Austria-Brasile 1-2 – Perla di Firmino: la Seleçao espugna il Prater

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AUSTRIA-BRASILE 1-2 – Sesta vittoria consecutiva per la Seleçao di Carlos Dunga, capace di superare un’Austria che da oltre un anno non perdeva una gara ufficiale. E’ stata una partita complicata per i verde-oro, costretti spesso sulla difensiva dall’ottima prova fornita dalla compagine di casa, che conferma quanto di buono ha mostrato negli ultimi dodici mesi e si candida al ruolo di possibile mina vagante del prossimo europeo. Anche senza una punta di livello continentale (occhio, comunque, a Okotie) e un metronomo in mezzo al campo, ruolo che il pur discreto Kavlak non riesce a ricoprire a dovere.

PRIMO TEMPO – I primi venti minuti del match riservano poche emozioni. L’unica azione di rilievo la costruisce il Brasile con Neymar, autore di un tiro dalla lunga distanza che non sorprende Almer. Al minuto ventidue, gli ospiti reclamano la concessione di un calcio di rigore per un fallo di Hinteregger ai danni di Oscar, ma l’arbitro non ravvisa gli estremi per concedere il penalty. Tre giri di lancette ed è l’Austria a farsi notare in area di rigore brasiliana: Fuchs crossa in mezzo, Okatie stacca di testa e colpisce il palo, ma il guardalinee segnala la posizione irregolare della punta del Monaco 1860. Nel finale di primo tempo, pur senza entusiasmare, il Brasile crea due occasioni da gol: al trentatreesimo, Oscar crea al panico al limite dell’area austriaca e lascia partire un destro che impegna severamente Almer; al trentottesimo, David Luiz calcia una punizione, che sfiora la parte alta della traversa.

SECONDO TEMPO – La gara, fortunatamente, risulta più gradevole nella ripresa; il ritmo imposto dalla due squadre, infatti, è decisamente più intenso rispetto alla prima frazione. Per assistere ad un’occasione da goal, però, bisogna attendere il sessantatreesimo, minuto fatale per i padroni di casa: Oscar esegue un corner dal lato destro, David Luiz si libera della marcatura di un giocatore avversario e insacca di testa alla spalle di Ozcan. L’Austria, autrice di un avvio di ripresa convincente, non si scompone e reagisce immediatamente. Passano solo duecentoquaranta secondi ed è Arnautovic a rendersi pericoloso con un destro che, complice il provvidenziale intervento in estirada di Danilo, non inquadra lo specchio della porta. La maggior verve della squadra di Koller viene premiata ad un quarto d’ora dal termine: Wiemann penetra nell’area di rigore verde-oro e viene steso da Oscar; per il direttore di gara non ci sono dubbi, è calcio di rigore. Dagli undici metri si presenta Dragovic, che spiazza Diego Alves e pareggia i conti. Quando tutto sembra incanalato verso il pareggio, Firmino – subentrato nel secondo tempo a Luiz Adriano – si inventa un fantastico mezzo esterno destro che s’infila, imparabilmente, alle spalle dell’incolpevole Ozcan. Negli ultimi minuti, gli austriaci premono costantemente alla ricerca del pareggio, senza impensierire seriamente Diego Alves. Dunga esulta: la sua Seleçao, così come la precedente, non sarà bellissima, ma è già tosta. E per il momento, può andare bene così!

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