Una vittoria per Lewandowski: tempesta Union che rifila 4 gol al FSV

A voler dare un pizzico di romanticismo (e quando gioca l’Union Berlin la dose tende a essere abbondante) la vittoria sul FSV Frankfurt è una dedica speciale a Sascha Lewandowski, l’ormai ex-allenatore della squadra berlinese che ha deciso, per il momento, di lasciare il calcio per motivi di salute. E i giocatori hanno messo così tanto impegno che il 4-0 non solo è il risultato più tondo di tutta la stagione, ma abbina una prestazione in campo spavalda, sicura e notevolmente tecnica. Tre reti già nei primi 45’ di gioco con Kreilach e doppietta di Wood (12 reti in stagione), entrambi assenti per squalifica nel turno infrasettimanale perdente contro il Greuther Fürth; un secondo tempo utile più per dare un voto al portiere Busk, praticamente inoperoso, e per vedere la quarta rete in pieno recupero segnata dall’austriaco Trimmel al suo primo gol in assoluto da quando è in Germania. E’ anche la prima vittoria di André Hofschneider, l’assistente di Lewandowski che ha ereditato la panchina dell’Union fino a fine stagione e sono tre punti fondamentali per tenersi lontani a +9 dalla zona retrocessione. Piccola boutade pallonara: sono 42 i gol realizzati quest’anno dall’Union, terzo in classifica generale, due sopra l’attuale capolista RB Leipzig (che ha un turno in meno).

Per la 25esima giornata di Zweiteliga, André Hofschneider ritrova Kreilach, Wood e Schönheim; dal primo minuto, dopo mesi e mesi, si rivede anche la mascotte di casa Quiring. Questi gli 11: Busk – Kessel, Puncec, Pogatetz, Schönheim (64. Redondo) – Kroos (56. Daube), Parensen – Quiring (81. Trimmel), Kreilach, Brandy – Wood.

Il primo tempo, sembra ironico vedendo il risultato iniziale, non lasciava presagire una prestazione così perfetta: nei primi minuti, il FSV ha offerto il controllo sin da subito ai padroni di casa che però, tra passaggi sbagliati e pochi movimenti, non sembrava voler affondare. Come una tempesta improvvisa, l’Union in soli 10 minuti, ha letteralmente spazzato il Frankfurt dallo stadio Alte Försterei: dal 24’ al 34’ i berlinesi, come fossero tarantolati, hanno segnato tre reti, pressando chiunque in qualsiasi pezzetto di campo e così han fatto per tutta la gara. Al 24’, come detto, è Kreilach a sbloccare il match: da un calcio di punizione defilato sulla trequarti, Kroos la butta in mezzo ed è l’ex capitano a svettare più in alto di tutti e a spiazzare il portiere ospite Weis. Rete del vantaggio e ottavo centro stagionale per il croato. Due minuti più tardi, Kroos veste i panni di finalizzatore: Kessel scende leggero sulla destra, supera due avversari rientrando e passa la palla all’indietro al talento in prestito dal Werder che, però, ciabatta malamente da buona posizione.
Ma è ancora Felix, autentico metronomo del centrocampo, a iniziare l’azione del 2-0: al 29’, Quiring, galoppa sulla fascia di destra chiudendo un “uno-due” con Kroos, il pallone di ritorno è preciso e supera la linea difensiva, il numero 2 crossa in area, ma il pallone è respinto dalla difesa. E’ ancora il veloce esterno a guizzare sulla sfera, anticipando l’entrata dell’avversario, che in piena area, sciaguratamente lo aggancia: per l’arbitro Christian Dietz è calcio di rigore. Sul dischetto si presenta l’americano Wood che, alla Balotelli, si avvicina lentamente sulla palla, guarda fino all’ultimo il movimento di Weis e quando il portiere è ormai a terra, con il piatto destro lo spiazza.
Giornata perfetta per il pubblico che ha Quiring nel cuore: il 25enne, che è stato svezzato calcisticamente proprio dall’Union, sembra un derviscio sotto le note di una rapsodia. E’ ovunque, è libero da schemi e dà un enorme fastidio: al 34’ recupera in scivolata un pallone, serve immediatamente il capitano Kessel che al limite dell’area non ci pensa su due volte e prova la conclusione. Bassa e angolata, vero, ma Weis ci arriva in modo goffo, si tuffa e non la blocca e puntuale come una sentenza arriva Wood per il 3-0. Dodicesima rete per l’americano, a segno in tutti i match del 2016 (5 gol) e pronto a stabilire il record assoluto di marcatori berlinesi in Zweiteliga, 14.

Nel secondo tempo, la seconda squadra di Francoforte, si fa vedere un po’ più spesso nell’area dei padroni di casa: al 50’ l’attaccante Dani Schahin, riceve in posizione regolare una verticalizzazione, si presenta in area di rigore, ma il suo tiro è deviato in corner dall’uscita tempestiva del portiere danese Busk che, quattro minuti più tardi, non può fare nulla sul tiro del kosovaro Perdedaj il quale, dopo aver ricevuto la palla in area di rigore, spiazza con una finta Brandy e colpisce a botta sicura. Portiere superato, ma sulla linea è lesto il difensore berlinese Puncec che salva. In avanti l’Union lo si vede soprattutto per le ripartenze di Wood o per dei bei fraseggi e tocchi di prima, più per leziosità che per reale efficacia e al 70’ rischia ancora: sugli sviluppi di un corner, il difensore avversario Ballas si libera della doppia marcatura Kreilach-Redondo (entrato nella ripresa al posto di Schönheim), ma il suo tiro bello, al volo da un metro, super la traversa. E sempre dalla panchina berlinese arriva la quarta rete: a tempo di gioco ormai scaduto, Daube, subentrato a Kroos scodella la sfera al centro sulla quale Trimmel (dentro lui e fuori Quiring) colpisce nuovamente di testa. Azione praticamente fotocopia della prima rete e match chiuso.

«Voglio augurare il meglio a Sascha, la vittoria di oggi è il risultato del lavoro di Lewandowski», sono state le prime parole di Hofschneider che ha, poi, aggiunto: «Nei primi 30 minuti, abbiamo pian piano conquistato il campo con aggressività e questa pressione ha portato il FSV a commettere errori  che noi abbiamo sfruttato. La vittoria è stata meritata , anche se forse troppo rotonda».

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Giornalista, nato a Bari in un ambiente dove gli si diceva di tifare per i bianco-rossi, ha seguito il suggerimento alla lettera appassionandosi all'Union Berlin. Fidanzato ufficialmente con il club dal 12 agosto del 2012 quando ha assistito ad una partita per la prima volta nello stadio An der Alten Försterei. Ama i cappelli: i suoi, quello di De Gregori, di Charlie Brown, di Alan Grant e di Nereo Rocco.

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