Il Bayern Monaco è campione di Germania per la 24esima volta nella sua storia; i bavaresi bissano il titolo conquistato lo scorso anno dopo un perentorio 2-0 conquistato all’Olympiastadion di Berlino a spese dell’Hertha. E’ un successo clamoroso quello degli uomini di Guardiola, capaci di vincere 25 partite sulle 27 disputate (Friburgo – con l’undici del Bayern ampiamente rimaneggiato prima della Supercoppa d’Europa ad agosto – e Bayer Leverkusen le uniche a conquistare un pareggio, ovviamente in casa) e di laurearsi campioni con sette giornate d’anticipo, migliorando quanto fatto l’anno scorso sotto la guida di Heynckes (titolo alla 28esima).
Ai campioni d’Europa in carica bastava conquistare i tre punti a Berlino per disinteressarsi di quanto accadeva nel derby della Ruhr tra Schalke e Dortmund. Quasi una formalità, considerato che l’Hertha è in calo verticale dopo i prodigi del girone d’andata (quattro partite senza vittoria, altrettante in casa), missione impossibile preventivata già alla vigilia dell’ottimo Luhukay, tra i migliori tecnici in Bundesliga: “E’ già tanto attribuirci un 10% di probabilità di successo contro il Bayern“. E, d’altronde, lo sapeva benissimo anche Guardiola che stasera sarebbe arrivato il Meisterschale (che sarà alzato al cielo soltanto all’ultima giornata): volo di ritorno spostato a domani, concessa ai suoi ragazzi una nottata di festa a Berlino. Scenario per nulla malvagio. Il Bayern ha vinto all’Olympiastadion con gran parte delle novità più vistose della gestione Guardiola: 4-2-3-1 che si trasforma in 4-1-4-1 con Lahm centrale di centrocampo e Rafinha titolare, Gotze “falso centravanti” (anche se mai con continuità durante la stagione), possesso di palla esasperante con verticalizzazioni improvvise. In difesa Dante e Boateng centrali titolari, Alaba in gestione sulla sinistra. Come col Barcellona, la creatura di Pep fa storcere il naso a molti, ma gioca a calcio, poco da dire.
Poco da raccontare della partita a senso unico sin dai primissimi minuti. L’Hertha, col colombiano Ramos centravanti inammovibile, subisce da subito il palleggio e la personalità degli ospiti. Il gol del vantaggio arriva al 6′: finta di Muller sulla destra, il nazionale tedesco rientra e crossa forte in mezzo mettendo in difficoltà Janker. Sul pallone vagante si avventa Kroos che di prima, e di piatto, batte Kraft. Curioso che il vantaggio sia firmato proprio dall’ex Leverkusen, dato per partente certo in estate con destinazione Premier League. Otto minuti dopo, raddoppio e Meisterschale: Schweinsteiger, che partita dopo partita smaltisce il grave infortunio alla caviglia, offre a Gotze un cioccolatino che l’ex Dortmund scartoccia beffando Kraft con un mezzo pallonetto di testa. I tre dietro Ramos, Schulz-Mukhtar-Skjelbred, faticano anche a passare la metà campo, meglio preoccuparsi a limitare il passivo. In effetti l’Hertha pare accontentarsi e si adagia sui ritmi soporiferi imposti dal Bayern. Meglio precisare, comunque, che i bavaresi sfiorano il tris per due volte prima dell’intervallo: prima la traversa di Muller dopo la splendida combinazione volante con Robben (imbeccato dal cross di Alaba), poi ancora Muller che sbaglia il pallonetto di fronte a Kraft. Al 45′, è 0-2.
Ritmi ancora più compassati nella ripresa, costanti anche dopo gli ingressi di Ribery e Mandzukic al posto di Robben e Muller. Il centravanti croato va subito vicino al gol provando a infilare Kraft sul primo palo, ma il portiere di casa respinge col piede. Un sussulto arriva al 65′: Rafinha spinge, ingenuamente, Ramos in piena area di rigore, il colombiano realizza con dolcezza il penalty concesso da Fritz. L’Hertha prova a lanciarsi in avanti con un pizzico d’entusiasmo, spento repentinamente dalla sapienza calcistica degli ospiti, che provano a ristabilire le distanze due volte con Gotze, impreciso soprattutto dopo un assist perfetto di Lahm. Il 3-1 arriva comunque al 76′: ancora Gotze si invola dopo aver recuperato palla a centrocampo e saltato secco un difensore, passaggio coi tempi giusti per Ribery, abile a scavalcare Kraft con un dolce pallonetto. Anche Guardiola, stavolta, celebra la rete della tranquillità. L’ultimo quarto d’ora è una passerella, perfetta per i tifosi bavaresi giunti nella capitale per ribadire il proprio dominio: il Bayern è campione di Germania!
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