The K point: Io e Federico Buffa, A dream come true

 

Incontrare il proprio idolo non è mai una cosa facile.

E’ un’esperienza che ti turba due volte, come un destro e un sinistro che ti colpiscono in rapida sequenza.

Ti turba prima, quando vivi elettrizzato l’attesa dell’incontro, e lo fa soprattutto dopo, quando non ti sembra vero di aver stretto la mano a chi nella tua testa ha sempre vissuto nell’iper-uranio.

E’ proprio in uno stato di “felice” turbamento che scrivo queste righe sul mio incontro con Federico Buffa, probabilmente, anzi sicuramente, il più grande narratore sportivo e non solo dei nostri tempi, ma che per me rappresenta molto di più.

Ero partito con l’intenzione di scrivere una recensione sulla sua conferenza all’Università Bocconi, ma lo stato “mistico” in cui mi trovo mi impedisce di adottare l’imparzialità e il distacco tipici del giornalismo vero e proprio.

Ci proverò lo stesso, ma vi chiedo di provare a capirmi; per un ragazzo che sogna di diventare giornalista sportivo dai tempi delle elementari, questo incontro ha lo stesso valore che per un aspirante prete in visita dal pontefice.

Paragone scomodo a parte, “l’avvocato” ha deliziato la giovane platea dell’aula magna Bocconiana con un’ora e mezza di storie, aneddoti e opinioni di sport e cultura servite in una salsa che al giorno d’oggi non è riproducibile da nessun altro chef della parola.

“La prima cosa che mi sono chiesto vedendo quanta gente è venuta oggi è stata: ‘io quello lì, sarei andato a vederlo?’” così Buffa ha aperto l’incontro, dopo la calorosa accoglienza dei tanti ragazzi accorsi per sentirlo da vicino.

Otto domande fotografiche di calcio, seguite da alcune domande scelte tra il pubblico, che partono dalla capacità dei Brasiliani di unire contesti lontani come modernità e favelas, tanto che per l’avvocato “tra 100 anni salveranno il mondo” e arrivano allo scomodo paragone tra il caso Sterling in NBA con quello del presidente della FIGC Tavecchio.

In mezzo, si passa da analisi calcistiche intriganti, tra cui l’ascesa della Germania e il declino della Spagna, a retroscena sulla vita dei personaggi sportivi, come la vera storia di Luìs Suarez, un grasso spazzino che un giorno diede una testata ad un arbitro, ma che fu coperto dai media dell’Uruguay per permettergli di andare a giocare in Europa e di seguire la donna amata.

Tra gli argomenti toccati nell’incontro ci sono anche Zidane e Platini, oltre che il solito tormentone Maradona-Messi, sul quale Buffa decide di fornire la versione “light” e di spazzare ogni dubbio:

“Messi ha una qualità e una velocità di pensiero unica, ma non metterlo mai nella stessa frase con quello là.

“Passava l’allenamento a fare le rovesciate nel fango, ma ancora oggi c’è gente in Argentina che ucciderebbe per lui. E questo in Argentina non è uno scherzo.”

Spazio anche per un appello a Mario Balotelli, reo di nascondere la sua vera essenza e di non giocare il calcio che gli appartiene:

“Anche se parli con uno spiccato accento bresciano, tu in realtà sei un guerriero Ashanti.”

Buffa si è concesso anche una sorta di profezia sul futuro di Josè Mourinho, che secondo lui:

“Sarà il primo allenatore a portare gli USA in semifinale al mondiale.”

Non poteva mancare anche la pallacanestro, e sarebbe stato impossibile non farlo in presenza del simbolo del giornalismo “baskettiano”, anche se il tempo a disposizione è troppo poco e c’è spazio solo per una riflessione sulle difficoltà della nazionale italiana e per una previsione sulla stagione dei Cavaliers che, nonostante il ritorno del prescelto, si preannuncia travagliata.

L’evento organizzato da Bocconi TV si è chiuso con la consegna al vincitore dell’asta di una maglietta autografata da grandi personaggi dello sport, il cui ricavato di 4300 euro verrà devoluto alla fondazione Amici del Centro Dino Ferrari a favore della lotta contro l’Alzheimer.

Finale dalle forte emozioni,  con la standing ovation di tutto il pubblico per il protagonista della serata, il quale, visibilmente commosso, ha ricambiato con parole al miele prima di uscire come una rockstar, assalito dalla folla che voleva una foto, un autografo o semplicemente acclamarlo da vicino.

Lui ha cercato di accontentare tutti, sorridendo alla valanga di selfies e persino accettando in dono la tesi di laurea di quel giovane aspirante giornalista, che ora sta scrivendo queste righe felicemente turbato dall’incontro con il suo idolo.

 

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About Davide K. Cappelli 51 Articoli
Giornalista Sportivo Brit-It, autore della rubrica "The K point".
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