Il nuovo Villarreal è più forte dell’anno scorso?

Leo Baptistao Villarreal Emirates Cup

Quest’anno al Villarreal c’è stata una vera e proprio revolución tecnica: l’ad Roig Negueroles ha gestito ben ventisette operazioni tra arrivi e partenze, difficilmente si era assistito a cambiamenti così drastici da queste parti, salti di categoria a parte. E a mercato chiuso i dubbi che angustiano i tifosi groguets sono sul valore di questa nuova rosa, per alcuni aspetti molto diversa da quella dell’anno scorso. La dirigenza ha dovuto affrontare alcune lacune forzate molto pesanti: gli infortuni di Asenjo e Musacchio e l’addio di Chéryshev e Vietto, ovvero ha dovuto rinunciare al miglior giocatore di ogni reparto potendo incassare soldi solamente dall’operazione Vietto, a cifre dettate da una clausola rescissoria che ha legato le mani a Roig Negueroles e colleghi.

Tra i pali lo stop di Asenjo era difficilmente rimpiazzabile senza cacciar fuori il portafoglio, ipotesi sconsigliabile se si conta sul reintegro del portiere titolare. Perciò il prestito gratuito di Areola è senz’altro un’ottima operazione, il francese ha già convinto tutto l’ambiente e lasciato l’impressione che meglio non si sarebbe potuto fare. D’altronde alle sue spalle ci sarà Mariano Barbosa, un estremo difensore di esperienza che sicuramente offrirà maggiori garanzie di un Juan Carlos, visto in netta difficoltà in alcune gare di inizio stagione corsa (vedasi la trasferta di Zurigo). Perciò il pacchetto portieri è stato gestito in maniera egregia, calcolando anche che nel girone di ritorno, col rientro di Asenjo, il potenziale sì innalzerà ulteriormente.

La difesa è il settore che ha subito meno cambiamenti. Immutati i terzini, si è fatto qualche ritocco solo al centro della difesa. Rispetto all’anno scorso bisogna considerare che Bailly, acquistato però in gennaio, dovrebbe essere il sostituto di Gabriel Paulista e viste le premesse ci sono tutti i presupposti perché ne replichi le prestazioni. D’altronde dodici mesi fa il brasiliano partiva come semplice gregario in attesa di affermazione, al pari dell’ivoriano. Il riscatto di Víctor Ruiz è stata una mossa azzeccata, il centrale ha fornito buonissime prestazioni l’anno scorso e la sua conferma è parsa necessaria alla luce dell’assenza di Musacchio. Il quarto centrale Dorado è stato rimpiazzato con Bonera, molto contestato in Italia. Ma Marcelino pretendeva un difensore di esperienza, la società non voleva spendere soldi e il suo ingaggio ha accontentato entrambe le parti. Considerando il valore dei due giocatori di certo la squadra non può essersi indebolita con il suo ingaggio, considerando anche che alle sue spalle ci sarà Pablo Íñiguez, un giovane canterano che sarà aggregato in prima squadra fino a che non tornerà Musacchio. Anche qui l’operato è encomiabile.

Il centrocampo ha invece subito varie modifiche. Se al centro non si è toccato praticamente nulla, gli esterni sono tutti nuovi. Sono andati via Chéryshev, Joel Campbell (o Cani nel girone d’andata) e Moi Gómez, mentre Jonathan dos Santos è stato dirottato in regia, ovvero il suo habitat naturale, al posto del saltuario Sergio Marcos. Ad ogni modo sulle ali l’assenza di Chéryshev si sta facendo sentire, un giocatore in grado di accelerare improvvisamente la manovra e spaccare la partita era difficilissimo da trovare e la sua conferma è stata tentata fino all’ultimo senza esito. Il suo sostituto naturale dovrebbe essere Castillejo, ma è un tipo di centrocampista che ama più il pallone tra i piedi e tendere ad accentrarsi che sfondare sul lato per raggiungere il fondo. Anche l’idea Denis Suárez è ancora ingiudicabile: si tratta di un giovane di grande talento non ancora espresso che ha sempre giocato da trequartista centrale e che verrebbe ad adattarsi sulla fascia. Però nonostante questa perdita di potenziale la qualità degli altri esterni è aumentata: Samu García ha già dimostrato di poter dare un apporto maggiore di quello di Moi Gómez, e Nahuel Leiva è parso un giocatore pronto piuttosto che un’alternativa d’emergenza.

Ancora più sconvolto è il reparto offensivo dove sono cambiati tutti gli interpreti. La difficile partenza di Vietto è stata intelligentemente colmata dall’arrivo di Soldado, un giocatore che ha inizialmente lasciato molti dubbi per la sua carta d’identità e il rendimento degli ultimi anni, ma son bastate due partite per rendersi conto che il livello tecnico-tattico di un giocatore del suo calibro raramente si è visto da queste parti, e potenzialmente potrebbe perfino raddoppiare l’apporto di reti di Vietto, un ottimo giovane ma con alcuni difetti da limare col tempo. Per il resto sono andati via Gerard Moreno, Uche e Giovani, tre buoni attaccanti che per un motivo o per l’altro non potevano essere considerati titolari indiscussi. Bakambu, anche lui giunto tra molte perplessità, può diventare la vera sorpresa del mercato amarillo, mentre Léo Baptistão ha raggiunto l’età e il clima ideale per esplodere definitivamente. Adrián López è invece sicuramente la miglior quarta alternativa in attacco da moltissimi anni a questa parte.

In definitiva possiamo dire che al netto del reintegro di Asenjo e Musacchio la squadra si è certamente rinforzata, anche se bisogna capire che tipo di stagione tireranno fuori alcuni giocatori chiave quali Castillejo, Denis Suárez, Soldado, Bakambu o Baptistão, ma possiamo altresì dire che sono gli stessi dubbi che affliggevano il tifo amarillo dodici mesi fa per nomi nuovi quali Chéryshev, Jonathan dos Santos, Vietto o Gerard Moreno. Alla fine è sempre solo il campo a stabilire chi abbia ragione, ma l’impressione è che Marcelino abbia una rosa complessivamente più competitiva, e sopra ogni dubbio questo è vero guardando la panchina, che non era così competitiva dai tempi della Champions League. Il suo Villarreal non sembra ancora pronto per lottare per i primi quattro posti, un semplice piazzamento europeo dev’essere il vero obiettivo stagionale, con la speranza che il cammino delle coppe possa spegnersi più tardi che nella passata stagione, e questa super-panchina ne è l’indizio più chiaro.

 

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Mi chiamo Mihai Vidroiu, ma per tutti sono semplicemente Michele, sono cresciuto a Roma, sponda giallorossa. Ho inoltre una passione smodata per il Villarreal, di cui credo di poter definirmi il maggior esperto in Italia, e più in generale per il calcio, oltre ad altri mille interessi.

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