Manchester City-Sunderland 2-2: un pari che scontenta tutti

Doveva essere la gara giusta per mettere pressione a Liverpool e Chelsea, la prima delle due partite da recuperare e vincere per dare avvio alla volata finale in ottica titolo, una sfida da portare a casa contro un avversario ad un passo dalla retrocessione, non una passeggiata di salute, guai a pensarla così, ma certamente non un impegno proibitivo. Chi pensava ad un Sunderland arrendevole e alla frutta, perché spacciato, si è dovuto ricredere: i Black Cats, al pari del City, rispetto alle altre squadre in lotta per non retrocedere, devono ancora recuperare una gara e hanno deciso di vendere cara la pelle finché la matematica non li condannerà. Se il match è stato vibrante, ricco di emozioni ed entusiasmante, il merito maggiore va riconosciuto ai ragazzi di Poyet, che se la sono giocata a viso aperto e hanno messo alle corde i Citizens per lunghi tratti della gara. Al triplice fischio sono gli ospiti a dover recriminare per un successo buttato via nei minuti finali a causa di una papera di Mannone, e questo la dice lunga sull’andamento della gara. I ragazzi di Pellegrini hanno sprecato un’occasione più unica che rara e, ne siamo certi, ripenseranno a lungo ad una serata in cui per presunzione hanno compromesso la corsa al titolo.

 

Pellegrini concede un turno di riposo a Dzeko, affidando il compito di far salire la squadra, dare profondità alla manovra e giocare di sponda per i compagni allo spagnolo Negredo. Silva soffre per un problema alla caviglia e non va neppure in panchina; al suo posto c’è Nasri. Poyet deve fare a meno dello squalificato Bardsley e schiera Vergini nel ruolo di terzino destro. Davanti alla difesa lo svedese Larsson prende il posto del sudcoreano Sung-Yong Ki.

Sin dalle prime battute le squadre provano a darsele di santa ragione e ne viene fuori un primo tempo avvincente, con occasioni da rete che si susseguono da una parte e dell’altra in rapida successione lasciando il pubblico col fiato sospeso, come nella più classica delle pellicole ad alta tensione. Ritmo di gioco infernale e continui capovolgimenti di fronte, così Citizens e Black Cats si danno battaglia in ogni centimetro di campo. Al 2’ Agüero si invola palla al piede per vie centrali e apre per Negredo, che con un incantevole velo libera Fernandinho, il cui destro in scivolata beffa sul primo palo Mannone. Il vantaggio a freddo avrebbe spezzato le gambe a chiunque, ma non ai Black Cats, arrivati all’Etihad Stadium con due partite da recuperare rispetto alle dirette concorrenti per la salvezza e, soprattutto, senza più nulla da perdere. E’ proprio la convinzione psicologica di essere ormai spacciati che spinge i ragazzi di Poyet, tecnicamente superiori a diverse squadre impegnate nella lotta per non retrocedere, a trovare il coraggio di rispondere colpo su colpo ai Citizens.

Ne viene fuori un turbinio di emozioni che si susseguono a getto continuo, con due giocatori come Adam Johnson, ex di turno, e John O’Shea, vecchio cuore dell’altra sponda di Manchester, a guidare la reazione degli ospiti. Il roccioso centrale difensivo irlandese sfiora le rete di testa per ben due volte, ma le sue conclusioni finiscono a lato di un nonnulla. In mezzo c’è l’erroraccio di Fernandinho, che conclude male sul servizio di Zabaleta, dopo una corta respinta di Mannone, bravissimo ad opporsi al tiro potente dal limite dell’area di Agüero. A metà primo tempo Johnson trova in Borini il compagno perfetto per fare letteralmente ammattire la distratta difesa di casa: prima è l’italiano a controllare ottimamente dentro l’area di rigore e sfiorare il palo con un velenoso diagonale, poi è il funambolo mancino a mettere in apprensione Hart dal limite dell’area, ma ancora una volta la conclusione scivola via sul fondo. E’ un autentico assedio, ma l’imprecisione grazia i presuntuosi ragazzi di Pellegrini.

L’andazzo del primo tempo è solo il preludio ad una seconda frazione di gioco che ha tutta l’area di rappresentare uno dei passaggi decisivi dell’intera Premier League. Che non sarebbe stato facile portare a casa i tre punti Pellegrini lo aveva capito allorquando, al minuto 57, si vedeva costretto a sostituire Agüero, ancora dolorante per un intervento assassino di West Brown nel corso della prima frazione, con Jovetic. Col passare dei minuti, infatti, il forcing offensivo del Sunderland non cala di intensità e Hart deve compiere un autentico miracolo al 73’ per impedire a Colback di ristabilire la parità. Un minuto più tardi, però, Scocco, subentrato da poco a Borini, riceve palla sull’out di destra, converge verso il centro e, con un tunnel beffardo ai danni di Fernandinho, premia il taglio di Giaccherini, che arriva sul fondo e trova al centro Wickham per il più semplice dei tocchi al volo da pochi passi. La furia dei Black Cats non accenna a placarsi e al 84’ la premiata ditta Giaccherini-Wickham confeziona la rete del raddoppio: l’esterno italiano si invola palla al piede in contropiede e, dopo cinquanta metri di campo, trova la lucidità di servire con precisione chirurgica la punta ventunenne, che con un grande destro trafigge Hart sul primo palo. Ad un minuto dal novantesimo Mannone manda alle ortiche la grande prestazione del Sunderland con una papera clamorosa su un piattone centrale di Nasri. Pochi secondi dopo la rete del pareggio il francese ha addirittura la palla della vittoria, ma la sciupa. Gara spettacolare e pari che lascia l’amaro in bocca ad entrambe le squadre.

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