A Siviglia, la serata inizia con due ex protagonisti del Sanchez Pizjuan: prima Jesus Navas prova in campo il suo stato di forma per convincere il ct a convocarlo, poi lo stadio intero rende omaggio a Sergio Ramos, il personaggio del momento in Spagna. Del Bosque non lesina sorprese nell’undici iniziale, diversi gli spunti di interesse durante l’arco dei 90 minuti: Javi Martinez centrale può essere una realistica alternativa a Piqué, considerata la forma non perfetta del catalano, Azpillicueta con una prova maiuscola stacca in pratica il biglietto per il Brasile, al contrario del gioiello di casa, Alberto Moreno, probabile escluso assieme a Carvajal nel reparto arretrato.
Iturraspe, al debutto assoluto con la Roja, mantiene bene ritmi e posizione, ma il mediano dell’Athletic Bilbao guarderà il Mondiale in tv. Discorso diverso per Pedro, il migliore dei suoi e in condizione scintillante: l’ala del Barcellona, relegato a semi-panchinaro da Martino, sarà titolare indiscusso dell’undici di Del Bosque. L’ex tecnico del Real Madrid ha riproposto, un anno dopo, anche Fernando Torres titolare: il centravanti del Chelsea è autore di una prova al solito generosa, impreziosita dal gol su rigore (centralissimo) a inizio ripresa ma macchiata dal solito errore grossolano, a tu per tu col portiere avversario, pochi minuti dopo il vantaggio. Torres, comunque, farà parte della spedizione con Diego Costa: resta, probabilmente, un altro posto per un centravanti che si giocheranno Llorente e Negredo.
Partita davvero povera di spunti di cronaca. O meglio, il tiro a segno della Spagna, nel secondo tempo, è d’obbligo vista la differenza di qualità delle due nazionali. Da registrare, comunque, il palo di Azpillicueta a metà del primo tempo, l’ingresso in campo di Silva e Iniesta nella ripresa che risvegliano le “furie rosse”, il debutto di Deulofeu, futuro protagonista con la maglia del Barcellona e della nazionale. Iniesta, a cinque minuti dalla fine, raddoppia con un destro a giro non irresistibile che l’inguardabile Quinonez lascia passare allegramente, prima del palo finale di Busquets: don Andres sarà il leader di una nazionale che, per stessa ammissione di Del Bosque, non ha gli stessi “occhi della tigre” di quattro anni fa. Ma che, senza dubbio, sarà protagonista di un lungo cammino in Brasile.
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