Manchester United-Everton 2-1: Martial al regala in extremis la finale ai Red Devils

Il weekend di Wembley si apre con la prima semifinale di F.A. Cup tra Manchester United ed Everton, i due nomi grossi tra le quattro pretendenti, visto che domani toccherà alle cenerentole Watford e Crystal Palace. Partita fondamentale sia per la squadra di Van Gaal che per quella di Martinez, alla luce della deludente annata in Premier League. I Toffees sono fuori da ogni discorso di gloria e ripongono le ultime speranze di dare un senso a questa stagione in un exploit in coppa, i Red Devils sono ancora in corsa per il quarto posto, ma è decisamente poco per una squadra del loro calibro ed un trofeo in più in bacheca farebbe decisamente comodo. L’assenza di qualsiasi discorso di classifica e la consapevolezza che oggi non si può uscire con un pareggio sembrano liberare le due squadre sin dai primi minuti, giocati a viso aperto ed a grande intensità. Dopo una pericolosa azione di Martial al 4′, la difesa dello United produce uno dei suoi spettacoli horror riuscendo a farsi sfuggire palla e Lukaku direttamente da un rinvio del portiere. L’attaccante belga salta in scioltezza De Gea, tira, ma sulla linea trova la testa del giocatore che non t’aspetti: Wayne Rooney in ripiegamento difensivo. Che classe.

E’ l’ultima boccata d’ossigeno per i Toffees prima di finire con la testa sott’acqua per tutto il resto del primo tempo. Lingard e Martial spingono sulle fasce, imbeccati in maniera sopraffina dal genio di Rooney che agisce alle spalle del sempre brillante Rashford. Il ragazzino dà più di un grattacapo all’esperto Jagielka, ma non riesce a sbloccare la partita. Ci deve pensare Fellaini, il grande ex, servito al 34′ al centro dell’area con un bel cross basso di Martial che aveva preso di nuovo il fondo. Tiro di prima sul primo palo a sorprendere Robles nel momento in cui si sposta verso il centro e 1-0. Nel secondo tempo i Toffees decidono di voler dare battaglia e non arrendersi all’ineluttabile sconfitta, investendo sulla loro fascia destra, quella di Aaron Lennon. E’ una mossa azzeccata perché la velocità dell’esterno inglese cambia gli equilibri della partita ed aumenta la tensione nell’area dello United. Al 56′ proprio Lennon trova Barkley in area, Fosu-Mensah, impaurito, decide di bloccarlo con le cattive sperando di prendere la palla. Intervento a forbice sulle gambe del trequartista avversario e calcio rigore. Romelu Lukaku si presenta dal dischetto, ma De Gea sceglie l’angolo basso alla sua destra e para. Incredibilmente i Toffees non accusano il colpo, anzi ripartono all’attacco più furiosi che mai. Martinez dopo una decina di minuti nota un calo d’intensità e, convinto d’aver trovato la chiave giusta sulla destra, opta per un cambio sull’esterno inserendo il fresco e veloce Deulofeu in luogo dell’ormai stanchissimo Lennon.

Altra mossa azzeccata, perché lo spagnolo fa ammattire la difesa avversaria. Al 75′, dopo 5 minuti dal suo ingresso, crossa al centro per Lukaku, Smalling arriva in anticipo, ma, nel tentativo di spazzare, scivola goffamente sul piede d’appoggio e butta la palla nella propria porta firmando l’1-1. Deulofeu continua ad imperversare e sfiora il gol pochi minuti dopo, fermato solo da un grande intervento di De Gea, quindi ci riprova in contropiede con l’aiuto di Barkley, ma Fellaini salva alla disperata su Lukaku servito in area piccola. Anche il belga dello United si è reso protagonista di una gara a tutto campo, sempre pericoloso in area avversaria, quanto provvidenziale nei recuperi in difesa, ma all’87’ Van Gaal lo toglie dal campo per Ander Herrera. Una mossa azzeccata anche per lui. Sì, perché Herrera mette il pepe che mancava al finale di gara, trovando subito un’ottima intesa con Martial. Al primo tentativo il francese fallisce in rovesciata, al secondo, quando il cronometro conta oramai 93 minuti di gioco, lo spagnolo tocca il pallone in profondità chiudendo l’uno-due che porta l’ex Monaco a scavalcare i centrali difensivi e sfidare Robles in uscita. Interno destro preciso e gol del 2-1.

I tifosi Red Devils esultano, i Toffees si disperano in campo e sugli spalti. L’unico che resta impassibile è Louis Van Gaal. Chiaramente è un risultato importante, lo United aveva perso le sue ultime due semifinali nel 2009 e nel 2011 e non vince l’F.A. Cup dal 2004, anno in cui superò il non troppo temibile Millwall al Millennium Stadium di Cardiff. L’ultimo trionfo a Wembley risale invece al 1999, anno del mitico treble. Detto questo, l’altra semifinale propone Watford o Crystal Palace, perciò Van Gaal sa benissimo che adesso non si può sbagliare. La vittoria di oggi va presa come un passo necessario, ma non sufficiente verso il trionfo finale. Un eventuale secondo posto, infatti, non potrebbe che essere considerato come l’ennesimo fallimento visto il livello degli avversari. Ecco, “fallimento” è proprio il termine adatto a rappresentare l’annata dell’Everton. Questa settimana poteva rappresentare una svolta dopo mesi di anonimato e svolta è stata sì, ma verso il basso. Prima il fragoroso 0-4 patito ad Anfield Road nel derby che poteva dare un senso ad una Premier giocata a bassissimo livello, poi l’eliminazione in F.A. Cup, ultima chance di salvare una stagione con un trofeo importante. Martinez aveva bene impressionato la stagione scorsa, quest’anno ha sbagliato tutto e non è detto che gli venga concessa un’altra occasione. Fossimo in Italia, ad esempio, staremmo già parlando del suo sostituto.

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Cresciuto a pane e telecronache delle proprie partite con le figurine Panini sul campo di Subbuteo, sviluppa una passione viscerale per il calcio, che si trasforma presto in autentica dipendenza. Da sempre dalla parte degli underdog, non scambierebbe mai 1000 vittorie da cowboy con un unico grande successo indiano sul Little Bighorn. Tra una partita e l'altra, trova il tempo per laurearsi in economia, Tuttocalcioestero gli offre l'occasione per trarre finalmente qualcosa di buono dalla sua "malattia" per il pallone, strizzando l'occhio al sogno nel cassetto del giornalismo di professione.

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