Pagelle Real Madrid-Juventus, i blancos: Madrid fuori dalla finale, verdetto irReal

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Pagelle Real Madrid-Juventus: la squadra di Ancelotti stecca e non potrà difendere il titolo nella finalissima di Berlino

Se davvero non avete voglia di credere a questa storia assurda vale la pena di sottolineare come l’intera squadra sia stata riluttante a soffrire. Al Santiago Bernabeu si forgia quella splendida gioventù dalle idee chiare e ironia della sorte, il figliol prodigo Morata li ha puniti. Unidici commilitoni in divisa bianca che mestamente hanno chinato il capo. Adombrati hanno preso la strada dello spogliatoio, con il vento a lambire le loro pene. Il migliore di loro è certamente stato il generale di brigata Iker Casillas (7): fondamentale il portierone in più di un’occasione dimostrando di non sentire minimamente tutte quelle baggianate sul suo conto che hanno caratterizzato la vigilia della partita; su Marchisio a metà del secondo tempo è fenomenale, su Pogba nei minuti finali efficiente. Il sergente Marcelo (6,5) spinge incessantemente, cercato molto spesso dai suoi camerata, ma il guizzo vincente non arriva. Dall’altro lato Carvajal (5,5) è un come un soldatino che non riesce a fare carriera: i piedi sono ruvidi e quella fascia non viene fluidificata a dovere.

Il sergente capo scelto Sergio Ramos (6,5) dentro di sé è furente per le critiche ricevute dalla stampa e dai tifosi a causa della disastrosa prestazione dell’andata. Ma l’orgoglio ferito gli impone il silenzio perché l’onore è tutto. E dalla retroguardia tira fuori una prestazione solida, priva di sbavature in fase difensiva, finanche avventurandosi nell’impostazione del gioco. Il suo compagno di reparto Varane (5,5) segue le direttive ma si vede molto poco nel corso della battaglia. Il caporale Kroos (5) si dimostra inefficiente nel pressing e insicuro quando si tratta di concludere a rete. Nella sua caserma dovrebbe fare la voce grossa al cospetto dei novellini bianconeri. E’ lui a lasciare la morsa in occasione del sanguinoso gol del pareggio di Morata. Il fuciliere che non esulta per rispetto della società che lo ha forgiato giocherà la finale. Quanta invidia avranno provato i giovani tenenti colonnello James Rodrìguez (6) e Isco (5,5). Tanta qualità, rapidità incredibile, tiri al fulmicotone, ma sostanza vera poca. Il colombiano è più presente nella manovra ma non inventa a dovere. C’era pur sempre una signora squadra avversaria a limitarli. Il maggiore Gareth Bale (6) ci prova più di una volta ad impensierire capitan Buffon, ma niente da fare. Non è serata. Di palloni da giocare questa volta, a dispetto delle voci di corridoio, pardòn, spogliatoio, ne ha avute a bizzeffe.

Il primo capitano, Karim Benzema (6), nonché il preferito di reparto dal colonnello Cristiano Ronaldo (6,5) ha giocato sebbene non fosse in forma perfetta. E ha sfornato un discreto numero di giocate ammirabili, compresi un paio di tiri velenosi. A metà del secondo tempo il francese è uscito esausto, sostituito dal Chicharito Hernàndez (6). E la bocca di fuoco che tutti attendevano, il portoghese, ha marchiato il match solo con un gol su rigore. Cristiano Ronaldo ora dovrà confrontarsi con quella fallace sensazione di essere fuori dalla finale. Perché lui non riesce a capacitarsi di dover finire l’anno senza titoli. Eppure quella sensazione è dannatamente real. Tutti in riga adesso, c’è da fare i conti con Florentino Pérez.

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