E’ il club d’appartenenza a render grande l’immagine di un giocatore? O è il giocatore a render grande l’immagine di un club? Insomma, fatta pace per i marziani quali Messi, CR7 e simili, chi valorizza chi? Molti vi risponderebbero che sono senza dubbio i giocatori a rendere famoso un club; altri vi direbbero che esattamente l’opposto (provate a chiederlo ai tifosi del grande Real!). Noi ci affidiamo al buon senso e alla saggezza dei romani, che illo tempore scrivevano che la virtù sta nel mezzo. Si tratta di un rapporto senza dubbio mutualistico e complementare che non può prescindere da entrambe le componenti; alla luce di ciò appare chiaro il ruolo sempre più centrale (e soprattutto redditizio) dei diritti di immagine dei tesserati delle società calcistiche.
Non serve dare i numeri di quanto i grandi campioni guadagnano grazie alla pubblicità e allo sfruttamento della propria immagine; addirittura molti hanno creato società ad hoc per la gestione dei proventi pubblicitari e tra i big italiani spiccano i nomi di Totti e Del Piero che con i rispettivi fratelli hanno creato la Numberten e la Edge. Alla luce delle cifre e visto che non sono poi solo dei vecchi bacucchi con il portafoglio aperto, i presidenti dei club hanno iniziato a tutelarsi: Arsenal e Manchester United considerano ad esempio i diritti di immagine parte integrante del contratto di lavoro sottoposto ai giocatori ma è senza dubbio più interessante quanto fanno Napoli e Real Madrid. Entrambe queste due ultime società infatti, fanno sottoscrivere ai propri giocatori i c.d. “naked contracts”: contratti che prevedono il fatto che il giocatore si “spogli” della propria immagine e ne ceda diritti d’uso e relativi proventi al club.
Se la dirigenza dei blancos è costretta a fare i conti con le bizze e i capricci delle superstar e di conseguenza ad applicare una formula con spartizione dei guadagni al 50%; gli azzurri invece optano, o meglio obbligano, i propri giocatori alla cessione integrale. Aurelio De Laurentis non sarà magari il presidente più simpatico del globo terracqueo ma i conti li sa fare e anche bene e non a caso riesce a mantenere, grazie a politiche di questo tipo, i conti della SSC Napoli in splendida salute. Guardando solo al bilancio, verrebbe da chiedersi perchè non tutte le società adottino una strategia simile; il problema è che con contratti simile viene fortemente limitata la libertà contrattuale dei giocatori, viene tolto loro una importante fonte di guadagno e si rende il processo burocratico particolarmente complesso da terminare. L’ardua scelta affligge i presidenti, che sfogliano la margherita: chiedere i diritti, non chiedere i diritti, chiedere i diritti..
Beh non sappiamo cosa rivelerà loro la margherita, ma voi intanto, provate a chiedere a CR7 di rinunciare al gel per il ciuffo ribelle che sponsorizza. Vi darà tanti tanti tanti milioni di ragioni per non poterne fare a meno!
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