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Svizzera-Ecuador 2-1: Hitzfeld trova la rimonta in panchina

Ore 18.00 italiane, prima gara del gruppo E, Svizzera-Ecuador a Brasilia. Piena di conoscenze italiane la formazione di Hitzfeld: Lichtsteiner, Von Bergen, Inler e Behrami in campo fin dall’inizio, è però l’undici di Rueda a partire meglio e Caicedo per poco non punisce il disattento Von Bergen in avvio. Grintosi in mezzo i sudamericani, intimorito il centrocampo svizzero, durante i primi dieci minuti gli uomini avanzati non riescono a toccarne mezza, al 12esimo Xhaka tenta il tiro della disperazione dagli spogliatoi. C’è equilibrio ma comunque l’Ecuador, oggi in maglia blù, sembra stare meglio fisicamente e aggredisce con profitto il portatore di palla. È sintomatico che spesso siano i centrali a doversi sganciare per dare il via alla manovra rossocrociata, tutto fermo intorno. Poca manovra, Shaqiri al quarto d’ora fa tutto da solo, Domínguez finalmente si sporca i guanti. Il portiere della LDU di Quito non deve comunque faticare per far sua la sfera, più in imbarazzo quattro giri d’orologio dopo sul mancino di Rodríguez.

Segnali di vita dei rossi, ma a rompere l’equilibrio di Svizzera-Ecuador ci pensa Enner Valencia al minuto 22. Punizione dalla sinistra calciata da Ayoví, incomprensibile l’atteggiamento della difesa elvetica, l’attaccante del Pachuca può staccare indisturbato e mette alle spalle di Benaglio la palla dell’uno a zero. La Svizzera accusa il colpo e prova a scuotersi, von Bergen e Djourou però per poco non confezionano un altro macello, Caicedo è sempre in agguato. Ordinato il 4-4-2 dell’Ecuador, il movimento delle linee funziona bene e gli ingranaggi girano meglio di quelli degli svizzeri. Behrami e Inler, svizzeri di Napoli, impegnano Domínguez, un paio di rischi anche per Benaglio prima dell’intervallo. Si va negli spogliatoi con l’Ecuador meritatamente in vantaggio, meglio messa in campo la squadra di Rueda, rossocrociati che si affidano a fiammate individuali ma le idee sono poche e la difesa è cioccolato al sole.

Stocker non pervenuto, nella ripresa c’è Mehmedi al suo posto e la mossa di Hitzfeld si rivela azzeccata. Tre minuti dopo il rientro il neoentrato di testa mette nel sacco. Pareggio al primo tentativo, la gara si accende. Pericoli per la Svizzera sugli sviluppi di una punizione calciata da Ayoví, bel piedino il suo, al minuto 60 è ancora Enner Valencia lo spauracchio: scambio con Montero e bolide che si perde fuori di un soffio. Lichtsteiner soffre da morire, dal suo lato passano tutti e lui si attacca alla borraccia per dimenticare. Montero, uno tra i più positivi, fa vedere i sorci verdi allo juventino e al 66esimo obbliga Benaglio a una parata non bella ma preziosa. L’Ecuador sta meglio, il caldo taglia le gambe agli svizzeri, una palla ghiotta capiterebbe a Shaqiri ma il mancino va sull’esterno della rete. Dietro si trema ancora, von Bergen sbroglia dopo il rimpallo tra Benaglio ed Enner Valencia.

A un quarto d’ora dalla fine Hitzfeld mette Seferović per Drmić. Ricordatevelo, ne parleremo più avanti. Le occasioni non mancano, Svizzera-Ecuador si chiude con entrambe le squadre a caccia del gol vittoria, a quattro dal novantesimo la punizione di Arroyo – deviata dalla barriera, obbliga Benaglio a un intervento meno semplice di quel che sembra. Tre minuti di recupero, preziosi per gli elvetici perché proprio al 93esimo Seferović (ecco qua) completa la rimonta. La Svizzera porta a casa i tre punti, la buona notizia è questa ma sono tanti gli aspetti da limare. Meglio l’Ecuador, punito per una disattenzione nel finale. Per ora nessun pareggio in questo Mondiale.

Paolo Bardelli

Nato ad Arezzo nei meravigliosi anni '80, si innamora prestissimo del calcio e non avendo piedi fini decide di scriverlo. Ha lavorato nella redazione del Guerin Sportivo e per tre anni cura la rubrica "Dalla A alla Z". Numerose collaborazioni nel corso degli anni con testate tra le quali tuttomercatoweb.com, ilsussidiario.net e il mensile Calcio 2000. Nel 2012 insieme ad Alfonso Alfano crea tuttocalcioestero.it. E ne è molto orgoglioso.

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