difesa, in particolare di David Luiz che avrebbe tutto il tempo sia di marcare che di chiudere lo spazio al pallone ma rimane impietrito nel mezzo. Il solito Neymar, imprendibile stasera, rimette le cose a posto con un gran gol. Gara chiusa in avvio di ripresa con il gol di Fred e accademia fino alla rete del subentrato Fernandihno.

Camerun che non fa più nulla di concreto se non agevolare la vita ai brasiliani che arrivano a tanto così dal prenderli in giro; i Leoni Indomabili non sono più tali e per la seconda volta consecutiva lasciano il mondiale senza lasciare traccia, probabilmente la peggiore squadra vista fino ad ora. Brasile strano, molto strano; gioca un calcio tutto sommato semplice sempre con la stessa impostazione sia di modulo che di interpreti, accelera senza troppa difficoltà ma non è il solito Brasile che siamo abituati a vedere, fa vedere parecchie amnesie in difesa nonostante i 4 dietro siano tra i difensori più quotati al mondo; a centrocampo o si passa da Luiz Gustavo o si salta direttamente a Oscar, Paulinho sembra ancora un passo indietro rispetto ai compagni, Hulk sulla sinistra si sbatte in lungo e in largo ma fa tanta confusione, mentre Fred sembra non essere compreso nei piani, i compagni lo cercano pochissimo e lui non si muove molto per cambiare la situazione, se ne sta li ad aspettare la palla buona e se non arriva non si dispera.

In parole povere, sembra un Brasile appoggiato su Neymar e sulle sue invenzioni e a memoria non mi ricordo che i verdeoro siano mai stati così aggrappati a un solo uomo dal punto di vista tecnico. Vero, il Brasile del 1998 pagò carissima l’assenza spirituale di Ronaldo nella finale di Parigi, ma questo Brasile dà l’impressione di non giocare senza passare per Neymar. Staremo a vedere contro il Cile, avversario vero che metterà un altro agonismo rispetto a quello visto in queste gare.

Di certo c’è che oggi il Brasile è ancora il suo numero 10, formidabile solista che però potrebbe non riuscire a reggere tutto il concerto senza l’orchestra…

Emanuele Broccoletti

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Emanuele Broccoletti

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