Se Conte, furibondo e amareggiato per l’eliminazione, manda sul banco degli imputati l’ostruzionismo del Benfica e l’arbitraggio di Clattenburg, Jorge Jesus non può che gioire della qualificazione, al termine di una gara che ha assunto i contorni della battaglia epica. In condizioni ambientali avverse e in inferiorità numerica le Aquile hanno difeso strenuamente la posizione e non sono capitolate: sembra la trama di un film sul coraggio di Leonida e dei suoi spartani.
Jorge Jesus non ha nulla da recriminare sull’arbitraggio, nelle sue parole c’è spazio soltanto per gli elogi nei confronti della propria squadra: “Abbiamo meritato la finale perché abbiamo giocato meglio sia qui che a Lisbona. Siamo stati bravi a contenere i movimenti avversari”. L’espulsione di Perez e l’infortunio di Garay non hanno spostato di una virgola le convinzioni dei suoi uomini: “Non era facile difendersi in nove, ma siamo riusciti a mantenere la tranquillità. Il Benfica ha dimostrato come si difende bene, in nove non è mai facile fermare un attacco con Tevez, Llorente e Osvaldo”. Sulla mancata concessione di un rigore alla Juventus il tecnico dei portoghesi non ha dubbi. “Secondo me non c’era”.
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