The K point: storia di una Premier che non c’è più

Quando si va a fare un giro in quell’incredibile città che è Londra, c’è una tappa che non puo’ essere saltata. Ovviamente non stiamo parlando delle solite attrazioni da turisti.

nostalgia shopping

Ok, bella Westimnster, stupendo il Big Ben, magnifica Trafalgar, ma c’è anche qualcos’altro. Perlomeno, noi appassionati, maniaci, hipster del calcio d’oltremanica non possiamo non fare un salto a Piccadilly, per uscire dall’underground e trovarci davanti Lillywhites.

Perchè? Il motivo è semplice: il secondo piano pieno di cimeli calcisitici e di magliette a prezzo scontato. Certo, ce ne sono tanti altri di negozi, ma ormai questo negozio è diventato un appuntamento classico. E proprio in questo negozio mi sono da pochissimo regalato una football geekeria: la replica vintage della maglia dell’Everton usata nella finale di FA Cup del 1984 vinta ai danni dell’Watford.

Non so voi, ma il fascino che sanno regalare questi gadget è indescrivibile. Mi riportano indietro in un calcio e un’ Inghilterra che non ci sono quasi più. Dove la Premier non era il campionato più seguito e con più introiti del mondo o con la maggiore capacità di marketing, ma una lega di passione e di tradizione secolare.

Non sono passati tantissimi anni, ma la rivoluzione si è fatta sentire tantissimo. Non sono pochi gli appassionati di mezza età che mi hanno confidato di non amare l’odierna versione del loro campionato.
” Stadi che sembrano teatri”, “Tutto che gira solo intorno ai soldi”, “Non c’è più la passione di una volta”.

Eppure, quasi tutti sono d’accordo nell’affermare che la nuova Premier League sta alzando il livello delle squadre inglesi come non mai in passato, con il picco massimo toccato nella finale di Champions League del 2008, dove ad affrontarsi erano Chelsea e Manchester United.

Quest’anno però sembra che il livello si sia riabbassato di nuovo. In Europa League non ci sono più rappresentanti britanniche, mentre in Champions (clicca qui per il quadro dei quarti) ce ne solo soltanto due (che non sono comunque poche).
La questione però riguarda le probabilità di vittoria di queste due; se da un lato il Chelsea di Mourinho se la può giocare con tutti, dall’altro il Manchester United sembra destinato ad uscire senza se e senza ma.

Alla fine però, chissà se tra 30 anni andrò ancora a Londra da Lillywhites a comprarmi una maglietta dell’Everton del 2014 e penserò che questo calcio alla fine non era così male…

Davide K. Cappelli

Giornalista Sportivo Brit-It, autore della rubrica "The K point".

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Davide K. Cappelli

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