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Porto-Benfica 2-1 – Vittoria di Pirro per i Dragoni

PORTO-BENFICA 2-1 – Spalti semivuoti. Ritmo spesso lento. Valore della sfida relativo. Sembra incredibile, ma Porto-Benfica, classico per antonomasia del calcio lusitano, è stata una partita “inutile”. Le motivazioni maggiori, però, le aveva sicuramente la squadra di casa, che, perlomeno, cercava in qualche modo di dare un senso ad una stagione che un senso non ce l’ha (scusate la citazione musicale). Il Benfica, in formazione non rimaneggiata, ma bensì rimaneggiatissima, ha onorato l’impegno, ma la mente delle Aguias era già proiettata alla finale di Europa League, in programma mercoledì, a Torino, contro il Siviglia. Per quanto visto in campo, la vittoria dal Porto è stata meritata, complice la maggior mole di gioco e la quantità di palle-gol create. Il successo, però, non cancella la brutta stagione della squadra bianco-blu, costretta a metà stagione ad esonerare l’allenatore, evento raro dalle parti di Oporto.

PRIMO TEMPO – I padroni di casa partono in maniere vigorosa. Al terzo minuto, Ricardo Pereira, ben imbeccato da Quaresma, effettua una conclusione che si perde di poco fuori. L’under 21 portoghese, però, si rifà con gli interessi dopo solo sessanta secondi quando, ricevuta palla da Danilo, entra in area e batte Paulo Lopes con un destro ad incrociare il secondo palo. I padroni di casa insistono. Al nono, Defour penetra dal lato sinistro ma trova sulla sua strada Jardel, che gli impedisce di arrivare in porta e devia la palla in angolo; dal conseguente corner, eseguito da Danilo, Jackson Martinez si inventa uno splendido tacco volante che non inquadra lo specchio della porta per un soffio. La squadra di casa continua a farsi preferire, anche se le occasioni per raddoppiare latitano. Il Benfica soffre, ma alla prima occasione utile perviene al pareggio.

Diego Reyes commette una stupidaggine e stende in area Salvio: per l’arbitro è (giustamente) calcio di rigore. Dal dischetto si presenta Perez, che spiazza Fabiano e rimette in equilibrio il match. Il Benfica, sull’onda dell’entusiasmo, aumenta la pericolosità offensiva. Alla mezz’ora, Salvio recupera palla sul lato sinistro, entra in area e serve Funes Mori, che non sfrutta a dovere l’assist e conclude malamente alto sopra la traversa. Passato lo spavento, il Porto torna a comandare le fila del match. A cinque dal termine, Almeida stende Jackson in area di rigore e provoca un penalty a favore della squadra di casa, Dagli undici metri si presenta lo stesso attaccante colombiano, che batte Lopes e riporta in vantaggio i dragoni.

SECONDO TEMPO – La ripresa prende avvio con gli stessi effettivi del primo tempo. Il Benfica, al terzo, sfiora il gol con Djuricic, lesto ad approfittare di una clamorosa incertezza di Maicon ma sfortunato nella conclusione, che si stampa sulla traversa dopo aver superato Fabiano in uscita disperata. La partita si accende. Passano sette giri di lancette e il Porto, al termine di una bella ripartenza, sfiora il gol con Defour, autore di un tiro che si perde di poco alto sopra la traversa. Un solo minuto ed è il Benfica a sfiorare il gol con Andrè Gomes, autore di un tiro che termina fuori di poco. La partita è gradevole, anche se il ritmo è tipico di un confronto di fine stagione senza nulla di significativo in palio. Bell’azione personale di Quintero intorno alla metà della ripresa, la conclusione dell’ex pescarese, però, trova attento il portiere avversario. La risposta delle Aguias non si fa attendere.

Salvio si rende protagonista di un ottimo spunto, Markovic, però, non sfrutta a dovere l’assist del compagno di squadra e calcia fuori. Finale di partita a ritmi blandi. Il Benfica preme sterilmente nella metà campo avversaria, il Porto prova a rendersi pericoloso in contropiede. Ed è propria da una ripartenza che il Porto, a cinque minuti dal termine, va vicinissimo al terzo gol: Danilo, dopo esser penetrato in area dal lato destro, tira in porta e costringe Paulo Lopes ad un difficilissimo intervento; la sfera, poi, giunge a Quintero, che si sistema la palla sul sinistro e, a portiere praticamente battuto, riesce a calciare fuori da posizione decisamente invitante. Negli ultimi minuti, compresi i tre di recupero concessi, non accade più nulla. Il Porto fa suo il Classico più inutile che la storia ricordi.

Il Renzaccio

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